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Scacco matto della Francia all'Italia: è giusto prestare opere d'arte? Tra conservazione e tutela

Di Federica Pagliarini


È freschissima la notizia dello scambio di opere tra Italia e Francia per gli anniversari della ricorrenza della morte dei due celeberrimi artisti rinascimentali italiani: Leonardo e Raffaello. Il primo ha visto già grandi festeggiamenti nei mesi passati, dato che il suo anniversario ricorre in questo 2019 e il secondo avrà lustri e acclamazioni il prossimo anno.

Ma che cosa sigla questo accordo? Il Ministro Dario Franceschini e il ministro della Cultura francese Franck Riester hanno firmato un accordo che vedrà uno scambio, poco equo, di opere d'arte tra i due Paesi. L'Italia darà ben ventuno opere e la Francia soltanto sette. Di quali opere si priveranno i nostri musei? Solo per citare le più famose: la "Scapiliata" di Leonardo della Galleria Nazionale di Parma, l' "Uomo Vitruviano" delle Gallerie dell'Accademia di Venezia, l' "Incredulità di San Tommaso" del Verrocchio e il primissimo disegno attribuito a Leonardo che si trova agli Uffizi. Questi sono solo alcuni dei capolavori che l'Italia presterà alla Francia per commemorare il genio vinciano. Ad ottobre infatti inizierà al Louvre la mostra evento per commemorare Leonardo a cinquecento anni dalla morte.

Cosa darà in cambio la Francia? Tutte opere di Raffaello, tra cui "Autoritratto con un amico" e "Ritratto di Baldassarre Castiglione". Inutile dire che lo scambio non è per niente equo, soprattutto perché gran parte delle opere italiane, verranno tolte a musei che non hanno la stessa risonanza del Louvre (le Gallerie dell'Accademia di Venezia hanno invece altri grandissimi capolavori) e quindi potrebbero portare degli svantaggi per la loro collezione e di conseguenza per l'affluenza del pubblico.

Ma cerchiamo di esaminare il problema dal punto di vista della conservazione e della tutela.

L'idea di base del prestito di un'opera d'arte (o più opere d'arte) ad altri musei dovrebbe partire dalla domanda: "Che tipo di mostra ospiterà le opere che andiamo a prestare?" "Ha una valenza scientifica?" "Servirà per un miglioramento degli studi sull'artista?" Queste sono domande importanti che un museo deve porsi prima di esporre l'opera al "trauma" di un viaggio, breve o lungo che sia. È un po' lo stesso ragionamento che si fa quando si deve far fare un viaggio di una certa entità ad una persona anziana. Se è estremamente necessario lo si fa, altrimenti è meglio stare a casa e "riguardarsi". Per le opere d'arte è la stessa cosa, perché in questo caso si tratta di opere "anziane" nel vero senso della parola. Il problema dell'importanza delle mostre è poi un altro paio di maniche. Come si fa a capire se un'esposizione è realmente importante o non è un'ennesima carrellata di opere di un artista famoso? Quante volte ci siamo trovati davanti a mostre che di scientifico avevano poco o nulla e che sono state fatte con il solo e unico scopo di accalappiare gente? Quando si legge su un manifesto il nome di Monet o di Caravaggio, per fare due esempi, è impossibile che la gente non si presenti in massa perché attratta, Il punto importante da analizzare è capire quindi se la mostra ha un valore scientifico. Con essa ci saranno nuove scoperte? Se la risposta è positiva, già è un buonissimo inizio, perché è sempre importante incrementare la ricerca.

A questo punto entra in gioco il problema dello stato di conservazione dell'opera o delle opere da dare in prestito. Se l'opera è danneggiata è ovviamente esentata dall'uscita dal museo.

Un altro elemento da sottolineare riguarda il problema della permanenza delle opere nella città che le ha richieste per le mostre temporanee. È importante che non stiano fuori troppo tempo, per evitare di privare il museo di origine e di conseguenza i suoi visitatori, di importanti pezzi della collezione.

Ci tengo a precisare che personalmente non sono contro l'uscita delle opere dai musei per mostre temporanee; l'importante è che si tenga conto dei tre punti argomentati sopra. La circolazione delle opere, se fatta con criterio, può portare solo che beneficio ai musei, alla ricerca e al pubblico, che può in questo modo scoprire opere che probabilmente non avrebbe potuto vedere.

Voi cosa ne pensate? Commentate qui sotto!



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