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Un modo particolare di firmarsi nella Cappella Sistina: le criptonomie

Lo sappiamo tutti (o quasi). Molti pittori avevano modi diversi per firmare le loro tele. La maggior parte delle volte si auto-rappresentavano all'interno dei dipinti, come fece molte volte Caravaggio e anche Raffaello (in particolare nella "Scuola di Atene" nei Musei Vaticani).

Anche nella Cappella Sistina artisti quali Cosimo Rosselli e Domenico Ghirlandaio erano soliti firmarsi. Non solo però ritraendosi nelle scene, ma anche in modi molto più, potremmo definirli, "bizzarri".

Si parla di "criptonomie", ossia delle firme nascoste che, a prima vista, non è facile vedere. Nell' "Adorazione del vitello d'oro" Rosselli pone una coppetta piena di colore rosso sul bordo della scena. Richiama il suo cognome. Ghirlandaio invece, nella "Vocazione degli Apostoli" fa riferimento al suo nome ponendo una ghirlanda sul capo di un giovane. Solo gli occhi più esperti potranno cogliere queste sottigliezze. Ciò fa capire come i pittori si ingegnassero per inserire la loro firma all'interno dei loro affreschi. E chissà quanti altre criptonomie ci sono. Per esempio sono tanti i personaggi inseriti nei dipinti di cui ancora oggi non si conosce l'identità e la loro funzione. Negli "Ultimi atti della vita di Mosè" un uomo indossa una giarrettiera dorata e sopra è apposta una scritta in francese che recita queste parole: "Tout a droit". Ancora oggi però non si sa chi fosse il personaggio e a cosa si riferisca la frase.

Dobbiamo inoltre dire che la firma come la intendiamo noi oggi, ossia un "marchio" con cui si riconosce la paternità di un'opera, è un concetto che arriva solo nell'Ottocento. In questo momento la firma assume una centralità importantissima. Nel periodo rinascimentale gli artisti avevano dei committenti che gli ordinavano opere da realizzare e d è proprio in questo momento che giunge l'idea di inserire il proprio io nelle opere dipinte. Autoritratti o, come in questo caso, di criptonomie.

Sempre nella Cappella Sistina abbiamo notevoli esempi di autoritratti. Perugino si ritrae nella "Consegna delle chiavi" anche se più anziano di quanto fosse nel momento in cui realizzò l'affresco. E lo stesso uomo lo troviamo anche nell' "Ultima Cena" di Rosselli. Forse quest'ultimo lo ha voluto inserire sul dipinto.

E voi conoscete altri esempi di autoritratti nella storia dell'arte? Fatemelo sapere qui sotto nei commenti.


Di Federica Pagliarini


Particolare della "Vocazione degli Apostoli" del Ghirlandaio

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