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Emozione Arte

Il Padiglione della Repubblica Islamica dell'Iran | Biennale di Venezia 2019


L’11 Maggio si è aperta la 58esima Biennale Arte di Venezia. In questi sei mesi, in ogni angolo della città veneta, ci saranno padiglioni di diversi paesi aperti al pubblico.

Tra tutti, c’è ne è uno molto interessante situato al Fondaco Marcello, uno spazio noto vicino a Rialto.

In questa zona, infatti, è presente il padiglione intitolato Of being and Singing realizzato dalla Repubblica islamica dell’Iran.

Il padiglione, basandosi sul titolo della mostra internazionale May You Live In Interseting Times, è un omaggio alla vita, una lode ai momenti preziosi del passato, del presente e del futuro. La mostra vuole essere una portatrice di pace da parte della comunità culturale e artistica iraniana, di solito poco trattata dai media internazionali.

La mostra espone i lavori di tre artisti molto importanti: Reza Lavassani(1962), Samira Alikhanzadeh(1967) e Ali Meer Azimi(1984).

Tutti e tre sono molto diversi tra loro e adoperano diverse tecniche, ma hanno uno scopo comune: quello di lodare e omaggiare l’Iran attraverso la gloria, il tempo, l’identità , la memoria, la realtà e i sogni.

Il padiglione vuole mostrare un Islam nuovo, con un'arte completamente diversa rispetto alle credenze comuni. Spesso si considera l’arte islamica, come qualcosa di poco innovativo, dedicato soprattutto alla decorazione e legata dai vincoli del Corano. Questo padiglione vuole, invece, mostrare un arte ben diversa, con tecniche e idee innovative.

Tutto il padiglione dell’Iran indaga sul concetto di Mundus Imaginalis, , un approccio filosofico profondamente radicato nella storia dell'arte iraniana.

Questa filosofia non vuole parlare di un mondo “immaginario” come la traduzione vorrebbe far pensare, ma vuole riferirsi ad un “ottavo-clima”, un clima che noi occidentali abbiamo completamente perso con l’evoluzione smodata della scienza e che l’esposizione vuole farci ritrovare.

Questa filosofia è stata introdotta per la prima volta dal filosofo e orientalista Henry Corbin (1903-1978). Grazie a lui, noi occidentali, siamo venuti a conoscenza di questo mondo ormai perduto.

Approfondiamo la vita dei te artisti selezionati e che stanno esponendo al padiglione:

Reza Lavassani (1962) nato e residente a Tehran. È un artista che usa vari materiali. L’installazione Life è iniziata nel 2012 e Reza ha lavorato per tre anni su tutti i diversi dettagli dell’opera. Ha scelto deliberatamente di lavorare con la carta pesta per evidenziare il concetto del riciclo, sia oggettivamente che simbolicamente. Quest’opera d’arte è una narrativa poetica sullo splendore della vita, e nello stesso tempo, un’immagine poetica del concetto del tempo. Il suo modo straordinario di presentare quest’opera d’arte descrive la fede eterna dell’artista nella ri-creazione e nel ciclo eterno della vita, e arricchito con il suo tocco estetico. Life enfatizza la spettacolarità (e teatralità) della scultura e dell’allestimento.



Samira Alikhanzadeh (1967) con uno sguardo verso il futuro, ci ricorda il passato. Nata e residente a Tehran, dopo essersi laureata presso l’università d’arte ed aver esposto le sue prime opere pittoriche, non ha più dipinto. Ha spostato la sua attenzione verso nuovi media, i media del proprio tempo. Ha scelto le foto di famiglia come materia prima del proprio tempo e, manomettendo le immagini, ha analizzato le proprie idee sull’identità e la memoria. Samira, ritagliando i ritratti dallo sfondo delle vecchie foto e sistemandole su una trama metallica, conduce lo spettatore a cercare una narrazione visiva,che va oltre la sola visione delle fotografie.


Ali Meer Azimi (1984) vive e lavora a Isfahan. Ha attraversato e esperimentato diversi mezzi espressivi, quali il cinema, la filosofia, le arti visive, per creare le proprie opere narranti. Lavorando sull’idea del “campo” e “controcampo”, e altresì sul “reversal dept” ed estendendole verso l’incompletezza della lingua e del sogno, ha creato una installazione attiva. L’idea principale del suo lavoro è il confronto tra il talento di apprendimento della lingua tra un bambino (essere umano), e un cucciolo di fringuello.


In questo articolo ci siamo soffermati su uno dei tanti padiglioni che si trovano a Venezia, per la Biennale Arte di Venezia 2019-2020.

Appena entriamo dentro questo padiglione veniamo bombardati dalle opere di questi tre artisti che cercano di portarci all’interno del loro mondo completamente diverso dal nostro.

Purtroppo oggi pensiamo che il mondo occidentale e quello orientale non possono assolutamente andare d’accordo, ma questo padiglione vuole avvicinarci a questo mondo lontano per farcelo comprendere e apprezzare.

Ve lo consigliamo fortemente, in quanto, conoscerete un nuovo mondo e potrete entrare con un Iran completamente diverso.

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