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Bulla Regia e la Casa di Anfitrite. Una città sotterranea in Tunisia


Oggi andiamo alla scoperta di una città unica nel suo genere, persa nella parte nord-occidentale della Tunisia: si chiama Bulla Regia ed è una vera e propria città sotterranea.

È l’unica città a presentare la particolarità architettonica di case costruite sotto terra.

Faceva parte delle province romane ed era al centro di una zona prospera in cui si praticavano commerci…e la città così si arricchì e diventò sempre più bella fino a raggiungere il massimo splendore nel III sec. d.C.

Ma andiamo per ordine.

Il 203 a.C. segnò il momento in cui Bulla divenne città romana ad opera di Scipione l’Africano e sotto i Romani prosperò commerciando cereali, grano, olive e uva, rifornendo così il resto dell’Impero. Nel 156 a.C. divenne capitale della Numidia e il re Massinissa riunì tutti i territori dei suoi avi conferendo alla città il titolo di “Regia” con cui oggi è conosciuta. A partire dal 46 a.C., con Caio Giulio Cesare, i Romani ebbero il controllo diretto della città, istituendo al contempo la provincia di Africa Nova. Municipio sotto Vespasiano, venne rifondata sotto Adriano fino a decadere lentamente sotto il dominio bizantino, scomparendo nel silenzio.

Tornò a brillare nel 1906 quando vennero fatti i primi scavi, attraverso i quali rivenne alla luce una città sotterranea che era rimasta intatta e protetta dal crollo degli edifici a seguito di un terremoto.

Ecco allora che davanti agli occhi degli scopritori vennero alla luce vere e proprie abitazioni sotterranee disposte attorno a un peristilio, testimonianza dello splendore di età adrianea, con sale decorate da splendidi mosaici e pozzi di luce che garantivano una adeguata illuminazione: erano naturalmente case destinate ai cittadini più benestanti, comodamente realizzate allo scopo di proteggersi dal caldo e dal sole.

Per tre quarti il sito è ancora sotterraneo e c’è molto da scavare ma al momento già si stagliano il foro, le terme, il teatro e alcune splendide ville romane, sotterranee e uniche nel loro genere, costruite su due piani, uno dei quali interrato: in questo modo i ricchi proprietari potevano rimanere freschi e accogliere i loro ospiti nel modo più confortevole possibile, adagiandosi in sale da pranzo meravigliose e piene di raffinati mosaici che ancora oggi rimangono e conservano i loro brillanti colori.

Attualmente sono visitabili i piani interrati di 3 case, la Casa della Caccia, la Casa del Tesoro e la Casa di Anfitrite.


Bulla Regia, il Trionfo di Venere, Venere




La Casa di Anfitrite si trova nel quartiere nord dell’antica città, è stata scavata parzialmente tra il 1910 e il 1911 e la storia narra che, quando iniziarono gli scavi, venne trovato uno scheletro femminile legato a una sedia, forse quello di una donna punita per adulterio. Al piano interrato si collocano ambienti illuminati solo da piccole finestre, costituiti da cubicola, un corridoio e il maestoso triclinium, la sala da pranzo con il mosaico che deve il nome alla Casa.

L’abitazione, infatti, è più giustamente conosciuta con il nome di “Casa del Trionfo di Venere marina”, poiché il soggetto raffigurato è la dea dell’amore e della bellezza, non la nereide precedentemente riconosciuta.

Prima di entrare nel triclinium, di fronte all’ingresso si staglia all’interno di un riquadro il busto di una figura femminile, su fondo nero e con bordo a motivi vegetali; la donna indossa un chitone e un mantello le scende sul braccio sinistro, una collana le adorna il collo mentre sul capo spiccano un copricapo dorato e una corona di alloro. L’enigmatica e ricca figura è stata identificata con il ritratto della padrona di casa o anche con la raffigurazione di una musa ma, entrando nella stanza principale, gli interrogativi a riguardo aumentano.

La sala da pranzo, enorme e con un ingresso distilo, è dotata di un ricco pavimento musivo con temi figurati nella parte centrale e motivi geometrici ai bordi, lì dove venivano sistemati i letti.

Nel riquadro centrale si staglia il Trionfo di Venere marina, che dà il nome alla casa e che viene ad essere utilizzato solo nell’Africa del Nord: Venere marina era molto diffusa in età romana ma in Africa il tema risulta sviluppato in maniera più originale, mescolando il trionfo della dea con una scena di toilette!


Bulla Regia, il Trionfo di Venere

Bulla Regia, il Trionfo di Venere, Amorino con specchio

Ecco allora che la conchiglia da cui nacque la dea non è più presente e Venere siede su un ittiocentauro e su un centauro marino mentre in alto due amorini la incoronano. La dea è nuda, il capo circondato da un nimbo e piccoli amorini che cavalcano delfini le portano uno scrigno con gioielli e uno specchio. Tutto intorno, su uno sfondo bianco reso con linee rette e a zig zag, ci sono pesci e conchiglie in un uso del tema della pesca assai caro negli spazi privati destinati alla rappresentanza o al riposo.

Luci, ombre, realismo e splendide gradazioni di colore fanno sì che il risultato ottenuto dal mosaico, collocabile nel III sec. d.C., sia di altissima qualità e di forte realismo: questo doveva essere il luogo in cui il proprietario della domus riceveva i suoi ospiti e mostrava tutta la sua opulenza.

Guardando la domina all’ingresso e la Venere nella sala le somiglianze di pettinatura e ornamenti sono evidenti mentre al contrario salta all’occhio il differente vestiario…erano la stessa persona?

Le ipotesi a riguardo risultano essere due: o la padrona di casa si è voluta far rappresentare come Venere trionfante, cosa molto diffusa, o la dea ha valore tutelare della casa e viene mostrata come protettrice di questa.

Quel che rimane certo è che la bellezza di questa sala sotterranea di una casa a sua volta sotterranea rimane qualcosa di indescrivibile.

“Venere è venerata in tutti i templi degli dei,

e presso tutti i mortali è la più venerata fra le dee.”

(Inni omerici)

Di Silvia Urtone

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