Di Federica Pagliarini
La "Trasfigurazione" di Raffaello è l'ultimo atto dell'arte dell'urbinate, l'ultima opera che ha realizzato nella sua vita.
Il soggetto è molto particolare, soprattutto perché non si è ancora ben capito che relazione abbiano le due scene raffigurate nella pala. Che cosa vediamo? In alto Gesù si libra in cielo, sopra il Monte Tabor, avvolto dalla luce. Assistono alla scena gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni a quali compaiono i profeti Elia e Mosè mentre discorrono con Gesù. Questo episodio si ritrova nel Vangelo di Marco, Matteo e Luca. Al di sotto vediamo una scena molto rocambolesca. Una folla di persone portano un ragazzo impossessato dal demonio davanti ai nove Apostoli che sono rimasti ai piedi del Tabor in modo da poterlo guarire dal male. In realtà però solo il Signore sarà in grado di fare questo gesto miracoloso. Questo episodio è raccontato nel Vangelo di Matteo.
Da sempre i critici si sono arrovellati per cercare di capire il motivo per il quale Raffaello abbia unito questi due episodi che nel Vangelo di Matteo non sono collegati. Pensare alla libera scelta dell'artista è impossibile, in quanto al tempo, le scelte dei soggetti iconografici erano ben ponderati e dovevano rispettare chiaramente dei dettami religiosi, oltre che le scelte della committenza.
Scavando a fondo si è arrivati alla conclusione. Raffaello si è molto probabilmente ispirato all' Apocalypsis Nova, un libro scritto da Amadeo Menez de Silva, un francescano ispano-portoghese che a Milano aveva fondato una congregazione dal nome "Amadeita" (dal suo nome). In questo libro il francescano parla delle sue visioni. Sappiamo che venne chiamato a Roma da papa Sisto IV come suo confessore. Quest'ultimo gli donò uno proprietà sul Gianicolo dove fece costruire il famoso tempio di San Pietro in Montorio. La leggenda narra che qui gli sia apparso l'Arcangelo Gabriele per rivelargli alcuni segreti della fede. Si diceva che il libro che aveva scritto sulle sue visioni non dovesse essere aperto da nessuno fino al momento in cui Dio non avesse inviato un "pastor angelicus" per togliere i mali della Chiesa. Cosa successe però nel 1502? Il sigillo venne tolto dal cardinale Bernardino Lopez de Carvajal e dal francescano Giorgio Benigno Salviati. Nulla accadde, anzi, poi girò voce che fosse stato proprio il Salviati l'autore del libro e non il frate francescano Amadeo come la leggenda voleva. Dopo questo fatto, il libro andò perduto. Fu però letto e venne trascritto in alcuni manoscritti che ancora oggi sono conservati.
La chiave di svolta per la "Trasfigurazione" di Raffaello venne alla luce grazie allo studio svolto da Stefania Pasti. All'interno dell' Apocalypsis Nova si parla molto bene del tema della trasfigurazione e dell'episodio del fanciullo indemoniato. I due episodi inoltre sono collegati l'uno all'altro. La trasfigurazione è la seconda venuta di Gesù sulla Terra, i giorno della fine del mondo. Sarà lui che con la sua luce, combatterà il demonio. Successivamente si parla dell'episodio del fanciullo indemoniato, subito dopo che Gesù spiega cosa siano i demoni e come sconfiggerli. Alla fine del monologo, si legge della guarigione del fanciullo. Perché Gesù era riuscito a togliere il demonio e gli Apostoli no? Gesù lo spiega in modo chiaro e conciso. Semplicemente non ha voluto che gli Apostoli lo guarissero. Questo significa che il potere di sconfiggere il male deriva solo da Dio.
Sembra quindi che, grazie alle visioni del frate francescano, abbiamo avuto direttamente da Dio la spiegazione al tutto.
Torniamo un attimo all'opera. Chi è il committente e dove doveva essere posta la pala? La "Trasfigurazione" venne commissionata dal cardinale Giulio de' Medici e doveva trovarsi nella Cattedrale di Narbonne in Francia. Perché proprio a Narbonne? Perché Giulio de' Medici era stato nominato vescovo proprio di quella cattedrale.
Il messaggio del quadro è, lo abbiamo visto, abbastanza minaccioso. A chi era rivolto? Sembra ad un altro esponente che era in lizza per diventare cardinale della cattedrale di Narbonne: Guillaume Briçonnet il Giovane, membro di una famiglia vicina al re di Francia, nemica dei Medici. Giulio de' Medici lo stava avvertendo: solo Gesù poteva sconfiggere il demonio e il male. Inoltre era un chiaro monito al non intromettersi. Lui sarebbe diventato cardinale.
Una curiosità. La "Trasfigurazione" è stata realizzata dall'artista quando si trovava a Roma e non venne completata da Raffaello a causa della morte che lo colse a soli 37 anni per una febbre alta durata ben otto giorni.
La grande pala si trovava dietro il suo letto quando si svolse la veglia funebre. Troneggiava sopra il corpo, ormai morto, del pittore che "sconvolse" con la sua arte la città di Roma. Nessun allievo, nonostante fosse presente alla veglia, si offrì per completare la pala. Troppo alta era la nomina del maestro, la sua bravura e la sua grazia. Nessuno volle cimentarsi in un'impresa tanto ardua.
La pala è conservata oggi nei Musei Vaticani.
Bibliografia essenziale:
-"Raffaello: grazia e bellezza", catalogo della mostra tenutasi a Parigi nel 2001-2002, Skira, 2001
-"Raffaello 1520-1483", catalogo della mostra tenutasi alle Scuderie del Quirinale a Roma, Skira, 2019
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