Diego Velásquez è stato uno dei pittori seicenteschi più importanti d'Europa. Ritrattista alla corte di Filippo IV di Spagna, è ricordato per aver "rivoluzionato" la storia dell'arte del tempo. Manet vedeva in lui il precursore dell'impressionismo, grazie a quelle pennellate dense di materia che si disgregavano una volta che ci si avvicinava al quadro, soprattutto ai ritratti. Una pittura fatta di materia, di colori rarefatti, la cui omogeneità si percepiva soltanto da lontano.
Proprio i ritratti sono stati i suoi cavalli di battaglia. Come non ricordare il temutissimo ritratto di "Innocenzo X" (1650), conservato alla Galleria Doria Pamphilj di Roma. Il pontefice, uno dei più cattivi papi che si possano ricordare, è presentato con la sua veste estiva, di raso leggero. È seduto e presentato quindi a mezzo busto. Quello che più ci colpisce è senza ombra di dubbio il suo sguardo: severo, arcigno, distruttore. Guarda lo spettatore con aria di sfida, come a ricordare che in questo mondo è lui l'unico a comandare. Le fonti storiche ci descrivono Innocenzo X, oltre che maligno e approfittatore, anche molto brutto esteticamente. Sarà ricordato come uno dei Papi più brutti della storia. E Velásquez riuscì a cogliere a pieno questo sua "caratteristica". Rimarrà uno dei ritratti più contemplati della storia dell'arte, quello per cui tanti artisti si sono tormentati, primo tra tutti Francis Bacon nel Novecento, totalmente ossessionato dal suo ritratto. Realizzò infatti tantissime versioni del quadro, dove il volto è stato dipinto in modo sempre diverso, a metà tra l'"Urlo" di Munch e i moderni film dell'orrore.
Oggi però vorrei soffermarmi su un dipinto realizzato nella sua giovinezza, quando ancora si trovava a Siviglia (sua città natale), il quadro "Cristo in casa di Marta di Maria", datato all'incirca al 1620 e conservato alla National Gallery di Londra. L'opera rientra in un genere molto famoso nella Spagna di quegli anni, quello della natura morta raffigurante del cibo (bodegón). Era un genere parallelo a quello che esisteva in Italia e nei Pesi Bassi, solo che i protagonisti diventavano le pietanze presenti in cucina e non solo i fiori e la frutta.
In questo dipinto Velásquez rappresenta in primo piano due donne: una giovane ragazza, con il volto da popolana, intenta a triturare in un mortaio alcuni ingredienti presenti sul tavolo della cucina e dietro di lei una donna anziana che, molto probabilmente, le sta dando dei consigli pratici. La scena principale invece è relegata sullo sfondo. Attraverso un'apertura, che alcuni hanno pensato si trattasse di un quadro appeso al muro, vediamo la scena evangelica: Cristo è seduto mentre predica, davanti a lui Maria è assorta nelle sue parole e Marta dietro di lei è in piedi e sembra voler interrompere il Cristo per dire qualcosa. La scena è dipinta sommariamente, ma siamo in grado di percepire ogni dettaglio. Molto probabilmente quella sorta di finestra era un passavivande e le donne che vediamo in primo piano erano delle inservienti che lavoravano in casa di Marta e Maria. In particolare la ragazza giovane, guarda verso gli spettatori. È conscia di quello che sta accadendo, il volto è un po' corrucciato, forse non contenta del lavoro che sta svolgendo. Sulla tavola vediamo ingredienti semplici, ma quasi tutti legati alla scena biblica. Il pesce è spesso presente nelle scene dove è presente Gesù e il suo corrispettivo greco ΙΧΘΥΣ, è un acronimo formato dalle iniziali della frase greca: “Gesù Cristo, figlio di Dio, salvatore”. L'uovo è simbolo di resurrezione, usato tantissimo dai pittori, quali per esempio Piero della Francesca nella sua famosa "Pala di Brera", dove un uovo (in questo caso di struzzo) scende dall'alto dell'abside conchigliato.
Completano il tutto una piccola giara d'olio, che simbolicamente ricorda l'Unto del Signore, dell'aglio e il peperoncino. È vivo un gioco di rimandi, un "dipinto in un dipinto", un modo di costruire la scena che precede il più famoso "Las Meninas", anche se in questo caso il significato sarà molto più complesso.
L'impostazione di "Cristo in casa di Marta e Maria" ricorrerà in altri quadri del pittore spagnolo. Ricordiamo "La mulatta" dove in primo piano è dipinta una giovane serva nera assorta nei suoi pensieri; dietro di lei vediamo la solita "finestra" oltre cui è stata dipinta la scena della Cena in Emmaus.
In ogni caso i bodegon saranno un genere molto usato da Velásquez per i suoi dipinti giovanili. Lo vediamo nel quadro "La vecchia friggitrice di uova" (1618), dove una donna anziana sta cuocendo appunto delle uova dentro una pentola. Accanto a lei un ragazzo sta portando altri ingredienti: una brocca di vino e quello che può sembrare un melone. Sul tavolo sfilano un mortaio, dell'aglio e una piccola giara d'olio. Straordinari sono i volti dei personaggi, soprattutto quello della signora. È chiaro qui l'uso di modelli da parte di Velàsquez. La donna non è un personaggio inventato, ma è frutto di un'attenta analisi fisiognomica del volto. Anche il ragazzo è un modello, in quanto ritorna in altri dipinti (La "Colazione" e il "Portatore d'acqua di Siviglia").