“Durante gli scavi negli ultimi anni a Medinet Madi abbiamo individuato una strana struttura risalente al III secolo a.C. Al centro di una stanza pavimentata c'era un canaletto profondo circa 10 cm, con un'apertura quadrata in mezzo; sotto l'apertura, interrato, un vaso di terracotta pieno di sabbia. Visto che sul lastricato sono state trovate anche due palle di pietra levigate, una del diametro della canaletta e una del diametro dell'apertura quadrata, abbiamo pensato a un gioco simile al bowling, alle bocce o al biliardo, sicuramente una gara di prontezza.”
Chi non ha mai giocato a bowling con gli amici?
Ma chi è a conoscenza del fatto che anche nell’Antico Egitto si giocava a una sorta di bowling e che questo gioco sembra essere nato proprio nella magica terra del Nilo e delle Piramidi?
Il fascino di questo gioco diventa ancora maggiore se si pensa che le sue origini siano da ricercarsi nella notte dei tempi e che secondo alcuni storici sia “lo sport” più antico della storia dell’umanità, evolvendosi poi nei secoli fino a giungere ad essere il bowling che oggi noi conosciamo.
Scopriamo insieme la sua storia!
I primi ritrovamenti archeologici fatti attestano il gioco del bowling nato come una pratica legata ai riti funerari. Infatti negli anni Trenta del XX sec. l’egittologo britannico Sir Flinders Petrie riportò alla luce in una tomba egizia databile al 5200 a.C. circa, alcuni utensili molto simili a quelli usati in uno sport della sua terra d’origine, il Norfolk. Si trattava dello skittles, una sorta appunto di bowling. Il set rinvenuto contava quattro biglie in porfido bianco e nero e nove pezzi conici di alabastro e pietra, la cui forma richiamava quella dei birilli, usati probabilmente in tale maniera: un vero e proprio bowling se pensiamo a quello dei nostri giorni!
Facciamo un salto in avanti e andiamo nel 2007, anno in cui troviamo la conferma della diffusione del gioco del bowling in Egitto.
Il sito archeologico è quello greco-romano di Narmouthis (Medinet Madi per gli Egizi), nell’oasi del Fayyum e a 100 km a sud-ovest del Cairo. La missione archeologica è quella condotta dall’Università di Pisa. La scoperta? Quella che per ora è considerata essere la più antica pista da bowling risalente al III sec. a.C.!
Quello che si presenta agli occhi degli archeologi è un pavimento di mattoni di limo, il fango fertilizzante del Nilo, solcato da una scanalatura lunga 4 metri e terminante in una buca di 12 cm di diametro con un vaso all’interno; oltre a ciò due bocce di pietra di dimensioni diverse le quali fanno chiaramente pensare al bowling e alle bocce: quindi a una forma primitiva e ibrida di questi due passatempi ancora molto popolari.
L’idea avuta riguardo lo svolgimento del gioco è questa: i due giocatori avversari si posizionavano all’estremità della pista creata e tiravano le due “bocce” di diverse dimensioni; quella più piccola correva lungo la scanalatura che terminava nella buca, mentre quella più grande veniva lanciata con l’intento di impedire all’altra di entrare nella buca stessa. I giocatori si alternavano nel tiro delle due bocce e chi riusciva a far entrare il maggior numero di volte la pallina piccola nel vaso all’interno della buca quadrata vinceva.
È una costruzione unica, probabilmente il primo tentativo di praticare un gioco simile al moderno bowling e con caratteristiche proprie anche delle moderne bocce! Un gioco che veniva però svolto all’aperto e non al chiuso come il nostro bowling.
Ma il sito di Narmouthis non ha dato “solo” questa unica e incredibile scoperta e ci ha restituito altre forme di gioco ricorrenti tra gli Egizi, sia per bambini sia per adulti, sempre nel III sec. a.C. tra i quali trottole, bambole di legno, palloni di pezza, giochi da tavolo e con i bastoncini, l’occorrente per giocare a morra e intrattenimenti ludici più complessi, come un’antica versione del backgammon con regole a noi ignote.
Tanti giochi giunti sino a noi e tante cose che ci fanno capire meglio la vita privata degli antichi egizi e ci fanno conoscere un aspetto ancora poco noto, quello dei loro passatempi.
In più il sito ha restituito un’ulteriore area di svago e riposo per gli abitanti dell’epoca, un’area caratterizzata da un sistema idraulico degno dell’ingegneria romana: si tratta di una cisterna ricavata nella roccia fino all’attacco della volta, fornita d’acqua da un condotto collegato a sua volta ad un canale esterno al villaggio.
A cosa doveva servire?
Queste erano le terme di Narmouthis dove giovani fanciulli e mature matrone si recavano e passavano il tempo per migliorare il proprio aspetto e rilassare le loro membra e il loro spirito.
E lì accanto gli uomini, invece, si dedicavano a passatempi più “attivi” quali il bowling.
Si può dire che questa fosse la zona ricreativa del villaggio con attività pensate sia per gli uomini sia per le donne e per tutte le età.
Erano poi così diversi da noi questi Egizi che si rilassavano alle terme e si sfidavano a partite di bowling?