La "Vocazione di San Matteo" è uno dei tre dipinti realizzati da Caravaggio per la Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi, a Roma. L'incarico sopraggiunse quando il Merisi si trovava ospite a casa del cardinale Del Monte e fu proprio grazie a quest'ultimo che il pittore ricevette questo importantissimo incarico. Non ci soffermeremo in questa sede a discutere dell'iter pittorico e delle vicissitudini di questa cappella, sia perché sarebbe un discorso troppo lungo, sia perché sono stati già pubblicati articoli al riguardo. Oggi parleremo invece di una bellissima scoperta realizzata da una studiosa del Cnr: Nadia Scardeoni, che ha effettuato un restauro virtuale sulla pala della "Vocazione del San Matteo". Nella finestra che vediamo sullo sfondo della tavola sembra essersi svelata la figura di un angelo. Quest'ultima non è molto chiara, anzi appare molto sbiadita, ma soffermandosi attentamente sembra proprio di poter scorgere un piccolo angelo, quasi uno spettatore silenzioso della scena religiosa. La questione della finestra tra l'altro ha suscitato tanti interrogativi: ci si trova dentro un ambiente chiuso o i personaggi si trovano all'esterno? Ancora oggi non si ha una risposta certa, anche se molti propendono per uno spazio chiuso in cui Cristo e Pietro stanno entrando.
In ogni caso la scoperta è particolare e degna di nota. Mai nessuno aveva notato questo particolare. Non sembra un caso che l'angelo si trovi proprio in linea con la mano di Gesù, che sta indicando Matteo. L'angelo inoltre è il simbolo dell'evangelista Matteo e non sembra quindi un caso che sia stato inserito.
Ma come mai la figura è così velata? Sembra sia da escludere l'idea che Caravaggio abbia nascosto con il colore l'angelo in seguito ad un ripensamento. Era un pittore saldo nelle sue convinzioni e mai avrebbe fatto una cosa del genere. Certamente l'angelo è stato dipinto "velatamente" per indicare una presenza diafana, angelica appunto, che serve a rompere quello "schermo" impenetrabile del peccato e di aprire Matteo alla via delle fede e della salvezza.
A livello iconografico l'angelo veniva sempre inserito per indicare l'avvenimento di un qualcosa di eccezionale, basti pensare al tema dell'annunciazione, dove l'arcangelo Gabriele giungeva sulla terra per svelare a Maria la venuta di Gesù. Nel caso della "Vocazione di San Matteo" l'angelo appare per far comprendere che ci sarà la conversione di Matteo. Inoltre la figura angelica è il punto di raccordo con l'altra magnifica tavola di Caravaggio: il "San Matteo e l'angelo", la pala d'altare che il Merisi realizzò in due versioni e di cui la prima è oggi purtroppo andata distrutta da un incendio durante la Seconda Guerra Mondiale a Berlino. Proprio in questa versione perduta, l'angelo, di una bellezza sconvolgente e forse troppo avvenente per i costumi della chiesa, sta aiutando un rozzo Matteo a scrivere il suo Vangelo. Il santo sembra essere sconvolto o comunque stupito dalla presenza angelica e mostra, con le gambe accavallate, i suoi sporchi e grandi piedi agli spettatori. C'è chi dice che la questa prima versione venne rifiutata per decoro, ma in realtà (come detto in un altro articolo di cui vi lascio il link) di soggetti iconografici simili già ne erano stati dipinti. Molto probabilmente fu Caravaggio stesso a voler cambiare lo stile dell'opera e oggi quella che vediamo nella cappella mostra l'angelo volare in alto e suggerire (senza accompagnare la mano del Santo nella stesura), la scrittura del Vangelo.
Purtroppo la ricerca effettuata da Nadia Scardeoni non è ancora stata accettata in maniera unanime dalla critica. Serviranno studi più approfonditi e indagini fotografiche e radiografiche ad hoc per poter accertare con sicurezza la scoperta.
[fonte delle foto: Stile Arte.it]