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Principe pergameno o generale romano? Il Principe delle Terme

Di Silvia Urtone


Tempo fa abbiamo parlato di una meravigliosa statua bronzea conservata al Museo Nazionale Romano Palazzo Massimo alle Terme, Roma, proprio accanto alla stazione Termini, la statua del cosiddetto “Pugile a riposo”.

Opera incredibile rappresentante un pugile colto curiosamente in un momento di riposo, di una bellezza pari solo alla sua tragicità, risale alla seconda metà del IV sec. a.C. e venne ritrovata, riposta con la massima cura, nell’area del Convento di San Silvestro, nella zona delle antiche Terme di Costantino. Originale greco realizzato dalla cerchia lisippea o dallo stesso Lisippo venne rinvenuta insieme a un’altra opera.


Il "Principe delle terme" e il "Pugile a riposo"


Si chiama “Principe delle Terme” o “Principe Ellenistico” e deve il suo nome sia alla probabile identificazione del protagonista con un principe sia alla sua collocazione nel Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano. Si potrebbe pensare che, dato il ritrovamento delle due statue insieme nello stesso luogo, queste avessero una qualche correlazione e appartenessero allo stesso periodo storico…ma non è affatto così, risalgono a due diversi periodo e le uniche cose che le accomunano sono il materiale usato e l’estrema maestria con cui furono realizzate.

Il “Principe delle Terme” venne ritrovato nel 1885 in una cantina durante i lavori di costruzione del Teatro Nazionale e, in eccellente stato di conservazione, è un raro esemplare di scultura greca fusa con la tecnica a cera persa!

Non sono infatti molte le statue greche bronzee giunte fino a noi in quanto spesso trasformate in oggetti di uso pratico come armi e monete ma il nostro Principe, sfuggito alla rifusione, è una delle poche fortunate. In un primo tempo si pensò che lui e il Pugile fossero collegate in un gruppo rappresentante i Dioscuri, figli del sommo Zeus, quali vincitori del re dei Bebrici, Amico, che si vantava di essere un ottimo pugile, sfidò l’esperto Polluce e venne da questi sconfitto…ma la teoria venne accantonata per via di un grande divario stilistico che rende incompatibili le due figure.

Ma come appare questo “Principe Ellenistico”?

Alto circa 2.20 m è un giovane uomo stante in nudità eroica, con un leggero accenno di barba, occhi, ora perduti, che dovevano essere stati inseriti separatamente e una folta e riccia capigliatura che crea meravigliosi effetti chiaroscurali. La testa si volge verso destra e il corpo esageratamente muscoloso si appoggia a una lancia andata perduta, formando la tipica struttura a chiasmo, a X, secondo il diffuso canone di Policleto: la gamba destra sostiene tutto il peso e il braccio sinistro si appoggia alla lancia, mentre la gamba sinistra è sollevata e il braccio destro appoggiato mollemente al gluteo, in una perfetta alternanza di attività-riposo.


Il "Principe delle terme"

La posa è chiara e ricorda profondamente l’ “Alessandro con lancia” di Lisippo, in cui l’artista aveva rappresentato il re come un sovrano innalzato tra gli eroi, nudo e appoggiato a una lancia come un Ares o un Achille, quasi una sorta di semidio appartenente alla sfera sovrumana e in diretto contatto con gli dèi.

Lo stesso si è voluto fare e comunicare nel Principe ma qui i muscoli sono estremamente rigonfi, fino all’eccesso, e la testa è sicuramente un ritratto caratterizzato da una fronte aggrottata, folte sopracciglia, un naso piccolo e aquilino, una bocca semiaperta, una barba resa con rapide incisioni di bulino e uno sguardo che guarda lontano, completamente distaccato dall’osservatore.

Chi è il personaggio rappresentato?

Lo stile riporta all’ambiente pergameno della prima metà del II sec. a.C. ed è a questo periodo che dobbiamo fare riferimento…ma quello che rimane da stabilire è la figura in questione.

Le ipotesi sono state varie e la prima ha voluto riconoscere nel Principe un principe pergameno (così si spiegherebbe il richiamo ad Alessandro Magno): quello che lascia perplessi è la contraddizione tra carattere eroico, ricollegabile all’idea di re, e l’assenza di un diadema come qualifica di sovrano e quindi si è pensato che la statua dovesse raffigurare un “semplice principe”!

Non manca però l’idea che il sottile diadema possa essere andato perduto.

Sul “chi” si è vista una somiglianza della testa-ritratto con quelle di Attalo II, noto in vari esemplari, e forse qui il futuro re era rappresentato quando era ancora principe, al fianco del fratello Eumene, come uno dei Dioscuri secondo una propaganda nota dalle fonti letterarie: se questa identificazione fosse corretta il Principe risalirebbe al 170 a.C. circa, o comunque prima del 160 quando Attalo II gli succedette al trono, concordando pienamente con gli elementi stilistici.

Ma un’altra idea si è fatta strada, ossia che l’opera raffigurasse un personaggio della Roma repubblicana, un generale romano vittorioso, ipotesi suggerita dall’accenno di barba e dall’estremo realismo dei tratti: si va da Lucullo a Silla, da Agrippa (cronologicamente non compatibile) a Flaminino o a Quinto Cecilio Metello Macedonico. Di Flaminino sappiamo che una statua venne eretta presso il Circo Flaminio in occasione del trionfo del 194 a.C., la committenza pergamena si spiegherebbe con l’alleanza stabilita e la datazione coinciderebbe.

Chiunque sia il nostro “Principe delle Terme”, principe o generale romano, la sua fierezza e potenza sono innegabili come anche la sua appartenenza a una sfera sovrannaturale: l’Alessandro di Lisippo viene qui riproposto, diventa più forte, più imponente, più tutto, ma quello che rimane è l’idea che il personaggio, chiunque fosse, incarni un semidio a tutti gli effetti.


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