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Ad Arezzo Claudio Strinati fa una importantissima scoperta: il ritratto della Galleria Borghese attr


Ad Arezzo è in corso (fino all'8 gennaio 2019) una mostra dedicata a Caravaggio, nella Galleria Comunale d’Arte Contemporanea. Si intitola "Manara, biografo di Caravaggio" e, per chi non lo conoscesse, Milo Manara è uno dei fumettisti italiani (precisamente veronese) più conosciuti e importanti di questi ultimi anni. Rimasto affascinato dal Merisi già da bambino, decise di cimentarsi nella realizzazione di due volumi dedicati proprio all'artista milanese. Uno è già uscito nel 2015 e si intitola "La tavolozza e la spada", il secondo uscirà nel 2019 con il titolo "La grazia". In esposizione ad Arezzo ci sono proprio le cento tavole che andranno a comporre questo secondo volume della vita burrascosa del Merisi.

Questa mostra è stata l'occasione per un'importantissima scoperta. Claudio Strinati, studioso di Caravaggio e curatore della mostra, ha affermato che il ritratto attribuito dalla critica a Ottavio Leoni, conservato alla Galleria Borghese di Roma, ed ora in presto ad Arezzo, sarebbe in realtà di mano di Caravaggio. Non ci sono prove documentarie (almeno per il momento) che possano attestare quanto detto dal critico, ma emergerebbero dei dettagli stilistici e biografici innegabili. Intanto chi raffigura questo dipinto? Non Bartolomeo Manfredi, come si sosteneva, ma molto probabilmente Filippo Colonna. Il Merisi infatti era stato ospite della famiglia Colonna a Paliano, vicino Roma, dopo essere scappato per l'omicidio di Ranuccio Tomassoni e prima di raggiungere Napoli. Elemento innegabilmente caravaggesco, dice Strinati, sarebbe la gorgiera che porta l'uomo, simile se non uguale a quella che indossa il donatore sulla sinistra della "Madonna del Rosario" (conservata a Vienna). E la cosa particolare è che solitamente, a quel tempo, ogni persona aveva uno stilista privato che realizzava la sua gorgiera personale. Quindi il fatto che siano uguali, fa ipotizzare una cosa: il sarto era lo stesso per entrambi gli uomini ritratti (non si tratta della stessa persona perché la fisionomia è diversa). Su chi sia il donatore della tavola viennese, non si hanno molte notizie. Si è però sostenuto si trattasse dei Colonna, dalla presenza appunto di una colonna scanalata sullo sfondo della pala. Probabilmente è il figlio di Marcantonio Colonna che aveva vinto la Battaglia di Lepanto. Filippo Colonna, tra l'altro, aveva aiutato Caravaggio a scappare dall'Italia per raggiungere Malta, dove lo attendeva un altro capitolo della sua vita artistica, anche questo pieno di successi, ma anche di eventi burrascosi, come d'altronde era stata tutta la sua vita.

Naturalmente si trattano per il momento solo di congetture basate su dettagli stilistici e biografici. Bisognerà approfondire ulteriormente la questione e scavare nei documenti d'archivio per trovare delle carte rivelatrici, le uniche che potranno sciogliere un altro intricato nodo della vita di Caravaggio.



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