Jack Vettriano, il cui vero nome è Jack Hoggan (Vettriano è la derivazione del cognome della madre Vettraino) è nato nel 1951 a Methil, in Scozia. La sua non fu una giovinezza semplice: a sedici è stato costretto a lasciare la scuola per andare a lavorare diventando apprendista minerario. Sarà la sua ragazza a regalargli per il compleanno una scatola di colori, precisamente degli acquerelli. Da qui comincia la sua avventura nel mondo dell’arte.
Il suo primo amore furono gli impressionisti, a cui rimase sempre legato. La prima mostra dove espose in suoi lavori fu la “Royal Scottish Academy”, dove presentò due quadri. Entrambi vennero venduti e numerose gallerie cominciarono a notarlo.
L’arte di Vettriano mette in primo piano l’amore, l’eros letto in chiave velatamente “noir”. I suoi quadri ricordano un po’ quelle scene “hopperiane”, anni Cinquanta, dove la scena si è fermata un istante per essere guardata meglio. Protagonisti sono uomini e donne, le quali, queste ultime, sembrano avere un ruolo predominante nell’arte di Vettriano. Non si comprende però se siano loro a sedurre l’uomo o viceversa. Sta di fatto che nessuno dei due guarda lo spettatore, le scene accadono come se fossero estrapolate dalla scena di un film. Non a caso l’artista si è avvicinato moltissimo al mondo cinematografico. E’ chiaro quindi vedere dei richiami ai film anni Cinquanta nei suoi quadri.
Anche la luce è una componente essenziale. Nei soggetti d’esterno è chiara e diffusa, in quelli d’interno invece l’atmosfera è molto più calorosa, accogliente, quasi osè, ma mai cade nell’erotismo spinto. Le sue non sono opere di amore perverso ed esplicito, al contrario rappresentano un amore sensuale e caldo, molto intimo.
I suoi protagonisti sono molto seri, sul loro volto non traspare nessuna emozione, se non la passione dell’eros. I volti sono senza espressione e nella maggior parte dei casi nemmeno si vede, perché o in ombra o di spalle. Non è quindi importante capire e vedere chi sono quelle persone, è importante capire il sentimento e le passioni che suscitano.
I suoi protagonisti incarnano il desiderio umano dell’unione e in questo caso la parola desiderio deriva proprio etimologicamente dal latino “desidera”, che vuol dire in maniera letterale, condizione da cui sono assenti le stelle. Quindi si parla di una mancanza, un qualcosa che non si ha, ma si vorrebbe, a cui si guarda con speranza nel futuro.
Oggi l’artista è molto famoso, vendendo tantissimi originali e copie dei suoi lavori. Il più famoso è “The Singing Butler” che viene riprodotto su biglietti d’auguri e cartoline, oltre che su copertine di libri. L’opera originale è stata venduta all’asta per 774.500 sterline. Una cifra non da poco.
Ancora oggi è attivo e gestisce tre laboratori d’arte in Scozia, Nizza e Londra.
Federica Pagliarini