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Emozione Arte

La ''Flagellazione di Cristo'' di Rouen di Caravaggio


Oltre alla famosa “Flagellazione di Cristo” del Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli, Caravaggio avrebbe realizzato un’altra versione dello stesso soggetto. Si tratta della “Flagellazione” di Rouen, conservata al Musée des Beaux-Arts e datata al 1607. L’impostazione della scena è diversa dal suo famoso omonimo. Qui il Cristo si trova sul lato sinistro della tela e non guarda negli occhi i suoi carnefici, al contrario punta lo sguardo alla parte opposta. Gli aguzzini si trovano a destra e uno dei due lo sta ancora legando alla colonna. L’altro ha un braccio alzato e lo sta per percuotere. Le ombre e i colori sono davvero molto vicini al “modus operandi” del Merisi, anche se l’impianto scenico e la collocazione dei personaggi è diversa dal suo solito. C’è però un particolare che relaziona, quasi senza ombra di dubbio, la tela al Caravaggio. Sto parlando del carnefice visibile in primo piano, identico all’aguzzino della più famosa “Flagellazione” di Napoli. La fisionomia è sconvolgentemente uguale ed è difficile pensare, a questo punto, che si tratti una copia, o di un'opera realizzata interamente da uno sconosciuto pittore che si rifaceva al Merisi. Si è pensato che la pala fosse destinata a qualche cappella e ciò spiegherebbe la prospettiva laterale del dipinto. Purtroppo sappiamo davvero molto poco sulla sua storia. Chi l’aveva richiesta e perché? L'opera non risulta in nessuna delle fonti antiche. Sono stati Roberto Longhi e Mahon ad attribuirla a Caravaggio. Il Marini l’ha poi relazionata all’inventario del lascito di Ferdinando van den Eynden del 1688, che così recita: «Un altro di palmi 8 e 10 in circa con cornice indorata consinstente la Flagellazione di Nostro Signore alla colonna mano di Michel’Angelo Caravaggio, 400 (ducati)». Il prezzo è molto alto e questo ha fatto pensare che il quadro fosse davvero del pittore lombardo. Una copia infatti non avrebbe mai avuto un valore del genere. Venne acquistata nel 1955 dal museo francese e inizialmente venne attribuita a Mattia Preti. Non è la prima volta che una tela di Caravaggio viene scambiata per quella del Preti. Anche il “Martirio di Sant’Orsola” (oggi a Palazzo Zevallos a Napoli) era stato attribuito al Preti. Poi, dopo studi e approfondimenti, si è accertata la paternità caravaggesca.



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