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La Maddalena in estasi di Caravaggio: nuove scoperte a Capodimonte

Di Federica Pagliarini


Era da tanto che Caravaggio non veniva citato nel blog. Il "pittore maledetto", il pittore della luce e delle tenebre torna in questi giorni a far parlare di sé. A Napoli, nel museo di Capodimonte, si sta tenendo proprio in queste ore un convegno che svela nuove importanti novità sul quadro che nel 2014, Mina Gregori aveva attribuito al Merisi, ossia la "Maddalena in estasi". Non sappiamo dove sia la sua ubicazione e i suoi proprietari hanno voluto mantenere l'anonimato, dando però la possibilità di visionare i fogli che si riferiscono all'opera.

La Maddalena in estasi fa parte di quel gruppo di quadri che Caravaggio stava portando con sé mentre era di ritorno a Roma da Napoli, per ottenere la grazia papale (ricordiamo che era stato condannato a morte per l'omicidio di Ranuccio Tomassoni). Molto importante è stato un documento ritrovato nell'Archivio Segreto Vaticano da Vincenzo Pacelli negli anni Settanta del Novecento. Si tratta di una lettera scritta dal vescovo di Caserta Diodato Gentile al cardinale Scipione Borghese. In essa si rende nota la morte di Caravaggio e si parla della "feluca" che trasportava tre quadri: due san Giovanni e una Maddalena. Un san Giovanni si trova alla Galleria Borghese, l'altro è andato perduto e la Maddalena è il quadro ritrovato da Mina Gregori. Tra l'altro di questa Maddalena esiste una copia realizzata dal pittore fiammingo Louis Finson mentre si trovava a Napoli (è stata esposta proprio a Capodimonte alla mostra dedicata al Merisi lo scorso anno).

Soffermiamoci adesso un attimo sui documenti del quadro. Essi sono stati analizzati dai laboratori di Tor Vergata e della Sapienza di Roma. Dalle indagini non distruttive è emerso che la carta è antica e la grafia seicentesca. Il documento è di massima rilevanza perché conferma la paternità dell'opera al Merisi.

Domandiamoci ora dove fosse finito il quadro dopo la scomparsa di Caravaggio. Ci da una ricostruzione più o meno sommaria la studiosa Francesca Curti che è riuscita a trovare gli antichi proprietari del quadro, ossia una ricca famiglia di Perugia che lavorava nel mercato della seta. La Maddalena in estasi si trovava in un palazzo della città umbra e figurava anche nelle guide locali già nel Settecento, anche se l'attribuzione non era al Merisi. A questo punto ci si chiede come il dipinto sia giunto nelle mani di questa famiglia perugina. Quest'ultima, il cui nome sarà rivelato durante il convegno di questi giorni, compare a Perugia solo alla fine del Seicento. Si è ipotizzato che forse, prima di arrivare a Perugia, si trovasse a Napoli e lì sia entrata in possesso del quadro. L'ipotesi deve essere confermata con certezza ma già sappiamo che i mercanti della seta e la famiglia Colonna (da sempre vicina a Caravaggio) intrattenevano rapporti (anche i Colonna di Paliano commerciavano la seta).

In questo momento è certo che la Maddalena in estasi si trovi a Osaka per una mostra itinerante. Precedentemente era stata esposta a Tokyo e a Parigi. I proprietari odierni sono sconosciuti. Inoltre la tela non è notificata e non è vincolata dallo Stato.

Dovremo attendere la fine di questi giorni di studi per avere un quadro un po' chiaro della situazione. Magari sarà reso disponibile anche un testo che ci sarà molto utile per ulteriori approfondimenti.




Potete leggere la notizia integrale e il comunicato stampa sul sito Caravaggio400

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