Di Federica Pagliarini
La cerchia di allievi di Leonardo da Vinci è davvero vasta, nonostante siano pochi quelli che oggi vengono ricordati, in primis citiamo Salai, il prediletto da Leonardo e Francesco Melzi, il più dotato artisticamente. Sul primo abbiamo purtroppo poche notizie e pochissimi dipinti rimasti, molti dei quali sono solo attribuzioni molto vaghe. Del secondo abbiamo un numero maggiore di notizie e qualche quadro in più, ma non abbastanza per delineare per filo e per segno la sua figura.
Oggi vogliamo soffermarci su un altro allievo, meno ricordato, e su un suo dipinto. Si tratta di Giampietrino (Giovan Pietro Rizzoli), membro della "scuola lombarda" e del dipinto intitolato "Lucrezia", che riprende in modo evidente, una tavola perduta di Leonardo. Su di lui si sa molto poco: né data di nascita né di morte. Sappiamo solo che è stato attivo tra il 1508 e il 1549.
Gianpietrino riprende lo stile sfumato del maestro, ma si rifà al tratto deciso e potremmo dire "duro" del Mantegna.
Nella "Lucrezia"è evidente il richiamo alla "Leda" del maestro. Nonostante l'originale sia andato perduto, ne esistono numerose copie realizzate proprio dagli allievi e questo è un grande sollievo perché ci permette di studiare i modelli da cui anche altri artisti successivi hanno preso spunto.
In questo caso Gianpietrino riprende la grazia fisica e il tocco sfumato della "Leda" di Leonardo, oltre che il volto, molto simile a livello fisiognomico. Due esempi di Leda li troviamo uno alla Galleria Borghese di Roma con il tipo della Leda in piedi e l'altro alla Gemäldegalerie Alte Meister di Kassel con il modello della Leda inginocchiata che, tra l'altro, è attribuita proprio allo stesso Gianpietrino. Giampietrino mostra di conoscere il maestro e non teme di metterlo su tela.
La storia rappresenta il mito romano di Lucrezia, che si tolse la vita dopo essere stata violentata da Sesto Tarquinio, figlio dell'ultimo re di Roma Tarquinio il Superbo. Il volto è riverso indietro, lo sguardo rivolto a destra. Il pugnale è rivolto verso di sè e la scena precede quella della morte. I capelli ricci ricordano quasi tutti i giovani dipinti di Leonardo, soprattutto il "San Giovanni Battista" del Louvre, come lo sfondo nero su cui si staglia la figura. L'espressione della donna è calma, quasi rassegnata al suo destino.
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