La “Gioconda” di Leonardo. Uno dei quadri più enigmatici della storia dell’arte. Quel sorriso quasi beffardo che tanto ha fatto discutere e ancora farà parlare di sé. Oggi però siamo qui per cercare di capire o meglio analizzare chi possa essere stato il committente dell’opera. La maggioranza dei critici e la tradizione ormai accreditata, affida a Francesco del Giocondo la committenza dell’opera. Mercante di stoffe, Francesco faceva parte di una delle famiglie più in vista della Firenze del tempo. Lisa Gherardini sarebbe stata la sua seconda moglie (secondo alcuni addirittura la terza), in quanto la prima moglie, morì giovanissima (aveva diciotto anni) dopo la nascita dell’unico figlio: Bartolomeo che Lisa successivamente trattò come suo figlio. Dalle fonti del tempo conosciamo la fama di Lisa, ossia quella di moglie casta e virtuosa. Donna devota, diede alla luce ben cinque figli e rimase fedele al marito anche dopo la sua morte.
Esiste però una seconda teoria, che vede Giuliano de’ Medici, duca di Nemours (figlio di Lorenzo de’ Medici e nipote di Giuliano ucciso durante la congiura de’ Pazzi), committente dell’opera di Leonardo. Dire che Lisa Gherardini sia stata l’amante segreta del duca, sembra contraddire le voci che la vedevano donna casta e fedele al marito e quindi per questo scartata a priori. È stato Antonio de Beatis, segretario del cardinale Luigi d’Aragona, che si trovava in visita nello studio di Leonardo nell’ottobre 1517, a lasciarci una testimonianza che parla proprio di Giuliano de’ Medici come committente dell’opera. Così ci dice:
In uno de li borghi el Signore con noi andò ad videre messer Lunardo Vinci firentino, vecchio de più de LXX anni, pictore in la età nostra excellentissimo, quale mostrò ad sua signoria Illustrissima tre quatri, uno di certa donna firentina, facta di naturale ad istantia del quondam Magnifico Juliano de Medici, l’altro di san Johanne Baptista giovane, et uno de la Madonna et del figliolo che stan posti in gremmo de sancta Anna, tucti perfectissimi.
Il segretario si trovava ad Amboise dove Leonardo si era stabilito alla corte di Francesco I per passare l’ultima parte della sua carriera artistica e della sua vita. Insieme ai due suoi allievi prediletti: il Melzi e il Salai, Leonardo si occupò di studi di meccanica, ingegneria e medicina che tanto lo affascinavo. Come ci dice il de Beatis Leonardo portò con sé tre quadri: la famosa “Gioconda”, il “San Giovanni Battista” e la pala con Maria, Sant’Anna e il bambino, oggi tutti al Louvre.
Con questa testimonianza, l’ipotesi di una committenza ad opera di Giuliano de’ Medici, diventa quanto mai credibile. Con i nuovi studi, eseguiti da Josephine Rogers Mariotti, la vicenda appare più veritiera. La studiosa infatti ha trovato dei legami importanti tra la famiglia dei Giocondo e quella Medici. Francesco del Giocondo era un leale sostenitore dei Medici. La prima carta d’archivio degna di nota è quella trovata nel convento di Sant’Orsola a Firenze, in particolare un registro di spese del cardinale Giovanni de’ Medici (che poi diverrà papa Leone X). Esso attesta le relazioni commerciali che intercorsero tra le famiglie. Altri documenti attestano invece il legame politico e finanziario tra Francesco del Giocondo e i fratelli Giovanni e Giuliano de’ Medici, quando rientrarono a Firenze dopo l’esilio nel settembre 1512 (i Medici erano stati cacciati dalla città dopo la condotta negativa di Piero, un altro fratello di Giuliano, che governò Firenze per un periodo). Questi documenti sono avvalorati ulteriormente dal fatto che entrambe le famiglie frequentavano il convento di Sant’Orsola. Prima di tutto perché vi abitavano vicini entrambi, era quindi a pochi passi da casa. I de Giocondo però furono più vicini grazie al voto che prese l’ultima figlia, Marietta e dove passò il resto della vita (anche Lisa andò a vivere lì dopo la morte del marito). I Medici invece si rivolsero alle suore per motivi personali. Chiedevano infatti preghiere e facevano donazioni per curare malattia insolvibili e per chiedere grazie. (lo fece per esempio Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici per una malattia che lo portò poi alla morte).
Un primo rapporto con la famiglia del Giocondo, secondo studi, sarebbe avvenuta dopo il ritorno dei Medici a Firenze, nel 1512. Essendoci ancora un clima apertamente repubblicano, i Medici dovettero tornare in campo con i piedi di piombo, cercando alleati pronti a sostenerli. La maggior parte veniva dal ceto mercantile, come il setaiolo Francesco del Giocondo.
Sappiamo inoltre delle relazioni tra Giuliano de’ Medici e Leonardo stesso. Il primo nacque nel 1479 e non poteva quindi ricordare l’artista quando, nel 1482, partì per Milano al servizio di Ludovico il Moro. Probabilmente però, l’incontro avvenne proprio nella capitale lombarda, intorno al 1496-97, quando si trovava lì insieme al fratello Giovanni. Da testimonianze storiche sappiamo infatti che Giuliano, allora diciassettenne, fece parte del gruppo dei cortigiani del duca di Milano. Un secondo incontro si ebbe presumibilmente a Venezia nel 1500 e poi nel campo militare di Cesare Borgia, quando Leonardo era al servizio del tirannico Valentino, nel 1502 (Giuliano si unì nelle forze del Valentino per sperare in un ritorno a Firenze in tempi più celeri).
Stando così i fatti, appare chiara la possibile vicinanza di Giuliano de’ Medici e Lisa durante questi incontri. Non possiamo affermare che i due siano stati amanti, sia per la fama di donna casta che aveva la donna, sia perché Giuliano sposò Filiberta di Savoia nel 1515 (anche se conosciamo le sue avventure da donnaiolo). Si pensa che Lisa Gherardini sia stata più una musa, come Laura per Petrarca, e che il ritratto sia stato commissionato a Leonardo per tenere sempre con sé quel volto che lo fece innamorare. Il fatto che poi si sposò, spiegherebbe il perché il quadro rimase nelle mani di Leonardo e non arrivò mai al committente. Probabilmente Giuliano non voleva far intristire la moglie mettendo il ritratto della sua musa dentro la loro casa nuziale e decise così di non possederlo.
Nonistante tutto, si cominciò a pensare che Leonardo avesse dipinto due ritratti distinti: uno di Lisa Gherardini, commissionato dal marito e l’altro di una ipotetica amante di Giuliano de’ Medici, che non sarebbe stata quindi Lisa Gherardini. Ma dirlo con certezza è alquanto problematico, dato che di “Gioconde” ne esistono tante versione. Oltre quella del Melzi (di cui ho parlato in un articolo passato), abbiamo quella che ora si trova a San Pietroburgo e un’altra detta di Isleworth. Sono stati fatti numerosi studi, ma niente può ancora dire con certezza quale sia la verità. Ma non è proprio questo alone di mistero che rende la “Gioconda” uno dei quadri più famosi di tutti i tempi?
Vorrei consigliarvi il libro di Josephine Rogers Mariotti, "La Monna Lisa. La Gioconda del Magnifico Giuliano" (2009) su cui mi sono documentata approfonditamente. La sua è una bellissima analisi sulle relazioni che ci sono state, secondo documenti d'archivio, tra Giuliano de' Medici, i del Giocondo e Leonardo. Leggetelo se volete documentarvi ulteriormente.
Qui sotto la copertina del libro: