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L’artista che aveva il permesso di raffigurare Alessandro Magno in statue bronzee. Lisippo e le sue

Di Silvia Urtone


C’era una volta Alessandro Magno ma, alla sua nascita a Pella nel 356 a.C., era solo Alessandro.

A soli 18 anni partecipò con il padre Filippo II alla vittoriosa battaglia di Cheronea e a 20 anni, morto il padre, divenne re: ragazzo intelligente e coraggioso consolidò con fermezza il suo potere in Macedonia, Tessaglia e Grecia e, a soli 22 anni, nel 334 a.C. intraprese la gloriosa spedizione contro il re di Persia, Dario III! Sgominò, conquistò, prese possesso di tutta l’Asia Minore, fondò alla foce del Nilo la prima di una lunga serie di colonie recanti il suo nome, Alessandria d’Egitto, proseguì verso est sull’altopiano iranico e infine uccise il fuggitivo Dario III.

Si proclamò legittimo successore al trono di Persia e solo nel 324 a.C., dopo aver completato la conquista del regno persiano, tornò, pieno dei sogni di un nuovo mondo in cui essere re e dio, per morire nel 323 a.C., dopo soli 13 anni di regno.

Questi fu Alessandro Magno.

Ma insieme a lui, quasi un’ombra che lo accompagnò durante tutta la sua vita, c’era Lisippo.

Lisippo (390-306 a.C.) fu l’artista originario di Sicione che nella seconda metà del IV sec. a.C. dominò la scena e si pose come seguace del grande Policleto. Scultore e bronzista lavorò per Daoco, tetrarca dei Tessali, e grazie a questi entrò in diretto contatto con la corte macedone, divenendo lo scultore preferito di Alessandro Magno! Lo ritrasse fin da quando era ancora principe, lo seguì durante la grande spedizione contro la Persia e…terminò la propria carriera al servizio di un altro re macedone, Cassandro I.

Artista tra classicità ed Ellenismo, fu dominato dall’intento di raffigurare il corpo umano non come dovrebbe essere ma come è in realtà: convinto come il maestro Policleto che la natura fosse regolata da rapporti matematici, fece ciò in maniera meno rigida, creando con le sue mani corpi più snelli, movimenti più liberi ed espressioni intense.

Lisippo fu l’unico a cui fu permesso di raffigurare Alessandro Magno in statue bronzee e Plinio ricorda nei suoi scritti quanti ritratti questi fece al sovrano fin da quando era ancora fanciullo, un principe, prima che salisse al trono al posto del padre Filippo II!

I due si conobbero presto e il loro divenne un legame tra artista e sovrano destinato a durare fino alla morte…ma come Lisippo vedeva il suo re e come Alessandro Magno accettava di farsi rappresentare?

I primissimi ritratti riproducono il giovane principe alle prese con una caccia mitizzata, al cervo e al leone, di quelle in cui molto spesso gli eroi si erano venuti a trovare: Alessandro è come un novello Eracle.


Lisippo,"Alessandro Magno a Cavallo", copia bronzea, Napoli, Museo Archeologico


In seguito, dopo l’ascesa al trono di Alessandro e la battaglia del Granico che apre le porte dell’Asia all’esercito macedone, Lisippo riceve il prestigioso incarico di eseguire un gruppo bronzeo per commemorare i coraggiosi cavalieri caduti e da porre nel santuario di Zeus a Dione, città sacra di Macedonia ai piedi del monte Olimpo. Tra i cavalieri protagonisti della battaglia doveva svettare lo stesso Alessandro Magno, anche egli a cavallo.

A noi non è giunto l’originale di quest’opera ma grazie alle copie di età romana possiamo avere un assaggio del genio di Lisippo! Il bronzetto romano di Alessandro, alto 48.5 cm, proviene da Ercolano e oggi si trova al Museo Archeologico Nazionale di Napoli: il cavallo si impenna sulle due zampe posteriori, trattenuto da un cavaliere che lo tira per le redini; il cavaliere è protetto dalla caratteristica corazza della cavalleria macedone, coperta da un corto mantello, il busto ruotato di tre quarti verso destra seguendo il movimento del capo, privo di elmo e con i folti capelli al vento; la mano sinistra tiene le redini, la destra è sollevata, il braccio piegato sopra la testa, e carica il colpo di spada (perduta) che darà a un avversario ai suoi piedi. Alessandro ha i suoi tratti tipici, dagli occhi grandi, intensi ed espressivi alla capigliatura mossa e fluente con spesse e lunghe ciocche che partono da una riga centrale: lui, la corazza, la dentatura e la criniera del cavallo sono resi con la maestria e l’attenzione ai dettagli per cui fu famoso Lisippo, tangibili anche in questa copia.

Il tipo che l’artista usa qui per rappresentare il re è quello consueto del cavaliere che colpisce l’avversario, ma qui acquista un valore simbolico e diventerà il modo per raffigurare il comandante vittorioso!

In seguito Lisippo crea un altro “tipo” di re: non più il sovrano vittorioso ma il sovrano innalzato tra gli eroi, nudo e appoggiato a una lancia come un Ares o un Achille.

Anche qui originali non sono giunti ma ecco venirci in aiuto una copia bronzea proveniente probabilmente dall’Egitto e ora al Louvre. Il corpo nudo, agile e muscoloso, Alessandro, con i riconoscibilissimi capelli fluenti, si appoggia con il braccio sinistro alla lancia e volge lo sguardo verso il cielo, quasi come se fosse in un colloquio diretto con gli dèi: il re ormai appartiene alla sfera sovrumana e da questo momento in poi questa resterà la caratteristica tipica di ogni sovrano.

Fanciullo eroico, combattente vittorioso, “re-dio”…i volti di Alessandro Magno sono infiniti, presi come esempio nei tempi a venire.

Sono creazioni di Lisippo, l’artista che come un’ombra seguì il suo re.


Lisippo, Alessandro con lancia, Louvre

























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