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Simona Cozzupoli: stupore e wunderkammer


Meraviglia. Questa è la parola che meglio di tutte rappresenta Simona Cozzupoli, l'artista di cui parleremo oggi. È nata a Milano, il 18 dicembre 1977, dove vive e lavora ancora oggi. Le sue opere si basano sulla contemplazione delle idee e sulla decontestualizzazione degli oggetti. Questi ultimi infatti vengono tolti dal loro contesto originale, creando così stupore e spaesamento, sentimenti che l'artista indaga nel profondo. Oserei quasi fare un confronto con Duchamp e i suoi "ready-made": oggetti che tolti dalla loro funzione originaria, si ritrovano a fare altro e vengono esposti come opere d'arte senza aggiungere un nuovo significato (basti ricordare la "Ruota di bicicletta" o l' "Orinatoio"). Nel caso di Simona Cozzupoli però si parla specificatamente di "wunderkammer", a cui le sue opere di ispirano. Le "wunderkammer" altro non erano che le "stanze delle meraviglie" dei sovrani del passato o collezionisti (XVI-XVIII secolo) che amavano raccogliere oggetti vari e particolari: libri, suppellettili, fossili, animali imbalsamati... L'idea delle wunderkammer era proprio quello di suscitare meraviglia e per questo sono state prese in considerazione dall'artista (si parlava non a caso di "mirabilia").


Le serie di opere intitolate "Bacheche" rispecchiano proprio i sentimenti delle wunderkammer. Si tratta di scatole all'interno delle quali riaffiorano le tematiche dell'infanzia e dell'onirico. Per quest'ultimo elemento, importante è stata la scoperta di "Alice nel paese delle meraviglie" che, la maggior parte di voi saprà, tratta proprio la tematica del sogno e dello stupore. All'interno di queste "scatole magiche" vediamo piccole bambole, oggetti in miniatura e immagini di carta in "trompe-l'oeil. Interessante è l'uso di bambole souvenir che l'artista spoglia dei vestiti originari. Vogliono rappresentare l'era della globalizzazione. L'artista immagina dei dialoghi tra i personaggi che popolano le sue bacheche, soprattutto nel caso delle composizioni con le carte (che per lei sono da relazionarsi al "caso" in senso junghiano). Ovviamente ognuno sarà poi libero di dare sfogo alla propria immaginazione e potrà vedere, a seconda del proprio animo e dell'inconscio, tematiche differenti. Gli "Assemblaggi", come indica la parola stessa, sono dei collage di più immagini unite insieme. Quello che interessa all'artista sono le infinite possibilità combinatorie che si creano. In questo modo scaturiscono emozioni sempre diverse. Infine abbiamo i "Disegni" che nascono dallo stesso processo mentale degli assemblaggi ma su una scala bidimensionale.

Tutte le sue opere sono state realizzate pensando ad un'ipotetica wunderkammer, all'interno della quale possono coesistere tutte, sconfinando dalla dimensione reale e tangibile per raggiungere un livello "onirico" e metafisico.

In conclusione, non posso che consigliare una visita al sito dell'artista (https://simonacozzupoli.wixsite.com/simonacozzupoli). Le sue creazioni vi faranno viaggiare in un mondo fantasioso, ricco di riferimenti ai sogni, al passato e a tratti potranno far affiorare in voi anche una leggera ma genuina melanconia.

Dal 22 settembre a gennaio 2019, potrete ammirare una bacheca dell'artista ("Templum", 2018) nel negozio d'antiquariato "Antichi Vizi" a Milano, in zona Brera.


Le immagini che vedete sono state prese dal sito ufficiale dell'artista

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