A Lecce in Salento, Puglia, vi è una piccola Roma.
Una piccola Roma pugliese resa tale dalla presenza a meno di 300 m l’uno dall’altro di un anfiteatro e di un teatro, due strutture dell’antica Lupiae che si amalgamano ormai con l’architettura della città.
Lupiae era l’antenata di Lecce e immediatamente al di fuori del perimetro della città romana, nell’attuale Piazza Sant’Oronzo, Augusto decise di costruire un anfiteatro e, non troppo lontano, un teatro.
La datazione è incerta ma i resti di entrambe le strutture rimandano la loro costruzione al I-II sec. d.C. Augusto, prima ancora di diventare imperatore, si trovò a passare per Lupiae, ricevette una calda ospitalità, la serbò nel proprio cuore e in seguito volle sdebitarsi con la città: finanziò due grandi edifici da spettacolo e sono questi che ancora oggi possiamo qui ammirare.
L’anfiteatro venne scoperto nei primi del ‘900 durante i lavori di costruzione del palazzo della Banca d’Italia. I resti di un’antica struttura comparvero subito e, grazie al lavoro dell’archeologo salentino Cosimo De Giorgi che si protrasse fino al 1940, una parte dell’anfiteatro venne alla luce a discapito di alcuni palazzi ottocenteschi.
Oggi a Piazza Sant’Oronzo circa un terzo della struttura originaria è visibile, a 8 metri di profondità rispetto al livello del terreno. L’occhio riesce a intuire l’arena, anche se non nella sua totalità, e gran parte dell’anfiteatro rimane sepolta, in gran parte al di sotto della chiesa di Santa Maria della Grazia.
Ricavato in parte dal banco di tufo e impostato su arcate in opera quadrata, l’anfiteatro riutilizza il materiale in loco e la parte che si è riusciti a portare alla luce mostra un’arena di forma ellittica con due corridoi anulari, uno sotto le gradinate e uno porticato ed esterno: al contempo l’arena è tagliata da un muro a strapiombo di 8 m circa costruito per ricongiungersi al piano stradale.
Di fronte al Palazzo della Banca si trova uno degli ingressi principali dell’arena e al di sopra di questo corrono le gradinate da cui si assisteva agli spettacoli, di cui rimane solo l’ordine inferiore.
Dall’arena partono i corridoi le cui volte sono il sostegno della cavea costituita da gradinate, l’altezza dei sedili aumenta a mano a mano che dalla scena si arriva alle ultime file, e al contempo la larghezza diminuisce: in questo modo da qualunque parte della cavea ci si trovasse l’arena era perfettamente visibile!
Ben 16 scale portano agli ingressi alle gradinate mentre 25 pilastri quadrati attorno all’anfiteatro sostenevano probabilmente un portico esterno andato distrutto, a cui portavano i due corridoi anulari sotto le gradinate.
Un podio, un parapetto, di 2 m delimita l’arena e la separa dalle gradinate, e una decorazione a rilievo in marmo greco lo impreziosisce con scene di combattimento fra uomini e bestie e scene di caccia, ora conservate al Museo di Lecce, piccola descrizione degli spettacoli che si svolgevano nell’anfiteatro.
102 x 83 m, con un'arena di 53 x 34 m, l’Anfiteatro di Lecce poteva contenere circa 25.000 spettatori e ancora oggi, anche se parzialmente alla luce e mescolato al moderno, rivive ospitando eventi, concerti e rappresentazioni teatrali!
A meno di 300 metri dall’anfiteatro si stagli il Teatro romano di Lecce, sempre di datazione incerta ma inseribile tra I e II sec. d.C., nello stesso periodo di costruzione del suo compagno.
Venne scoperto casualmente nel 1929 durante alcuni scavi condotti nei giardini di due palazzi storici, Palazzo Romano e Palazzo D’Arpe
Oggi si presenta come una cavea ricavata in un banco di roccia del diametro esterno di 40 m e interno di 19 m, con un’orchestra antistante la scena: la cavea rivestita in opus quadratum è divisa da scalette disposte a raggiera in sei cunei, sezioni, ciascuno dei quali costituito da dodici gradoni su cui prendevano posto gli spettatori; una galleria coperta porta all’orchestra pavimentata, sede del coro, davanti alla quale vi erano i seggi mobili degli ospiti di riguardo, ed è divisa da questi da un podio in pietra e dalla scena da un canale destinato ad ospitare il sipario.
Mentre da alcuni frammenti la datazione dell’architettura sembrerebbe tendere al periodo augusteo, delle statue che adornavano il teatro e che ora si trovano al Museo di Lecce risalgono all’età degli Antonini.
Si suppone che il teatro potesse ospitare oltre 5000 spettatori e che qui venissero rappresentate tragedie e commedie.
Le due costruzioni dedicate agli spettacoli sottolineano e confermano l’antica importanza dell’antenata di Lecce, Lupiae, nel corso del I e II sec. d.C. e ancora adesso rendono la città unica, una piccola Roma del Sud.
L’anfiteatro in particolare è l’edificio teatrale meglio conservato in Puglia e ancora adesso spettacoli e attività vengono qui organizzati nel corso dell’anno, qui in questa parte di struttura il cui resto è ancora sepolto, tra la Banca e la chiesa.
Il moderno potrà pure cercare di soffocare e nascondere l’antico ma quest’ultimo continuerà a spuntare in tutta la sua bellezza, trasportandoci nel passato, nei tempi in cui Lecce fu cara agli imperatori romani.