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Emozione Arte

Antiche testimonianze del fumetto


Tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo letto un fumetto, ma dove si possono ravvisare le prime testimonianze? Già in epoca medievale è possibile scovare qualche esempio. Infatti le parole dipinte a poca distanza dai personaggi, erano una pratica usata da molti artisti. Naturalmente non stiamo parlando delle “balloon” vere e proprie che ci sono in tutti i fumetti, ma già questi antichi esempi possono essere considerati in tutto e per tutto primissimi sprazzi di fumettistica.

Un esempio molto famoso è l’“Annunciazione” di Simone Martini e Lippo Memmi. Su uno sfondo totalmente decorato con la foglia d’oro, si stagliano le figure di Maria e dell’arcangelo Gabriele. Proprio dalla bocca di quest’ultimo fuoriescono delle parole che si dirigono verso il volto della Vergine. Capiamo così che sono rivolte a lei. L’arcangelo sta annunciando la venuta del Cristo.

Un altro esempio, forse ancora più calzante, lo troviamo nella sequenza della tela ricamata di Bayeux (XI secolo). Quest’opera può essere vista come un lontano parente dei fumetti. Le scene infatti sono dipinte su strisce di tessuto (come le prime strisce dei “comics”) lunghe sessantanove metri. L’immediatezza delle immagini e le parole scritte permettono di capire quello che sta succedendo e come si susseguono le scene, che si leggono da sinistra verso destra, come le moderne vignette. Ma il primissimo esempio di immagini a “striscia”, che si susseguono una dopo l’altra, è senza ombra di dubbio la Colonna Traiana (113 d.C.). In questo caso non abbiamo le parole a fare da supporto alle immagini, ma già è evidente un succedersi di scene differenti per raccontare una storia, ossia le guerre di Dacia dell’imperatore Traiano.

Nel Medioevo inoltrato (fine XI secolo) abbiamo un altro bellissimo esempio, dove tra l’altro assistiamo anche alle prime parolacce in lingua volgare. Sto parlando degli affreschi della basilica inferiore di san Clemente vicino san Giovanni a Roma. In particolare della scena di san Clemente e Sisinnio. Sisinnio era un prefetto romano la cui moglie, Teodora, si era convertita al cristianesimo. Frequentemente si incontrava con papa Clemente per celebrare la messa nella chiesa di san Clemente. Un giorno Sisinnio entra con alcuni suoi uomini e ordina di arrestare Clemente e la moglie. In tutta risposta sia Sisinnio che gli uomini, diventano cechi e invece di trasportare via i “blasfemi”, portano via delle colonne. La scena quindi, oltre ad essere una bellissima testimonianza di primo esempio di scenette a “fumetti” e di lingua volgare, è anche sintomo di ilarità.



Scena macabra, ma anche questa esempio calzante delle parole che vengono pronunciate dai personaggi, è il “Trionfo della morte” che si trova a Subiaco (vicino Roma) realizzato da Bartolo di Fredi. Figura predominante e un po’ horror è la signora scheletro in sella ad un cavallo, con la spada sguainata davanti a sé, in direzione di due uomini. Dietro di lei anziani e appestati la pregano di fermarsi, ma senza nessun successo. Sotto gli zoccoli del cavallo, vediamo un tappeto di morti, povere anime già uccise dalla sua furia. Le parole che pronuncia sono terribili: «Io non bramo se non de spegner vita, e chi mi chiama le più volte schivo, giungendo spesso a chi me torce el grifo».

Sempre Bartolo di Fredi realizza un altro affresco “fumettistico”, stavolta vicino Lucignano, ad Arezzo, dove il soggetto è ancora una volta il “Trionfo della morte”. Anche qui le parole sono poste accanto ai personaggi e una figura di donna (questa volta vestita di nero e non ossuta), sta a cavallo e brandisce un arco con una freccia in direzione di due uomini.

Come abbiamo potuto vedere solo da questi pochi esempi, il genere del fumetto sembra aver avuto delle primissime esperienze già molti anni prima della sua uscita ufficiale. Le parole, anche se non racchiuse dentro le famose “nuvolette” o balloon, avevano già quel significato didascalico che le contraddistinguerà secoli dopo. Come direbbe la mia professoressa di latino e greco del liceo: “Noi non ci siamo inventati nulla”!




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