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Cipro da scoprire: il castello di Sant’Ilario


Nel distretto di Kyrenia, arroccato su un’altura da cui è possibile ammirare tutto il litorale, appare il castello di Sant’Ilario. La sua costruzione risale al X secolo a.C e ha attraversato diverse fasi. Si tramanda infatti che inizialmente questo luogo fosse sede di un monastero in cui viveva il monaco da cui il sito avrebbe preso il nome. Successivamente, in età bizantina, il luogo di culto sarebbe stato convertito in un sito fortificato. A partire dall’XI secolo infatti l’isola di Cipro fu dotata di numerosi avamposti, tra cui questo, Buffavento e Kantara, per contrastare le scorrerie piratesche. Un paio di secoli più tardi, poi, il luogo fu protagonista dello scontro tra Federico II e Giovanni di Ibelin, il reggente dell’isola di allora. La fine della vita del castello di Sant’Ilario si ebbe nel XV secolo, quando i Veneziani smisero di occuparsene, non ritenendolo più necessario per mantenere il controllo su Cipro.

La costruzione si presenta oggi come un complesso diviso in tre aree distinte, di cui due usate per lo svolgimento di attività produttive ed economiche. La terza, invece, individuabile nella parte alta del castello, è costituita dagli appartamenti reali. Oltre a questo, si distinguono le stalle e numerosi ambienti di servizio, come le cucine e l’armeria. Esse sono dislocate tanto nella parte alta quanto in quella bassa dell’altura su cui sorge il castello. Tra gli ambienti meglio conservati si segnala soprattutto l’appartamento della regina, a cui si accede tramite uno stretto passaggio ad arco. La vista sulla città di Gyrne, che appare in lontananza sulla costa, è davvero spettacolare. È molto suggestivo immaginare come la moglie del sovrano dovesse ammirare lo splendido panorama, godendosi la piacevole brezza spirante dal mare.



Le pareti del castello sono in semplice pietra locale lasciata grezza, senza decorazioni. Il visitatore potrebbe rimanere forse un po’ deluso dalla loro semplicità. Bisogna tuttavia considerare che probabilmente, al tempo, vi erano arazzi e tappeti a ricoprirne le superfici. Le stanze dovevano perciò apparire ben diverse da come le vediamo oggi, molto più ricche e sfarzose, pur mantenendosi in un tono di estrema sobrietà. Non bisogna infatti tralasciare la collocazione geografica del castello: siamo in un’isola, ben lontana dalle grandi corti europee, spesso avvezze ad ostentare la loro magnificenza. Oggi si nota qualche maldestro tentativo di ricostruzione dell’ambiente antico, anche se non è possibile ricreare in toto l’atmosfera che respirava in periodo medievale.

Il pezzo più suggestivo dell’intero castello è però la cosiddetta Torre del Principe Giovanni. È possibile raggiungerla percorrendo un ripido sentiero che si snoda sulla collina tra rocce ed alberi. La vista di cui si gode dalla cima è impagabile e vale la pena soffermarsi ad ammirare le rovine di questo luogo. Mancano purtroppo pannelli esplicativi efficaci che permettano di approfondire la destinazione d’uso di questo luogo. Anche in questo caso, come per gli appartamenti reali, ci si lascia guidare dall’immaginazione.


Tra passaggi impervi, versanti rocciosi e una vista magnifica, il castello di Sant’Ilario merita senz’altro di essere riscoperto. E anche se sarebbe necessaria una prospettiva di conservazione e tutela a più ampio raggio, è suggestivo anche lasciarsi guidare dalle emozioni trasmesse dal luogo. L’archeologia non è solo scavo e resoconto, è anche cercare di capire in che modo l’uomo si sia relazionato con l’ambiente circostante e come lo abbia vissuto. Aspettando fiduciosi qualche novità tecnica in situ, dunque, accontentiamoci di chiudere gli occhi e immergiamoci nel X secolo.

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