Di Silvia Urtone
Akhenaton.
Il faraone monoteista ed eretico.
Il faraone seguace del dio Aton.
Il faraone dimenticato e cancellato.
In realtà il suo nome era Amenhotep IV, era figlio di Amenhotep III e della regina Tiye: nacque a Tebe circa nel 1375 a.C. e morì intorno al 1334/1333 a.C. Fu il 10° faraone della XVIII dinastia e regnò per 17 anni, ma dopo la sua morte tutti i suoi monumenti vennero nascosti o distrutti, le sue statue riciclate e il suo nome cancellato dalle liste reali. I faraoni della dinastia successiva ruppero qualsiasi legame con quella di Akhenaton ed egli venne screditato e dimenticato…fino alla scoperta nel XIX sec., da parte dell’archeologo Flinders Petrie, del luogo che egli aveva voluto creare, la capitale del suo nuovo regno, Akhetaton, nei pressi dell’attuale Amarna.
Che cosa aveva mai fatto quest’uomo per essere bistrattato, cancellato e dimenticato?
Semplice. Egli fu un innovatore, un uomo fragile ma dominato da una grande fede e da un grande ideale. Ma i tempi erano ancora troppo maturi, egli non fu capito ma nascosto sotto strati e strati di sabbia.
In fondo, si sa, il nuovo e il diverso fanno sempre paura.
Amenhotep IV era il figlio minore del faraone e, quando il fratello maggiore morì in circostanze sconosciute, egli divenne principe ereditario. Egli sposò Nefertiti e della coppia si ha notizia di sei figlie e solo dalla sorella, presa anche lei in moglie, ebbe un maschio, Tutankhamon. Nefertiti, “la bella è arrivata”, rimase accanto al marito nel suo duro regno, affiancandolo nel suo progetto rivoluzionario, dagli inizi sotto la stella della prosperità fino a un momento di forte disgregazione del Paese: nessun’altra regina egiziana fu mai così devota e legata al marito e a testimoniare ciò restano molte scene di intimità della coppia.
Dopo 5 anni, 8 mesi e 13 giorni di regno Amenhotep IV arrivò nella nuova capitale del suo regno, Akhetaton dopo aver cambiato ufficialmente il proprio nome in Akhenaton.
Cosa era mai accaduto?
Nel pantheon il dio più venerato e protettore del faraone era Amon ma Akhenaton diede una nuova importanza ad Aton, il disco solare, manifestazione del dio Ra e di Horus, rappresentato come un sole che spande i suoi raggi, i quali terminano in mani che porgono ai fedeli il geroglifico ankh, segno della vita: non rappresentato in maniera antropomorfa come le altre divinità ma come una vera e propria entità. Il faraone volle costruire la nuova capitale come centro del culto del nuovo dio, di contro alla vecchia capitale Tebe, sede di Amon.
Akhenaton voleva che Aton diventasse il nuovo e unico dio e al 12° anno di regno risale il suo gesto più drammatico ed estremo: egli volle annientare Amon cancellando il suo nome e le sue raffigurazioni e incorrendo nel disappunto della casta sacerdotale e del popolo stesso!
L’azione fu compiuta su tutto il territorio egiziano e in Nubia, l’odio per Amon era violento. Il nuovo faraone voleva che a dominare fosse solo il suo dio, voleva instaurare un monoteismo rivoluzionario, una religione in cui il faraone non fosse più rappresentazione del dio ma “utile a dio”.
Insieme alla rivoluzione religiosa ne attuò anche una artistica, inaugurando lo stile di Amarna: non più una figura umana composta tramite una griglia ideale, perfetta e senza uso di prospettiva, severa e plurimillenaria, ma una più simile al vero, naturalistica, impietosa, in cui vengono evidenziati anche i difetti fisici e le imperfezioni tipicamente umane.
Teste allungate nella parte posteriore, labbra rigonfie, occhi sottili e allungati, colli lunghi, ventri sporgenti…così appaiono le figure del periodo di Akhenaton!
Tante furono le innovazioni dei suoi 17 anni di regno ma, dopo tutto lo scalpore provocato, se ne andò in silenzio, in circostanze totalmente sconosciute: il periodo che va dalla metà del suo regno a quello del figlio Tutankhamon è estremamente oscuro ed enigmatico. E dopo la sua morte la sua immagine venne distrutta, celata e lui venne dimenticato insieme ad Aton, mentre il culto di Amon tornò a splendere.
Una rivoluzione effimera. Ma Akhenaton non va dimenticato.
Alcune sue rappresentazioni si sono conservate e proprio nel Museo di Arte Antica di Luxor si trova una sua enorme testa, rinvenuta nel 1926 ad est del muro di recinzione del tempio di Karnak, probabilmente interrata per non essere più ritrovata.
Oggi questa, alta circa 65 m, ci guarda, sola, al centro di una sala e realizzata in arenaria, materiale tipico di monumenti e sculture: immerso nel silenzio Akhenaton è raffigurato secondo lo stile “amarniano”, con il viso estremamente allungato, gli occhi a mandorla e quasi socchiusi, il naso prominente, la bocca dalle labbra gonfie, il mento appuntito, gli zigomi alti e sul capo il copricapo classico con l’ureo sulla fronte, simbolo del potere, sormontato a sua volta dalla corona reale, quella dell’Alto e del Basso Egitto (la seconda andata perduta).
Akhenaton è sereno, i suoi occhi brillano della luce di Aton, la sua vita è stata piena anche se costellata di difficoltà…e noi non dobbiamo dimenticarlo.
Egli non è solo il “faraone eretico”.
Egli è il “faraone rivoluzionario”.
«Tu sorgi bello all'orizzonte del ciel, / o Aton vivo, che hai dato inizio alla vita. / Quando risplendi all'orizzonte orientale / tutte le terre riempi della tua bellezza. / Tu sei bello, grande, splendente, alto sopra ogni terra!»
[Akhenaton, Inno ad Aton]
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