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La ''Tavola Lucana'' di Leonardo da Vinci


Il nome di Leonardo da Vinci è ormai associato alle più grandi rivelazioni. Basti pensare alla tavola del "Salvator Mundi", venduta all'asta da Christie's lo scorso anno per 450 milioni di dollari. Una cifra mai toccata prima d'ora. Questa tavola è stata attribuita da una grande fetta della critica al maestro vinciano, ma non si hanno prove certe che possano appurarlo. Nessun contemporaneo dell'artista la cita, nemmeno il Vasari. Compare magicamente alla metà del Seicento in Inghilterra (per un approfondimento sull'argomento vi rimando all'articolo dedicato---> link ). La stessa sorte è toccata alla ormai famosa "Tavola Lucana" che, dal 2008, anno del suo ritrovamento, è stata attribuita da molti studiosi proprio a Leonardo. Che cosa rappresenta? Il ritratto di un uomo sulla cinquantina che, si ipotizza, sia Leonardo stesso, probabilmente un autoritratto. Tante sono state le polemiche suscitate, ma partiamo con ordine.


La tavola è stata scovata dal critico d'arte Nicola Barbatelli, (direttore del Museo delle Antiche Genti di Lucania di Vaglio Basilicata, in provincia di Potenza), a Salerno, nella collezione di una famiglia di Acerenza (per questo motivo il dipinto viene anche chiamato "Tavola di Acerenza"). Sarebbe arrivata qui intorno agli anni Cinquanta del Novecento. Ma come giunse in Basilicata? Non è attestato nessun viaggio di Leonardo nel sud Italia e tanto meno in Basilicata. Tra l'altro perché donare un dipinto che ritraeva se stesso ad una famiglia? Forse l'opera è stata comprata successivamente? L'unica cosa che sappiamo è che Leonardo conosceva un membro della famiglia, un certo Antonio. Non è però scritto da nessuna parte che fu lui il committente dell'opera, né, tanto meno, un altro esponente della famiglia. Secondo lo studioso Ernesto Solari, non è da escludere categoricamente un ipotetico viaggio di Leonardo nel sud Italia. Vasari ne fa un piccolissimo cenno, ma non approfondisce la questione. Interessante l'ipotesi dello studioso, secondo la quale il ritratto di Acerenza, potrebbe essere relazionato a quello di Dürer. Sappiamo che quest'ultimo incontrò Luca Pacioli (matematico) a Bologna, durante il suo primo viaggio in Italia. Proprio il Pacioli potrebbe aver parlato di Leonardo e dei suoi studi al Dürer, che ne rimase affascinato. Tra l'altro Dürer soggiornò in Italia anche una seconda volta, intorno al 1505 e nessuno può escludere che l'incontro possa essere avvenuto in questo momento (Leonardo si trovava a Firenze). Che la tavola di Acerenza sia un ritratto di Leonardo dipinto da Durer? In effetti una somiglianza con il pittore tedesco c'è. Inoltre la Tavola Lucana è stata sottoposta ad analisi scientifiche e sembra che sia emerso l'uso di pigmenti tipici dell'area fiamminga. In secondo luogo la tavola è di pioppo, un legno largamente usato dagli artisti del nord, ma non è una prova che sia stato Dürer a realizzarla, dato che, anche Leonardo, era solito utilizzare il pioppo come materiale di base per i suoi dipinti.


La tavola è stata identificata con l'autoritratto di Leonardo, dopo un confronto con un altro autoritratto del da Vinci, conservato agli Uffizi e che da sempre era considerato l'unico ritratto del maestro. Arrivò nella capitale toscana per volontà del granduca Cosimo III de' Medici nel 1715. Si scoprì poi, nel 1939, che l'opera era stata dipinta all'inizio del Seicento (tramite indagini radiografiche si vide che la tavola risaliva proprio al Seicento), quindi non poteva essere opera di Leonardo. A questo punto la domanda diventa spontanea: il dipinto di Acerenza è l'originale, il prototipo e quello degli Uffizi la sua copia? Per poter avere delle risposte in più a questa domanda, si devono analizzare i risultati scientifici effettuati sulla tavola, primo fra tutti, quello del carbonio 14. Questo esame, ha evidenziato che l'opera è stata dipinta in un periodo compreso tra il 1459 e il 1523. Purtroppo però, non mostra se la tavola sia stata usata anche dopo. Importante anche l'indagine grafologica, che ha svelato una scritta speculare: "Pinxit mea" (L'ho dipinto io) sul retro della tavola, Scrivere specularmente era tipico di Leonardo, ma non è una prova sufficiente per poter affermare che sia il da Vinci l'autore. Nessuno ci dice poi se la scritta sia stata apposta successivamente. Tante volte capita che alcune frasi, soprattutto sul retro, siano inserite dopo, a volte si parla anche di secoli.

In conclusione non si hanno ancora delle prove certe sull'identità dell'autore di questo misterioso ritratto. Quasi nessun esperto di Leonardo da Vinci si è sbilanciato più di tanto e non ha dato una risposta assoluta. In ogni caso, se davvero la tavola è stata realizzata tra la metà del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, è certo che sia stata dipinta prima del ritratto degli Uffizi, da sempre considerato di Leonardo, ma che poi si è rivelato successivo. Su chi sia l'autore invece, c'è ancora tanto lavoro da fare.


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