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Il Busto di Nefertiti. La “bella” del faraone Akhenaton

“La bella è arrivata”.

Nefertiti, la moglie del faraone Akhenaton: la “bella” e il “faraone eretico”.

Una coppia bizzarra ma una coppia estremamente unita e destinata a rimanere insieme fino alla fine.

L’origine di Nefertiti è sconosciuta ma il nome fa pensare che ella non fosse di stirpe egiziana: identificata a volte con una principessa hurrita, la maggior parte degli storici è dell’opinione che fosse figlia di Ay, fratello della regina Tiy, e della sua prima moglie, figliastra della seconda moglie del padre, Tij, e sorella della futura moglie del faraone Horemheb.

Ella sposò Amenhotep IV, che poi cambiò nome in Akhenaton, e i due ebbero ben 6 figlie, mentre dall’unione del faraone e della sorella di lei nacque Tutankhamon.

Nefertiti rimase accanto al marito per tutta la durata dei suoi anni di regno, tra il 1353 e il 1336 a.C., e lo sostenne nel suo progetto rivoluzionario, quello di sradicare il culto di Amon per inserirvi quello di Aton come unico dio, in una prima e ardita forma di monoteismo, in cui il faraone non fosse più rappresentazione del dio stesso ma fosse “utile” a questo. La coppia tentò di cancellare Amon per la nuova divinità dalla forma di disco solare, fondò una nuova capitale, Akhetaton, un nuovo modo di fare arte, ma scatenò anche il malcontento della casta sacerdotale e del popolo stesso.

Il risultato fu la disgregazione del paese, insieme alla fine del faraone Akhenaton, che si cercò di dimenticare e cancellare, ma Nefertiti rimase sempre lì e non si ha idea di quando e come sia morta: secondo alcuni regnò brevemente come Neferneferuaton dopo la morte del marito e prima della breve ascesa al trono di Tutankhamon ma l’ultima parte della sua vita rimane un mistero.

Ci restano solo le testimonianze del suo legame e della sua lealtà verso il “faraone eretico dimenticato”, le rappresentazioni dell’amorevole coppia e in particolar modo un suo busto, capolavoro dell’arte amarniana del periodo.

È conosciuto come Busto o Testa di Nefertiti o anche solo come Nefertiti ed è un vero e proprio tesoro che l’Egitto del passato ci ha donato.

La sua scoperta avvenne il 6 dicembre del 1912, durante gli scavi della Società Orientale Tedesca e sotto la direzione di Ludwig Borchardt, proprio nel sito di Akhetaton, l’odierna Amarna, la nuova capitale del breve regno di Akhenaton. Si stava conducendo uno scavo nella bottega del capo scultore Thutmose e venne fuori questo splendido e incredibile busto insieme anche a uno fatto a pezzi del faraone Akhenaton.


Busto di Nefertiti, Museo Egizio, Berlino


Il ritrovamento avvenne nel corso della terza campagna di scavi e la spartizione dei reperti venuti alla luce avvenne tra Germania ed Egitto in “parti uguali”: il sospetto è che Borchardt abbia nascosto il vero valore del busto ritrovato, cosa da lui negata, ma fatto sta che finì ai tedeschi e oggi è la principale attrazione del Museo Egizio di Berlino.

Il busto femminile non aveva alcuna iscrizione e la sua posizione faceva pensare che dovesse trovarsi su una mensola di legno, che questa si fosse rotta e che lui fosse caduto a terra, rimanendo indenne e ricoprendosi col tempo di macerie.

Nonostante l’assenza di geroglifici è stato possibile riconoscerlo come il ritratto della regina Nefertiti, sulla base della caratteristica corona confrontata con altre raffigurazioni: appartiene alla fase finale del regno di Akhenaton e, sebbene i disordini di quegli anni fossero tanti, la bottega amarniana ci ha donato un vero e proprio capolavoro!

Datato generalmente al 1340 a.C., è alto 50 cm ed è fatto di pietra calcarea rivestita di stucco dipinto. Nefertiti indossa la “corona a elmo” blu, con una fascia dorata sulla fronte, su cui si staglia l’Ureo reale, e un diadema che la avvolge; il volto è superbo, ben caratterizzato secondo lo stile del periodo, dagli zigomi alti, il collo lungo e liscio, le due metà simmetriche; la carnagione è di un rosa tendente al marrone, le labbra rosse danno lucentezza al volto e gli occhi sono truccati con il caratteristico Kajal che sembra quasi allungarli e donare loro profondità: sembra quasi che la regina sia appena stata truccata.

La pupilla dell’occhio destro ha l’iride finemente incisa mentre manca quella del sinistro.

La regina appare dotata di una forte personalità e di una stupefacente bellezza e i colori perfettamente conservatisi e così brillanti contribuiscono a lasciare a bocca aperta il visitatore che viene a trovarla al Museo di Berlino.

Il volto è idealizzato e realistico al tempo stesso, si coglie lo sforzo della testa e del collo a mantenere in equilibrio la corona.

Un frammento dell’orecchio e la pupilla sinistra mancano e quest’ultimo probabilmente non venne mai creato, lasciando l’occhio della regina vuoto e cieco.

Ma, nonostante ciò, la bella Nefertiti è capace di attirare lo sguardo del mondo intero e di trasportare in quei tempi perduti e passati, in cui la rivoluzione di Akhenaton stava fallendo.

“La bella è arrivata”.

“Allora il busto colorato fu sollevato e noi ci trovammo tra le mani l'opera d'arte egizia più piena di vita. Era quasi integro, solo le orecchie erano danneggiate e all'occhio sinistro mancava l'intarsio.”

(Ludwig Borchardt)


Di Silvia Urtone

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