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Creta minoica e il culto della Dea Madre. La Dea dei Serpenti di Cnosso

Di Silvia Urtone


Oggi voliamo in un’isola nel mezzo dell’Egeo, Creta: non al mare, ma alla scoperta della civiltà minoica e del sacro culto della Dea Madre.

Per iniziare ad esplorare questa incredibile civiltà bisogna però anche andare ‘leggermente’ indietro nel tempo, nel corso della cosiddetta Età del Bronzo, più o meno tra il 2000 e il 1450 a.C…qui si colloca la nascita della civiltà minoica!

Nome dato alla cultura cretese di questa età, prima dell’avvento di quella micenea arrivata dalla terraferma, deve probabilmente la sua denominazione a quel famoso e mitologico re cretese che ebbe nome Minosse: re di Creta e marito di Pasifae questi era conosciuto principalmente per quel bizzarro Labirinto fatto costruire al brillante Dedalo per contenere il feroce Minotauro, nato dall’unione della moglie con un toro. Ma questo incredibile Labirinto dove aveva sede?

L’archeologo britannico Arthur Evans, nei primi anni del Novecento, lo identificò proprio con il sito del palazzo di Cnosso! Da questo ‘civiltà minoica’.

Ma minos significa anche ‘re’ e probabilmente era così che i sovrani dell’isola venivano chiamati: essendo il palazzo il centro della vita cretese, il nome sembrerebbe derivare anche da questo.

La Creta minoica, trovandosi in una posizione geografica favorevole al centro del Mare Egeo, viveva e prosperava grazie ai commerci e controllava una rete che arrivava fino in Egitto, alla Fenicia e all’Occidente, esercitando un vero e proprio dominio marittimo. L’isola prosperava ma intorno al 1700 a.C. un terremoto o un’invasione distrusse i palazzi che erano stati eretti, simbolo della nascente potenza; in seguito vennero ricostruiti, sempre più grandi e meravigliosi, la popolazione crebbe e la civiltà minoica cretese, tra il 1650 e il 1530 a.C., raggiunse il culmine del suo splendore nella ricchezza come nell’arte. Ma nulla è destinato a durare per sempre, intorno al 1400 un’invasione di popoli greci portò nell’isola i micenei e fu così che ebbe inizio a Creta la civiltà micenea.

Ma facciamo un passo indietro, riavvolgiamo il nastro e andiamo a prima dell’arrivo dei Micenei nell’isola, al momento di massimo splendore della civiltà minoica, al 1600 circa, il periodo dei grandi e maestosi palazzi…quali erano le divinità venerate?


Dea dei serpenti di Cnosso


La somma dea era la Grande Madre, la Dea Madre, la Signora degli Animali.

Costei era una divinità femminile primordiale, venerata fin dal Paleolitico, simbolo di fertilità e prosperità, e adorata con nomi diversi in tutte le civiltà che si affacciavano sul Mediterraneo.

Ishtar, Astarte, Cibele…la Grande Madre era ovunque e naturalmente anche a Creta!

Lei era la dea madre di tutti e, attorno a lei, gravitavano altre divinità femminili, alcune maschili, nonostante le rappresentazioni di queste ultime fossero assai più rare, e probabilmente un Dio Padre, il cui simbolo era il toro e che incarnava gli stessi principi di fertilità della Dea. Nonostante una molteplicità di dee, secondo alcune teorie queste incarnavano in realtà vari aspetti della Dea Madre ed erano fondamentalmente la Dea Madre stessa!

Attributi della Grande Dea erano il serpente, strettamente legato alla terra, il leone, la colomba ed erano questi animali ad accompagnarla e celebrarla nelle sue rappresentazioni.

Come facciamo a sapere questo? Dalle pochissime sculture della Creta minoica giunteci, alcune delle quali rappresentano proprio la nostra Dea, nota anche con il nome di Dea dei Serpenti, dall’animale che la accompagnava.

Spesso in maiolica e di altezze variabili tra i 29 e i 38 cm, varie statuine della Dea dei Serpenti sono state ritrovate nella camera del tesoro del santuario centrale del palazzo di Cnosso, ma quella che oggi ci interessa è quella ritrovata dallo stesso Arthur Evans, alta 34 cm circa, frammentaria e databile intorno al 1600-1580.

La dea appare magra e al contempo sinuosa, con una lunga gonna a sette balze composte di tasselli colorati; al di sopra una sorta di grembiule a sella color bronzo e un particolare corpetto che le copre pudicamente le spalle con mezze maniche e le lascia scoperti i seni prosperosi, ben visibili e sostenuti; le braccia distese stringono nelle mani due serpenti, abitanti della terra e portatori di morte, suoi simboli; sopra un volto dagli occhi grandi e dal naso prominente, un copricapo sormontato da un gatto completa il tutto.

La posizione frontale ricorda le statue di origine egiziana, la staticità della figura viene movimentata dalle sinuose braccia distese, i seni scoperti ricordano lo stile dell’abbigliamento femminile minoico…questa è la Dea dei Serpenti di Creta, dai seni e dalle braccia candide e dal volto deciso color marrone dorato.

Probabilmente la Grande Madre, era legata alla fertilità, alla vita ma anche alla morte.

Era la Signora di tutte le cose, la Signora ricca di femminilità e di ardore, la Dea che, secondo la leggenda, guidò il suo popolo per la terra e, non avendo trovato ospitalità, creò Creta stessa!

La Grande Madre era la stessa Creta minoica.


Statuina della dea dei serpenti
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