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Emozione Arte

'Il 'Ragazzo morso da un ramarro'' della Fondazione Longhi.

È iniziata da una settimana la mostra Il tempo di Caravaggio ai Musei Capitolini di Roma (nelle sale di Palazzo Caffarelli). L'esposizione è stata realizzata per i cinquant'anni dalla morte di Roberto Longhi, dalla cui fondazione provengono i quadri esposti. L'interesse per Caravaggio e i caravaggeschi è il tema su cui basa la mostra. Longhi era un estimatore del Merisi e un suo affamato studioso. Al tempo però le conoscenze sul pittore lombardo non erano quelle di oggi. Tante erano le lacune e i "buchi" nella sua biografia. La tesi di laurea di Longhi risale al 1911 e a quel tempo erano ancora tanti i quesiti intorno la carriera artistica e le opere del Caravaggio. Successivamente gli studi si approfondirono e ci furono nuove precisazioni da parte di Nikolaus Pevsner e di Longhi, che iniziò a parlare di Simone Pertezano, maestro del Merisi a Milano, presso cui iniziò a lavorare nel 1584.


Del Ragazzo morso da un ramarro esistono due versioni. La prima si trova a Londra, alla National Gallery e proveniva dalla collezione Harcourt e poi Pevsner. La seconda è stata comprata da Longhi come l'originale. Al tempo ancora non si pensava che Caravaggio avesse potuto realizzare delle copie, anzi era un'affermazione che veniva rigettata seduta stante. Ad oggi invece entrambe sono considerate originali. Guardando i due dipinti la somiglianza è innegabile, sia dal punto di vista pittorico che iconografico. Luigi Salerno e Denis Mahon ritengono entrambe le versioni autografe. Mia Cinotti si dimostrava invece dubbiosa per il quadro londinese. Maurizio Marini era per l'autografia della sola versione londinese e Roberto Longhi solo per quella propria. Insomma la diatriba era aperta!


Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, "Il ragazzo morso da un ramarro", 1595-96, Firenze, Fondazione Roberto Longhi


Un giovane ragazzo con i capelli boccolosi e una rosa bianca sull'orecchio, è stato morso da un ramarro che fuoriesce inaspettatamente dalla frutta che si trova sul tavolo, vicino ad una caraffa di vetro su cui si riflette una finestra. Il volto del giovane è sorpreso oltre che "dolorante". Per questa iconografia ci sono dei precedenti. Sofonisba Anguissola è sicuramente un precedente iconografico ripreso dal Merisi. Se guardiamo il disegno Fanciullo morso da un gambero, vediamo un'espressione simile a quella del giovane di Caravaggio. Anche Vasari parla di questo disegno di mano dell'Anguissola.


Il dipinto è citato da Baglione e da Mancini. Caravaggio l'ha realizzato nel primissimo periodo romano, mentre si trovava dal Cavalier d'Arpino. Così racconta Baglione: "Poi andò a stare a casa del Cavalier Gioseppe Cesari d'Arpino per alcuni mesi. Indi provò a stare da se stesso, e fece alcuni quadretti da lui nello specchio ritratti. Et il primo fu un Bacco con alcuni grappoli d'uve diverse, con gran diligenza fatte; ma di maniera un poco secca. Fece anche un fanciullo, che da una lucerta, la quale usciva da fiori, e da frutti, era morso; e parea quella testa veramente stridere [...].Sulla data di realizzazione non si è unanimi. Spezzaferro ha affermato che l'arrivo presso il d'Arpino è da fissare al 1596 (anche se non ci sono prove). Sappiamo con certezza che l'anno successivo si trovava già dal cardinale Del Monte. La cosa certa è che il "Ragazzo morso da un ramarro" è stato realizzato dopo il "Bacchino malato" e il "Ragazzo con canestra di frutta" dipinti sempre durante la permanenza dal Cavalier d'Arpino e che oggi si trovano nella Galleria Borghese di Roma.


Il dipinto è stato realizzato non per un committente preciso, ma per "sopravvivenza". Il Mancini ci dice infatti che Caravaggio lo vendette a prezzo molto basso. Il Merisi non stava più presso la bottega del Cesari e realizzava quadri per racimolare dei soldi per vivere.

Del dipinto ne parla anche Giovanni Baglione, antagonista e biografo di Caravaggio. Si sofferma a descrivere a resa naturalistica del reale e alla brocca di vetro su cui si proietta una finestra. È lui infatti a dire questa frase: "fece alcuni quadretti da lui nello specchio ritratti". Ricordiamo che Caravaggio fece un grande uso di brocche, vasi e specchi. Anche nell'inventario delle sue cose, dopo che venne sfrattato dalla casa proprietà di Prudenzia Bruni, si elencarono molti di questi oggetti. Il Merisi li studiava attentamente e questo è attestato nelle sue opere.


Di Federica Pagliarini



Bibliografia essenziale:

  • "Caravaggio e la modernità. I dipinti della Fondazione Roberto Longhi" a cura di Mina Gregori, Giunti editore, 2010

  • Giacomo Berra, "Il ragazzo morso da un ramarro del Caravaggio. L'enigma di un morso improvviso", Libroco Italia, 2016


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