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Emozione Arte

Alcune curiosità, che forse non sapevi, sul ''Cenacolo'' di Leonardo

Di Federica Pagliarini


Il Cenacolo di Leonardo da Vinci è forse una delle opere d'arte più famose di tutti i tempi, diventando anche un icona mass-mediale riprodotta su ogni tipo di oggetto commerciale.

Vorrei oggi soffermarmi su alcune curiosità, che forse non conoscete (o forse sì, ma vale la pena leggerle comunque), sull' "Ultima Cena" leonardesca. Come saprete la pittura murale (che non è un affresco, ma una tecnica mista su intonaco) è stata realizzata nel refettorio del convento del santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano, su commissione di Ludovico il Moro. La sua realizzazione è stata piuttosto lunga, almeno quattro anni (1494-98). Sappiamo infatti da suoi contemporanei che Leonardo era solito lavorare a volte anche solo su una piccola porzione di muro, con molta lentezza. A volte rimaneva nel refettorio solo per guardare il lavoro, altre volte dava una piccola mano di colore per poi fermarsi. Non mi dilungherò però sulla storia tecnica del "Cenacolo", di cui ho già parlato in questo articolo che vi invito a leggere se non lo avete già fatto.

Partiamo dalla prima curiosità:

1) Gesù si trova al centro della scena, come in ogni rappresentazione dell'Ultima Cena. Accanto a lui, spostato sulla sinistra, si vede un personaggio che indossa la veste e il mantello di colore opposto a quella del Cristo. Normalmente accanto a Gesù sedeva il suo discepolo prediletto, Giovanni.

Se avete letto il "Codice da Vinci" del famoso scrittore Dan Brown, saprete che il protagonista Robert Langdon parla di Maria Maddalena. Secondo la sua teoria il personaggio accanto al Cristo non è Giovanni, ma la Maddalena e i due starebbero celebrando il loro matrimonio. I colori opposti delle vesti infatti venivano indossati dagli sposi dell'epoca. La tesi veniva ancora di più enfatizzata dal fatto che questo personaggio ha un aspetto decisamente effeminato. Sembra molto più una donna che un uomo.

Per fare un attimo chiarezza, cerchiamo di capire in quale Vangelo si parla di una ipotetica relazione di Gesù con Maria Maddalena. Per trovare qualcosa però non dobbiamo fare affidamento ai vangeli canonici, ma ai cosiddetti vangeli apocrifi. Il più importante è il Vangelo secondo Filippo, un'antologia di testi protocristiani rinvenuti nel 1945 in una grotta, con altri codici papiracei, vicino a Nag Hammadi, in Egitto. Qui dentro si afferma che Gesù amava la Maddalena più di tutti gli altri discepoli e la baciava spesso sulla bocca. Il termine bocca però è stato ipotizzato dagli studiosi perché nel codice è presente una lacuna. Questo aveva portato gelosia tra gli altri discepoli che si chiedevano il motivo per cui Gesù amasse di più la Maddalena. In realtà però pare che i baci sulla bocca fossero un modo comune di approcciare con il prossimo, dato che in un altro vangelo gnostico, noto come la Seconda Apocalisse di Giacomo, si descrive Gesù che bacia suo fratello Giacomo prima di donargli l'illuminazione. Ovviamente Leonardo non poteva ancora conoscere questi vangeli apocrifi. Poteva però aver preso però delle informazioni dalla Leggenda aurea di Jacopo da Varazze. Quest'ultimo affida alla Maddalena un compito molto importante nella missione apostolica di Gesù. Jacopo creò un personaggio forte e affascinante, attribuendo alla Maddalena una genealogia nobile. Una volta che Cristo morì, Maria venne affidata ad un personaggio di nome Massimino e, insieme a Marta e Lazzaro furono perseguitati dagli infedeli che volevano ucciderli. Li caricarono su una nave e li lasciarono nel bel mezzo di una tempesta. La morte però non li colse e la nave arrivò a Marsiglia dove Maria si circondò di molti discepoli. Solo quando divenne molto famosa e ritenne di aver svolto al meglio il suo compito, decise di ritirarsi in un luogo deserto dove solo gli angeli le tenevano compagnia. Morì dopo trent'anni e venne sepolta in una chiesa di Aix-en-Provence, poi i suoi resti furono traslati nell'abbazia di Vézalay. I domenicani, che vivevano nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, amavano la figura della Maddalena e, qualora Leonardo l'avesse davvero raffigurata, ne sarebbero stati molto felici. I domenicani infatti iniziarono a conservare le reliquie della Maddalena che provenivano da Vézalay, nel 1279. Precedentemente erano sotto il controllo dei benedettini. Ne nacque una disputa dove i domenicani ebbero la meglio. Si diceva infatti che fossero stati loro, precisamente l'inquisitore domenicano Bernardo Gui, ad aprire il sarcofago dove si trovava il corpo della Maddalena e da cui si diceva uscisse un profumo soave. Da questo momento divenne uno dei loro santi più importanti.

Sempre nel romanzo di Dan Brown si parla di Priorato di Sion. Di cosa si tratta? Di una setta segreta fondata nel 1099 a Gerusalemme che aveva lo scopo di nascondere documenti che avrebbero svelato che la Maddalena aveva avuto un figlio da Cristo. I suoi discendenti avrebbero così fondato la dinastia dei Merovingi, ossia i re franchi che tra V e VIII secolo governarono la Francia e parte della Germania. In realtà questa notizia si è dimostrata falsa durante un processo per corruzione in un tribunale francese. Inoltre l'unico priorato esistente è stato fondato nel 1956 da Pierre Plantard, un antisemita che pensava di essere il vero re di Francia e l'ultimo superstite della dinastia di Cristo e Maria Maddalena.


Leonardo da Vinci, "Ultima Cena", 1494-98, Milano, refettorio di Santa Maria delle Grazie



Il personaggio accanto a Gesù quindi non può che essere Giovanni. La sua figura sembra essere più femminile che maschile, ma non dobbiamo dimenticare che Leonardo era solito dipingere figure androgine e proprio il san Giovanni era una di queste. Basta riportare alla memoria il San Giovanni Battista che oggi si trova al Louvre. Il volto è androgino, si fatica a capire se sia un uomo o una donna. Ad oggi si tende a pensare che Leonardo abbia preso come modello il Salaì, suo allievo prediletto. Anche la figura dell'arcangelo Uriel, uno dei protagonisti della "Vergine delle rocce", ha un non so che di femminile.

La cosa molto particolare è che non sono stati trovati schizzi sulla figura di Giovanni e purtroppo anche il restauro non è riuscito a riportare alla luce i suoi precisi tratti fisiognomici.

Il rapporto maestro-discepolo non viene mai accennato nei Vangeli sinottici e nemmeno nella Bibbia. Se ne parla solo nei Vangeli apocrifi. Forse si voleva occultare un fatto che poteva essere visto come "scandaloso". Il rapporto tra maestro e discepolo però era già famoso nell'Antica Grecia, dove era una cosa comune che i giovani ragazzi venissero introdotti nel mondo adulto tramite la cosiddetta "omosessualità educativa".

2) Possiamo ora a soffermarci sulla tavola, sul cibo e le bevande presenti nel dipinto. Forse nessuno si è mai interessato a questo particolare, ma cosa ha rappresentato Leonardo? Prima di tutto dobbiamo domandarci se nei Vangeli si parla delle pietanze presenti nell'Ultima Cena. Sembra di no. Nessun apostolo ha stilato il menù preciso di quella sera. Si fa riferimento solo al pane azzimo e all'agnello. Non si parla di nient'altro. Matteo però ci dà un indizio importante: la cena si svolse il giorno della Pasqua ebraica, Giovanni invece parla di alcuni giorni prima della Pasqua, quindi è probabile che in quel caso l'agnello non fosse presente.

In generale la maggior parte degli artisti ha rappresentato l'Ultima Cena come un pasto molto povero e frugale. Leonardo invece imbandì la tavola in modo più vistoso. Si vedono i pani, i bicchieri e i piatti. Nel piatto davanti ad Andrea si notano ben otto o nove pesci. È strano che il pesce venisse rappresentato in un' Ultima Cena. Lo si vede solo in un mosaico di V secolo presente a Ravenna, in Sant'Apollinare Nuovo. I Vangeli non parlano di pesce, ma dato che molti apostoli erano pescatori, la cosa non deve poi stupire così tanto. Grazie all'ultimo restauro si è potuta vedere la presenza, davanti al piatto di Matteo di anguille con l'arancia. La scelta dell'anguilla è molto interessante. Di solito era un pesce che si mangiava nelle corti, per esempio si servirono durante le nozze tra Eleonora d'Aragona ed Ercole d'Este. Forse Leonardo aveva mangiato l'anguilla a Milano, quando si trovava dagli Sforza e poiché sono stati i committenti, ha voluto in qualche modo fare riferimento al loro modo di mangiare.

I domenicani invece rifuggivano la carne, non tanto perché fossero "animalisti", ma perché credevano che il consumo di carne potesse far nascere passioni carnali e indurre al peccato. Leonardo era inoltre vegetariano, la sua era una dieta ricca di verdura, legumi e frutta. Anche se nei suoi taccuini si vedono anche degli accenni alla carne, è molto probabile che l'acquistasse per gli allievi e non per se stesso.

Cosa altro possiamo vedere sulla tavola? Ovviamente il vino che era la bevanda più usata nell'Italia Rinascimentale, soprattutto perché l'alcol evitava la proliferazione di batteri e agenti patogeni. I domenicani erano inoltre grandi amanti del vino, tanto che a lungo andare questa loro "passione" venne vista con notevole disprezzo.


Particolare del pesce

3) Leonardo diede molta importanza ai gesti dei suoi apostoli. Oltre alle straordinarie espressioni dei volti, si pone una sostanziale valenza alle mani. Sapevate che Leonardo scelse appositamente un modello per le mani del Cristo? Si chiamava Alessandro Carissimi da Parma, molto probabilmente un uomo che aveva delle mani importanti e che il maestro vinciano riteneva eleganti, tali da poter essere usate come modello per il Cristo. Dato che poi erano le mani centrali della composizione, non potevano passare inosservate.


Se conoscete altre curiosità sul Cenacolo di Leonardo scrivetelo qui sotto nei commenti.



 

Bibliografia essenziale:

- King Ross, "L'enigma del cenacolo, L'avventura di un genio nel Rinascimento e dell'affresco che lo rese immortale", Bur Saggi, 2013

-Marani Pietro (a cura di), "Il genio e le passioni. Leonardo e il Cenacolo. Precedenti, innovazioni, riflessioni di un capolavoro", Skira, 2001

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