top of page

Da tempio per un imperatore divinizzato a sede della Borsa Valori. Il Tempio di Adriano a Piazza di


Roma, Regio IX, Campo Marzio.

145 d.C.

Antonino Pio porta a termine la costruzione di un tempio che era stato iniziato dal padre Adriano per essere dedicato alla moglie Vibia Sabina, morta e divinizzata nel 136. Ma muore prima di portarlo a compimento e il successore decide di terminarlo e destinarlo al padre stesso, divinizzato dopo la sua morte.

Dai Cataloghi Regionari sappiamo che il tempio era posto in relazione con il vicino Tempio di Matidia, dedicato da Adriano all’amata suocera Salonina Matidia: un’area che comincia ad essere estremamente monumentalizzata da questo imperatore e in cui il Pantheon trova posto. Un luogo in seguito adibito ai funerali imperiali.

Ma veniamo al Tempio di Adriano, l’”Hadrianeum”.

Il tempio è un periptero ottastilo, caratterizzato da 8 colonne sulla fronte e 13 sui lati lunghi, tutte corinzie e in marmo bianco proconneso, alte circa 15 m e poggianti su un podio di peperino alto 4 m. Sopra corre un architrave ornato di palmette e teste leonine. Dietro le colonne corre il muro esterno della cella, in opera quadrata di peperino e rivestito di lastre di marmo: priva di abside la cella è coperta da una volta a botte con cassettoni e decorata tutto intorno da molteplici pilastri poggianti su basamenti, ciascuno ornato da un rilievo rappresentante una diversa provincia romana, alternati a trofei.

Con una scalinata di accesso sul lato est rivolto verso la Via Lata l’edificio sorge al centro di una grande piazza porticata di 100×90 m circa, con colonne di color giallo antico e, sempre verso Via Lata si apre un arco monumentale, l’Arco di Adriano, o l’Arco di Antonino: una piazza sul modello di quelle del Foro di Augusto e del Foro di Traiano, con due esedre rispettivamente sul lato settentrionale e meridionale del recinto, per attività legate alla giurisdizione.

Questo il Tempio di Adriano.

Ma cosa rimane davvero nella piazza porticata che oggi prende il nome di Piazza di Pietra?

Già il toponimo è indicativo: anche se incerto è dovuto alla presenza qui di rovine, di “pietre”.

E infatti se passeggiamo per Piazza di Pietra quello che vediamo nell’edificio che domina la piazza sono le 11 colonne corinzie di un lato lungo di quello che fu il Tempio di Adriano. Anzi, quello che rimane del tempio è stato inglobato dalla sede attuale della Borsa Valori!

Nel XVII sec. le “pietre” di Piazza di Pietra vengono accorpate in un edificio eretto da Carlo Fontana, una Dogana pontificia destinata alle merci che arrivavano a Roma via terra: le 11 colonne che vediamo ancora oggi vengono a costituire il corpo centrale del palazzo che si sviluppa su due piani di 10 finestre architravate più il pianterreno con quattro porte e otto finestre architravate.

Tutto ciò fino al 1873 quando l’edificio viene acquistato dalla Camera di Commercio e diventa l’attuale sede della Borsa Valori di Roma. Ristrutturato da Virginio Vespignani il palazzo acquista un aspetto più classico con il bugnato lungo la fronte e la soppressione di un piano di finestre nei corpi laterali, sovrastati da un cornicione e dall’attico.



Ulteriori lavori vengono svolti nel 1928 e così noi lo possiamo vedere oggi.

Con sopra le colonne corinzie un architrave in parte rifatto modernamente che prosegue lungo le ali laterali dell’edificio inglobante.

Con un podio di peperino alto 4 m e oggi interrato rispetto alla piazza per via dell’innalzamento del livello stradale.

Con i fori di fissaggio di antiche lastre di marmo che ricoprivano la cella, saccheggiate e oggi a Palazzo dei Conservatori.

Con i resti della cella stessa visibili all’interno della Borsa, con volta a cassettoni e ai lati semicolonne alternate a trofei.

E sui piedistalli delle semicolonne rilievi delle province della Roma antonina del tempo, oggi conservate a Palazzo dei Conservatori e ai Musei Capitolini. Un simbolo, questi, del tipo di politica propria di Adriano, una politica volta a perseguire la pace e il riordino dei territori imperiali a seguito del periodo di grandi conquiste che aveva visto come protagonista il predecessore Traiano.

Una rassegna di popoli che poneva l’accento sull’obiettivo di esaltare la potenza di Roma e su quello di raggiungere una pace che non si aveva più dai tempi di Augusto.

Adriano come nuovo Augusto.

Era questo lo scopo che Antonino Pio voleva raggiungere, questo il tipo di celebrazione che voleva dare al proprio padre divinizzato. Ricordarlo, celebrarlo, porlo ad esempio.

Tutto questo condensato nell’Hadrianeum o, diciamo, nel poco che ne rimane.

Ma il richiamo che da quelle 11 colonne arrivava alla piazza doveva essere davvero forte o non sarebbe stata chiamata in tal modo.

Piazza di Pietra.

La Piazza delle “pietre” e delle rovine. Non la Piazza della Borsa.

Adriano e gli Antonini non se ne sono mai andati da qui.


41 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page