top of page
Emozione Arte

Fantastica scoperta nella Stanza di Costantino di Raffaello nei Musei Vaticani



La "Giustizia"

Da pochissimo tempo è stata fatta un’importante scoperta. Tutti conosceranno, almeno solo di nome, le “Stanze di Raffaello” nei Musei Vaticani. Il pittore urbinate, famoso per i suoi numerosi amori fugaci e libertini e per la grandissima bravura in campo artistico, è stato chiamato da Papa Leone X per decorare le stanze dell’appartamento al secondo piano del Palazzo Apostolico. “Stanza della Segnatura”, “Stanza di Eliodoro”, “Stanza dell’incendio di Borgo” e “Stanza di Costantino”, l’ultima ad essere stata commissionata, nel 1517, a pochi anni dalla sua morte, nel 1520, che lo colse molto giovane: aveva solo trentasei anni (si dice sia morto di sifilide a causa delle numerose amanti che aveva avuto in vita). Proprio per questo motivo, si è sempre sostenuto che l’ultima stanza sia stata dipinta tutta da Giulio Romano, l’allievo più talentuoso e da altri allievi. Raffaello avrebbe ideato tutto il progetto realizzando i cartoni, ma a causa della malattia e della morte precoce, non riuscì a mettere mano alla stanza.

Oggi, dopo il restauro iniziato nel marzo del 2015, sono venute alla luce nuove sensazionali scoperte. Si è accertata la presenza di due figure realizzate da Raffaello stesso. Si tratta dell’”Amicizia” (“Comitas” in latino) e della “Giustizia”, dipinte vicino alla “Visione della Croce” e alla “Battaglia di Ponte Milvio”. La certezza è stata confermata da due fattori: in primis la fattura pittorica nettamente superiore al resto della stanza e poi la tecnica con cui sono state dipinte le due donne. Si tratta di olio su muro, una tecnica che Raffaello stava sperimentando e con cui voleva si cominciasse a dipingere. Stendeva una resina naturale, la colofonia (pece greca) applicata a caldo, su cui poi veniva posto un sottile strato di preparazione bianca, per poi dipingerci sopra come se fosse una tela. Ce ne parla anche il Vasari all’interno della vita di Giulio Romano, ed è lui stesso a dirci che Raffaello aveva dipinto due figure. La sala era coperta da sporco accumulato con gli anni e senza un restauro non si sarebbe mai avuta questa rivelazione. Gli allievi però, insoddisfatti dalla resa pittorica dell’olio su muro, realizzarono tutto ad affresco. Pare invece che Raffaello, prima di morire, sia riuscito a lasciare la sua impronta anche nella “Sala di Costantino”. Possiamo vedere la “Giustizia” e l’”Amicizia” come una sorta di prova che l’urbinate stava facendo per testare la nuova tecnica. Test ampiamente superato, senza dubbio! La scoperta è fantastica e cambierà i libri di storia dell’arte che, d’ora in avanti dovranno tener conto di questa scoperta.


l'"Amicizia" o "Comitas"

Fonte: "Finestre sull'arte"

 

Ecco il video pubblicato su Youtube della dichiarazione della scoperta delle due figure dipinte da Raffaello:


195 visualizzazioni0 commenti
bottom of page