Banksy ha colpito ancora. Il famoso street artist inglese, originario di Bristol, la cui identità è ancora oggi sconosciuta, ha creato una nuova potente opera. Si chiama “The walled off hotel” (letteralmente l’albergo fuori dal muro), che permette la “vista peggiore del mondo”. Ci troviamo in Cisgiordania, a Betlemme, dove un muro divide palestinesi e israeliani dal 2002. Lo scopo era quello di evitare che terroristi palestinesi entrassero nel territorio nazionale. La sua lunghezza è di 700 km e il suo perimetro è stato ritracciato più volte a causa di pressioni internazionali.
Non è la prima volta che Banksy lavora in questi territori. Nell’agosto del 2005, disegnò una provocatoria colomba della pace. Il bianco volatile era infatti stato vestito con una corazza antiproiettile. Per sottolineare come anche le colombe siano entrate nel conflitto israeliano e palestinese.
E come non citare il graffito dei bambini che, sfondato un pezzo di muro, vedono una bellissima spiaggia soleggiata dove poter giocare in pace e libertà? E’ chiaro qui il messaggio di pace che, si spera, possa un giorno realizzarsi.
Questa volta invece Banksy va oltre la solitaria rappresentazione di un murales. Decide di creare un vero e proprio hotel con i suoi graffiti all’interno. La cosa straordinaria è che l’albergo non è solo un’installazione artistica, ma sarà un hotel vero e proprio, dove si potrà pernottare. Il progetto era stato tenuto in gran segreto da un anno e solo pochi giorni fa la notizia ufficiale. Da fine marzo sarà possibile prenotare una stanza e il costo si aggirerà intorno ai 35 euro.
Le camere sono dieci e ognuna ha un arredamento e una decorazione diversa. La più costosa è la suite “Presidential”, dipinta di rosso, con un cuore metallico sopra il letto avvolto da filo spinato e una vasca idromassaggio in finta pietra. In un’altra stanza, quella più famosa, vede la rappresentazione sul muro di un soldato palestinese e uno israeliano che fanno una battaglia con un cuscini. Una provocazione che vuole mettere pace tra il conflitto secolare che esiste tra le due fazioni. Interessante anche la stanza “Budget” che offre l’esperienza di una notte in un accampamento militare. I mobili e gli accessori da camera sono infatti quelli delle caserme israeliane. Nel corridoio c’è un ascensore finto, un busto greco con il volto coperto e nella sala cinema c’è un quadro con una bambina e un clown. Un pianoforte che suona da solo si trova invece nel ristorante.
È stato allestito anche un museo dedicato alla storia del muro con fotografie e documenti che mostrano al visitatore la storia del luogo.
Il direttore dell’hotel Wisam Salsah è entusiasta di questo progetto e conta di vedere arrivare numerosi turisti. Con la costruzione di questo hotel Banksy ha cercato di inviare un messaggio al conflitto isrealiano palestinese, per trovare un punto di incontro e di contatto benevolo tra le due parti. In secondo luogo, è stato importante anche la spinta turistica che, negli ultimi, ha subito una vertiginosa impennata verso il basso. Si spera che, con la vicinanza della Chiesa della Natività di Betlemme, i turisti siano spinti a soggiornare in questo hotel, dove certo, la vista non è delle migliori. Ma è proprio questo il messaggio che Banksy vuole dare. Guardare il muro non può che far riflettere sulla condizione bellicosa che intercorre tra le due fazioni.