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Alla scoperta sottoterra del Cisternone Romano di Formia, una delle più grandi opere di architettura

Di Silvia Urtone


Formia, l’antica Formiae.

Le leggende la collegano alla famosa guerra di Troia e al seguente e lunghissimo viaggio dell’eroe Odisseo per tornare all’amata Itaca: la zona di Formia sarebbe stata, secondo i miti, la terra dei Lestrigoni, un popolo di cannibali che decimò l’equipaggio di Odisseo e da cui solo lui e la sua nave riuscirono a salvarsi.

Zona già occupata prima dei Romani, questi conquistarono il territorio tra V e IV sec. a.C., la città divenne civitas sine suffragio nel 338 a.C., nel 188 a.C. ottenne la piena cittadinanza romana…e nel Medioevo ospitò il castello costruito dal conte di Fondi, il cosiddetto Castellone!

È proprio qui, nel quartiere medievale, sulla sommità dell’Arce dell’antica Formiae, lungo il lato settentrionale delle mura della rocca di Castellone, che si focalizza la nostra esplorazione.

Ci troviamo a Via della Torre nella zona in cui, secondo la leggenda popolare, venne martirizzato Erasmo durante le persecuzioni dei cristiani, e a prima vista sembrerebbe non esserci nulla di particolare, se non un ingresso che reca scritto “Cisternone Romano”. Ebbene sì, entrando da questo ingresso, ci immergiamo in una visita nel sottosuolo alla scoperta di una grandissima cisterna di epoca imperiale e nel cuore del borgo di Formia!


Cisternone romano


Si chiama “Cisternone Romano” e risale al I sec. a.C.

Ubicato sulla sommità dell’Arce era alimentato dalle sorgenti della zona di S. Maria La Noce: necessario all’epoca del grande sviluppo della città, la quale richiedeva la presenza di un acquedotto e di un centro di raccolta di acqua, venne realizzato, raccoglieva enormi quantità di acqua e riforniva tutta l’antica città di Formiae.

Estremamente fondamentale per la vita della città, nel corso dei secoli il Cisternone venne dimenticato e se ne perse traccia fino a quando nel 1930 venne riscoperto dal Podestà di Formia, Tonetti…per poi essere finalmente indagato solo agli inizi degli anni 2000! Dall’anno della sua scoperta ci vollero, dopo studi e ricerche, ben 5 anni per svuotare il sito da terra e liquami ammassati. Infatti il Cisternone si presentava agli occhi degli archeologi ricolmo di detriti per circa 6000 metri cubici, provenienti dallo scavo effettuato a inizio Novecento per la realizzazione del collettore fognario del quartiere e, dopo il secondo dopoguerra, dalle demolizioni degli edifici colpiti: solo due botole permettevano l’accesso alla maestosa struttura sotterranea e, con pazienza, l’opera di restauro ha portato a termine il lavoro di ripulitura ed estrazione del materiale depositatosi che ha permesso l’arrivo in ottime condizioni del Cisternone sino a noi.

Dal 2006 il sito è visitabile, dal 2019 le possibilità di visita sono aumentate e, tramite una passerella lignea, il visitatore può avventurarsi in un mondo splendido rimasto intatto e così come era 2000 anni fa!


Volte del Cisternone romano

Ma come si presenta questa struttura ipogea denominata anche “basilica sotterranea”?

L’imponente struttura ipogea viene datata al I sec. a.C. ed è stata realizzata all’interno delle mura megalitiche ivi visibili su un lato e per il restante perimetro scavata nella roccia calcarea su cui poggia il centro storico di Castellone: la superficie ricoperta è di circa 1100 mq, con una lunghezza massima di circa 63 ml, una larghezza di 24 ml e un’altezza di 700 ml. All’interno la cisterna si presenta suddivisa in quattro grandi navate con 50 grossi pilastri a pianta quadrata, di 90 cm di lato e formati da conci di pietra calcarea che sorreggono volte a crociera in opus caementicium. Anche le pareti utilizzano la stessa opera, una sorta di conglomerato costituito da pietrame calcareo mescolato a calce, cocciopesto e soprattutto pozzolana, al fine di impermeabilizzare il tutto, ma nella parte superiore utilizzano l’opus incertum, l’opera che ha permesso di azzardare una datazione della struttura al I sec. a.C.

La pianta con lati diseguali è insolita ma è stata scelta a causa della conformazione geologica del luogo, rinunciando alla simmetria e preferendo una soluzione che consentisse di sfruttare appieno lo spazio disponibile.

Ecco come si presenta la grandiosa struttura ipogea realizzata per raccogliere l’acqua e rifornire la parte bassa dell’antica città e, anzi, presenta affinità con la ben più grande cisterna di Istanbul, in Turchia: più antico, il Cisternone è uno dei più grandi serbatoi per l’approvvigionamento idrico di epoca romana ancora esistenti, perfettamente conservato e testimonianza dell’architettura idraulica di I sec. a.C.!

Entrando, il visitatore si immerge in un ambiente silenzioso e scandito solo dal gocciolio dell’acqua, con il rumore dei locali in piazza ormai lontano…avanza al buio, in un percorso illuminato solo da poche luci sulle passerelle lignee ondeggianti sull’acqua…passa tra i possenti pilastri delle quattro navate e sovrastato dagli archi a crociera…e arriva al centro focale dell’ambiente, l’originario ingresso dell’antica cisterna.

In un gioco di luci, ombre e suoni si riscopre il Cisternone Romano di Formia, un luogo meraviglioso creato dai nostri antenati che, dopo secoli di silenzio, è di nuovo realtà!


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