"Sono sorprendentemente grandi e belle queste case dei morti."
(Paesi Etruschi, D.H. Lawrence)
“Vei Matunas, figlio di Laris, ha fatto costruire questa tomba.”: questo è quello che si legge sul cippo votivo nella camera sepolcrale della Tomba dei Rilievi.
La “Tomba Bella”.
Scoperta per caso, la tomba della famiglia dei Matunas si trova nel cuore della campagna laziale, non lontana da Roma, sullo sperone di roccia che era l’antica Caere, città ricca e fertile, posta in una zona perfetta che le permise di diventare una delle più potenti della lega etrusca. Lì vicino alla città dei vivi sorgeva la città dei morti, conosciuta oggi come necropoli della Banditaccia, le due collegate dalla Via degli Inferi: questa era a tratti interamente scavata nel tufo e fiancheggiata da sepolcri che ci regalano oggi uno spaccato delle credenze e del culto dei morti della civiltà etrusca.
Sono moltissime le tombe emerse nella necropoli, testimonianze della raffinatezza e della ricchezza della nobiltà locale, molti i nuclei sepolcrali scavati nel tufo e non, molti i segni lasciati sulla strada dai carri che percorrevano l’area…la Banditaccia col tempo si ampliò e nuove strade si aggiunsero alla Via degli Inferi!
La necropoli sorse in età villanoviana ma, passando i secoli, continuò ad essere usata e a raccontare storie grazie alle sue diverse tipologie di tombe, dagli immensi tumuli di VII sec. a.C. alle tombe a dado, simbolo di grande ricchezza, tra il VI e il V a.C., per arrivare alle tombe ipogee, nella fase tardo-etrusca di IV-III, nate per sopperire alla mancanza di spazio. A quest’ultima fase appartiene la Tomba dei Rilievi, la casa dell’eternità dei Matunas, una delle più belle e raffinate della necropoli.
La “Tomba Bella” venne scoperta casualmente nel 1847 e deve essere stata davvero una sorpresa incredibile per gli archeologici trovarsi davanti tanta bellezza, rimasta fino a quel momento nascosta.
Lungo la Via degli Inferi, in uno spiazzo dominato da un’enorme quercia, si trova l’ingresso della tomba ricavata da una cava di tufo: un’enorme scala scende lungo la parete della cava stessa immettendosi in una stanza scenograficamente perfetta, fatta per stupire chiunque entrasse.
È lunga 6 metri e alta 2 ed è il tipico esempio di tomba ipogea di IV-III a.C., voluta dalla ricca famiglia dei Matunas, da Vei Matunas, figlio di Laris, colui che l’ha fatta costruire e il cui nome si staglia sul cippo votivo al centro della camera sepolcrale.
Due pilastri sostengono il soffitto a doppio spiovente e tutto è pensato per richiamare le abitazioni etrusche del tempo, confermando la credenza etrusca comune che la vita non cessasse con la morte fisica ma che continuasse anche dopo: la tomba era dunque il luogo in cui veniva sistemato il corpo del defunto, la sua ultima dimora, e doveva assomigliare il più possibile alla casa in cui si era vissuti da vivi…e la Tomba dei Rilievi lo fa, mostrando al contempo tutta l’opulenza della famiglia dei Matunas!
Lungo le pareti si susseguono tredici loculi, quelli destinati ai personaggi più importanti della famiglia, simili a dei veri letti e interamente scavati nel tufo, il primo che si incontra forse proprio quello destinato al committente stesso. Ma la bellezza e particolarità del sepolcro è il suo essere decorato con rilievi a stucco policromo su tutte le sue superfici, rilievi dai colori ormai sbiaditi ma che hanno dato alla tomba il nome con cui oggi è conosciuta. Sulle pareti vengono rappresentati gli oggetti di uso quotidiano, quelli usati dagli Etruschi nel IV-III a.C., ed è così che si riconoscono armi e armature, spade e elmi, segni della potenza militare di Caere, strumenti per il lavoro dei campi, utensili da cucina…tutti gli oggetti che dovevano decorare una vera e propria casa.
Ma non ci sono solo oggetti inanimati a decorare la tomba ed ecco che, alla base dei pilastri a sostegno del sepolcro, ci sono oche, gatti che inseguono lucertole, faine, tocchi di naturalismo che ci mostrano la raffinatezza dei committenti etruschi e soffiano vita all’interno di un luogo comunque di morte.
A separare i vari loculi vengono poste colonne scanalate a cui sono appesi sempre oggetti di vario uso mentre ai lati del letto centrale la decorazione muta e, sotto ciò che resta di un busto maschile, si trova un forziere con tanto di serratura che bisognava immaginare contenesse i documenti legati alle attività della ricca famiglia. Anche un busto femminile viene raffigurato, sotto il quale ci sono collane di corallo, un ventaglio e un bastone da passeggio.
Tutto è dipinto, tutto è in rilievo, tutto è decorato, la famiglia dei Matunas ci invita ad entrare nella sua dimora definitiva, ci mostra quello che è stata in vita, quella ricchezza che la accompagna anche nell’Aldilà, quella raffinatezza che non vuole abbandonare e quella bellezza di cui vuole continuarsi a circondare.
Benvenuti nella Tomba dei Matunas.
Di Silvia Urtone
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