L’isola di Cipro non è soltanto sinonimo di mare. Non molti sanno infatti che al centro dell’isola è presente una catena montuosa, i monti Troodos, che nascondono un segreto di rara bellezza. Tra le foreste di cedri e il frinire delle cicale sono custodite delle piccole gemme architettoniche di epoca bizantina. Si tratta di chiese e cappelle dalle pareti interamente decorate. Gli affreschi qui presenti risalgono per lo più al periodo medievale, approssimativamente all’ XI-XIV secolo d.C. Essi raffigurano diversi episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento, scelti in base al culto prevalente in quel luogo. Architettonicamente parlando, si tratta di edifici molto semplici, al punto di far dubitare il visitatore riguardo la loro funzione sacrale. Come esempio, si può considerare la chiesa dedicata all’arcangelo Michele a Pedhoulas, ben integrata tra le case circostanti.
Unica particolarità dell’edificio è il tetto a spiovente, caratteristica inusuale per il paesaggio cipriota. Per il resto, si potrebbe pensare che si tratti di una semplice abitazione. Questo edificio, come quasi tutte quelle tutelate, presenta nella sua struttura originaria un nartece e una navata unica, fiancheggiata da nicchie affrescate. In posizione di rilievo è collocata la figura cui è dedicato il luogo, per la maggior parte raffigurata di dimensioni maggiori del vero. In questo caso, si tratta dell’arcangelo Michele, il quale si staglia imponente sulla parete a destra dell’altare. La ricca policromia e la brillantezza dei pigmenti degli affreschi genera grande stupore nell’osservatore, stimolandolo ad approfondire le scene raffigurate. La curiosità può essere soddisfatta dai sacerdoti custodi della chiesa, i quali si prestano volentieri ad un’esegesi soddisfacente.
Molto simile per quanto riguarda le scelte tematiche degli affreschi è la chiesa di Agios Nikolaos tis Stegis a Kakopetria. Isolata, al centro di una radura nascosta tra gli alberi sul versante della montagna, questo luogo sacro si offre come molto suggestivo sia per la collocazione sia per le rappresentazioni interne. Data la preziosità dei dipinti e la necessità di conservarli e tutelarli in modo adeguato, capita che alcune di queste chiese siano chiuse al pubblico. Nel caso in cui si volesse visitarle, è necessario chiedere al prete responsabile e detentore delle chiavi.
La fatica fatta per riuscire ad ammirare l’interno degli edifici è senz’altro ripagato dalla bellezza degli interni. Ne costituisce un esempio la chiesa della Vergine Phorbiotissa ad Asinou, posta in un luogo isolato e nascosto. L’interno, in cui sono distinguibili ben tre strati successivi di affreschi, custodisce alcuni particolari molto interessati. In primis si può trovare la raffigurazione di alcune scene dell’inferno di poco anteriori alla Divina Commedia: sebbene la prospettiva sia quella ortodossa, sono molte le analogie con l’opera dantesca. In una conca absidale sono inoltre presenti alcuni individui con vesti tipiche del ‘400 italiano, spia delle cospicue influenze veneziane.
Quelle citate sono soltanto alcune delle chiese più spettacolari. Se si volessero vedere tutti e 10 gli edifici tutelati dall’Unesco servirebbero molto tempo ed energie, essendo la regione dei Troodos abbastanza estesa ed impervia. A volte però vale la pena inoltrarsi in luoghi poco comuni: l’unicità ripaga sempre chi la sa trovare.