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Leonardo da Vinci: ritratto di Ginevra de' Benci


Torniamo ad occuparci di Leonardo da Vinci, in particolare di uno dei suoi ritratti più famosi: "Ritratto di Ginevra de' Benci" (1478-1480). Chi era questa donna? La figlia di Amerigo Benci, un ricco banchiere fiorentino che molto probabilmente era amico del padre di Leonardo, ser Piero. La ragazza andò in sposa a Luigi di Bernardo di Lapo Nicolini nel 1474. È stato possibile identificare la donna tramite la presenza delle foglie di ginepro sullo sfondo del dipinto. Anche Vasari ne parla nelle sue "Vite", quindi molto probabilmente l'opera rimase a Firenze per un periodo imprecisato di anni. Ma chi commissionò il ritratto? L'indizio ci è dato dal retro della tavola. Vediamo uno stemma, identificato con l'emblema di Bernardo Bembo, un diplomatico fiorentino originario di Venezia che venne a Firenze ben due volte: la prima tra il 1475 e il 1476 e la seconda tra il 1478 e il 1480, gli anni in cui è datata l'opera. Bembo e Ginevra ebbero uno scambio di lettere e questo fa pensare che intrattenessero un amore platonico. Il motivo per cui poi il dipinto rimase a Firenze è ancora dubbio. Probabilmente Bembo non pagò la tavola e quindi non poté portarla con sé a Venezia, oppure era un dono per Ginevra. Ad ogni modo l'opera rimase forse a Firenze per almeno tre secoli, perché la prima notizia che abbiamo del suo spostamento risale al 1733 quando è arrivata nelle collezioni del Principe Wenzel von Liechtenstein a Vienna. Nel 1967 è stata comprata dalla National Gallery of Art di Washington, dove si trova ancora oggi.

DESCRIZIONE

La ragazza è dipinta a mezzo busto, girata di tre quarti verso l'osservatore. Ha i capelli raccolti all'indietro, tenuti insieme da una cuffietta. Il viso è incorniciato da due ciocche di cappelli ricciolute. Proprio dietro di lei Leonardo ha dipinto dei rami di ginepro che, per paronomasia, indicano l'identità della donna. A destra, sullo sfondo, c'è un paesaggio, dove è già visibile la tecnica dello sfumato che rivedremo per esempio nella "Vergine con le rocce".



TECNICA

Il supporto dell'opera è una tavola di pioppo dipinta ad olio, anche se, come vedremo tra pochissimo, il retro è stato con molta probabilità dipinto a tempera.

Prima del 1780 vennero tagliati alcuni margini della tavola: quello inferiore e quello destro. Tramite il restauro condotto nel 1991, sono emersi pentimenti: nell'iride dell'occhio destro e nella guancia sinistra. Sono risultati visibili anche impronte digitali. Inoltre è sicuro l'uso della tecnica dello spolvero, perché ne sono state trovate tracce nel margine inferiore sinistro. Il "Ritratto di Ginevra de' Benci" e quello di Cecilia Gallerani ("Dama con l'ermellino") sono le uniche due opere di Leonardo conservate che presentano l'uso di questa tecnica.

AUTOGRAFIA LEONARDESCA

Non sono poche le critiche sull'autografia leonardesca per quanto riguarda il retro della tavola. È evidente una differenza tecnica rispetto al davanti e per questo si è affermato che il dorso sia stato dipinto a tempera. Inoltre sembra sia stato realizzato con la mano destra e questo ha fatto dubitare dell'intervento di Leonardo. Secondo John Shearman, ci sarebbe la mano di qualche pittore veneziano. La cosa che ha fatto insospettire ulteriormente è stata la scoperta di una frase diversa rispetto a quella che vediamo oggi. Così recitava "VIRTUS ET HONOR" e non "VIRTUTEM FORMA DECORAT" che, non a caso, faceva parte dello stemma di Bembo. Quindi è possibile che originariamente la tavola avesse un ritratto del Bembo e non di Ginevra de ' Benci realizzato da questo ignoto pittore veneziano? Tutto è possibile ma non sappiamo come Leonardo venne in possesso di questa tavola e perché decise di coprire l'ex ritratto con uno nuovo.

In generale ci volle parecchio tempo per far sì che si raggiungesse un consenso unanime sull'autenticità dell'opera e sull'autografia leonardesca. Tanti critici vedevano nel dipinto mani diverse, forse di qualche pittore che gravitava nella cerchia del Verrocchio e dove anche Leonardo aveva fatto bottega. Solo dopo attente analisi stilistiche e tecniche si è giunti alla conclusione che l'opera è di Leonardo. Abbiamo infatti una prova inconfutabile: le fonti storiche parlano di un ritratto di Ginevra de' Benci dipinto da Leonardo (anche Vasari). Quindi l'artista l'ha realizzato senza ombra di dubbio!


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