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Emozione Arte

A spasso per Parma!


Sono stata la scorsa settimana a visitare la città di Parma e volevo ora parlare e farvi conoscere i monumenti più importanti: il Duomo, il Battistero e l’abbazia di san Giovanni Evangelista.

Comunemente conosciuto come Duomo di Parma, la cattedrale è dedicata a Santa Maria Assunta (ed è per questo che la decorazione della cupola vede l’affresco con l’”Assunzione della Vergine”). Il suo stile è romanico con facciata a capanna, tipica anche di altre chiese del nord Italia. È ubicata, insieme al Battistero, a Piazza Duomo.

La sua storia è molto antica, infatti sul suolo dove si trova oggi, c’era una basilica paleocristiana, chiamata “basilica ecclesia Sanctae Mariae”, con il battistero e la dimora del vescovo. A quel tempo si trovava però in una zona periferica rispetto al centro della città. Il suo destino non fu dei migliori, infatti venne distrutta da un incendio nel IX secolo e ricostruita in un posto poco distante. Purtroppo anche questa sarà distrutta nel 1055 o nel 1058. La ricostruzione, che sarà poi quella definitiva, è stata voluta dal vescovo Cardalo, poi Onorio II che terminò i lavori nel 1074. Successivamente venne completata la facciata e l’edificio interno sarà rivisto da Benedetto Antelami. La torre venne costruita da Obizzo Sanvitale intorno al 1284-1291. Doveva esserci anche un campanile gemello, mai costruito.

Benedetto Antelami è uno dei pochi artisti del XII-XIII secolo di cui ci sia giunto il nome e di cui si ricordano le attività artistiche svolte. È stato attivo prevalentemente a Parma. Sicuramente è nato in Lombardia, ma per quanto riguarda formazione e vicende professionali sappiamo molto poco. Sono però importanti due iscrizioni rimaste: la prima sulla bellissima “Deposizione” (Benedictus Antelami dictus) e un’altra datata 1196 sull’architrave del portale nord del Battistero (Benedictus). Probabilmente conosceva l’arte d’oltralpe, in special modo quella francese, infatti si possono ravvisare delle somiglianze con i portali della Cattedrale di Chartres e della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi.

La facciata del Duomo è, come abbiamo detto prima, a capanna con blocchi di pietra squadrati. La parte inferiore è liscia, con assenza di decorazioni. I portali sono tre, tutti lievemente strombati e sormontati da una lunetta chiusa a vetrate. Il portale centrale è quello più bello. È preceduto da un protiro, realizzato da Giambono di Bissone, con arco a tutto sesto che poggia su due colonne con capitelli corinzi. Ogni colonna è sorretta da un leone stiloforo. Il protiro termina con una loggia con copertura a doppio spiovente e volta a botte. L’architrave ha dei motivi ad archetti. La parte superiore della facciata ha due logge, la terza segue l’andamento del tetto con monofore sorrette da colonnine.


L’interno della chiesa mi ha colpito tantissimo. Penso uno dei più belli che abbia mai visto in area nordica. Gli affreschi (di cui parleremo a brevissimo) sembrano unire lo stile della Cappella Sistina e quello di Palazzo Te a Mantova, decorato in gran parte da Giulio Romano.

L’impianto è a croce latina, a tre navate, ognuna divisa in sette campate. Il transetto a due bracci gemelli con absidi e coro.

La navata centrale è quella più bella e riccamente decorata. La volta è a crociera. Ogni campata ha un arco a tutto sesto, sormontato da una quadrifora con archetti sorretti da colonnine che danno sul matroneo. Le pareti sono state decorate ad affresco da Lattanzio Gambara tra il 1567 e il 1573 e sono magnifici. Rappresentano varie scene divise su tre fasce: Antico Testamento, Nuovo Testamento e alcune figure allegoriche. Sempre di Gambara è l’affresco della controfacciata con l’”Ascensione di Cristo”. Anche la volta è decorata ad affresco ed è opera di Girolamo Bedoli-Mazzola tra il 1555 e il 1557.


La parte più bella è sicuramente la cupola, affrescata dal grande Correggio (vero nome Antonio Allegri), chiamato così perché nato nella cittadina di Correggio. La sua forma è ottagonale, con lanterna all’esterno. Sul tamburo della cupola si aprono otto rosoni circolari, inseriti però durante il Cinquecento. L’affresco del Correggio rappresenta l’”Assunzione della Vergine” ed è stato realizzato tra il 1524 e il 1530. Angeli, apostoli, santi e patriarchi sono avvolti da nubi e sono disposti in modo concentrico. La Madonna è al centro ed è circondata da una luce gialla, simbolo della presenza di Dio. Il modo di dipingere la scena è sicuramente innovativo. Correggio ha unito la maniera moderna con il tonalismo veneto e grazie alla concentricità dei personaggi, ha dato un senso di movimento senza precedenti. Il taglio trasversale della scena crea profondità spaziale e anticipa quello che avverrà poi con l’arte barocca. Anche gli affreschi nei pennacchi sono opera di Correggio. Sono rappresentati i quattro patroni della città: Giovanni Battista, Sant’Ilario di Poitiers, san Giuseppe e san Bernardo degli Uberti.



Nel transetto destro troviamo la bellissima lastra della “Deposizione” di Benedetto Antelami. Originariamente faceva parte dell’ambone romanico, distrutto poi nel XVI secolo. La lastra è datata 1178 e reca inciso il nome dell’autore e la data. Insieme ad essa doveva esserci anche una seconda lastra, deteriorata, che rappresentava Cristo dentro una mandorla, tra i simboli degli Evangelisti e i quattro dottori della chiesa, conservata al Museo Archeologico di Parma. La scena è racchiusa dentro una cornice formata da viticci che si avvolgono su sé stessi. La scena è basata sul Vangelo di Giovanni e rappresenta il momento in cui il corpo di Cristo viene deposto dalla croce, insieme ad alcuni elementi consueti dell’iconografia della Crocifissione, come i soldati romani con la veste di Cristo e le personificazioni dell’Ecclesia e della Sinagoga. Di origine classica sono invece la personificazione del Sole e della Luna inserite in due ghirlande ai lati. La scultura si trova in un periodo di transizione tra romanico e gotico. Ancora evidente è la staticità, ma è uno dei primi esempi di sovrapposizione dei piani dati dai gruppi di personaggi.




Il Battistero è un gioiello di arte romanica e chi ha studiato storia dell’arte lo ricorderà sicuramente. Commissionato da Benedetto Antelami, venne cominciato nel 1196 (lo sappiamo grazie ad un’iscrizione sul portale nord). Nel 1216 si era arrivati soltanto al secondo ordine di logge e per questo era stata posta una copertura momentanea. Quale era il motivo dell’interruzione? Il marmo rosa di Verona, materiale con cui si realizzò il battistero, smise di arrivare a Parma a causa di alcuni contrasti politici con il signore di Verona Ezzelino da Romano. Solo nel 1249 si ricominciarono i lavori e vennero realizzati i registri superiori delle logge. La forma è ottagonale, un simbolo di eternità. Tre portali sono strombati con archi a tutto sesto; sugli altri lati ci sono archi cechi. Le lunette al di sopra dei portali sono state attribuite all’Antelami e bottega e rappresentano l’”Adorazione dei Magi”, il “Giudizio Universale” e la “leggenda di Barlaam”. All’interno si raddoppiano i lati: sedici arcate formano le nicchie, ognuna con scene dipinte da maestri bizantini, tra il XIII e il XIV secolo con la tecnica della tempera (questo è il principale motivo del cattivo stato di alcuni dipinti). La cupola è ad ombrello con sedici costoloni tubolari. Anche qui i dipinti sono realizzati a tempera, ma la datazione non oggi ancora precisa: alcuni propendono per l’inizio del Duecento, altri per la fine. La loro divisione è a fasce concentriche; partendo dall’alto abbiamo:

1-cielo rosso che simboleggia l’amore eterno;

2-fondo azzurro con rombi all’interno dei quali figura una stella: indicazione del cielo stellato su Gerusalemme;

3-i Dodici Apostoli e i Quattro Evangelisti;

4-Cristo in trono con la Madonna e san Giovanni Battista; nei tredici spazi i Profeti;

5-dodici episodi della vita del Battista e quattro santi;

6-negli archi vediamo scene della vita di Abramo, con i quattro elementi naturali, le quattro stagioni e le Vergini.

All’interno del Battistero sono collocate le bellissime sculture ad altorilievo che Benedetto Antelami realizzò per il portale principale del Duomo, mai concluse. Rappresentano il ciclo dei mesi, delle stagioni e uomini intenti ai lavori agricoli. Grande è l’attenzione alla descrizione degli utensili. Probabilmente il lavoro si interruppe a causa delle morte dell’Antelami. C’è chi invece propende per un allontanamento dello scultore per motivi di lavoro.


Per finire vorrei parlare dell’abbazia di san Giovanni Evangelista, un complesso benedettino, collocato proprio dietro Piazza Duomo. Le sue origini risalgono al X secolo. La facciata è molto diversa da quella del Duomo, è infatti di stile barocco. Il campanile è stato costruito nel 1613.

La prima costruzione risale al 980 ad opera del vescovo Sigefredo II sopra un precedente oratorio dedicato a san Colombano. Nel 1477 venne distrutto da un incendio. La basilica abbaziale verrà ricostruita nel 1490 e finita nel 1519 da Benedetto Zaccagni.

L’impianto interno è tipico romanico, a croce latina con tre navate. Nella navata centrale corre il bellissimo fregio istoriato disegnato dal Correggio, ma dipinto da Francesco Maria Rondani con il “Sacrificio ebraico e pagano”. Il Correggio lavorò anche qui decorando la cupola e gli emi-pilastri con il sottarco della quinta cappella. L’affresco della cupola rappresenta il “Transito di san Giovanni” e nei pennacchi ci sono i Quattro Evangelisti. Anche in questo caso l’impianto decorativo è simile a quello della cupola del Duomo: personaggi concentrici e taglio trasversale della scena che suggerisce movimento e sfondamento.

Purtroppo non ho potuto visitare la camera della badessa sempre decorata dal Correggio. A causa di mancanza di personale è aperta soltanto in dei giorni specifici. Sarà un’occasione per tornarci sicuramente.



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