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Emozione Arte

La Pala dei Palafrenieri di Caravaggio. I problemi della sua collocazione e il rifiuto


Vorrei parlare oggi di una delle opere più belle di Caravaggio: la “Pala dei Palafrenieri”, o anche detta “Madonna della serpe”, conservata nella Galleria Borghese di Roma. Prima di immergerci nell’annoso problema dell’originaria collocazione della pala, vediamo di descriverla.

Tre sono i personaggi presenti: Maria, Gesù e Anna, la madre di Maria. Il Bambino è intento, con l’aiuto della madre, a schiacciare la testa di un serpente con il piede (allegoria del diavolo). Anna li guarda, quasi nascosta nell’ombra. Lo sfondo è scuro, non si vede nulla dietro di loro. L’atmosfera cupa, ma ricca di pathos, è tipica dei quadri del Merisi. Sembra di essere di fronte ad una scena teatrale. Caravaggio è straordinario come sempre!

Sappiamo che l’Arciconfraternita dei Parafrenieri Pontifici (così chiamati dal termine “parafreno”, per indicare i cavalli da parata, erano infatti gli incaricati della gestione delle scuderie del Papa) commissionò l’opera nell’ottobre del 1605. Doveva essere posizionata sull’altare della loro cappella, che si trovava nella vecchia basilica di San Pietro. In quel periodo però si stavano svolgendo i lavori per realizzare la nuova basilica e la loro cappella venne spostata. Essa si trovava nel transetto destro dell’antica basilica paleocristiana. Durante i lavori per il rifacimento della stessa, questa parte della chiesa venne abbattuta, così l’altare dei palafrenieri venne spostato nella navata centrale. Purtroppo, nell’ottobre del 1605, gli altari di questa parte della chiesa vennero sconsacrati per far posto alla nuova navata costruita dal Maderno. I palafrenieri furono così costretti a traslocare di nuovo, prendendo posto in un altare della nuova basilica di San Pietro. Il problema è capire quale.

Importante a questo proposito, è la relazione scritta dal Decano della Confraternita che sostiene l’importanza di far realizzare una pala per il nuovo altare. Interessante è una notizia riferita dal Grimaldi. Ci dice che il 20 ottobre 1605, vennero abbattuti sette altari nella vecchia basilica (tra cui quella dei Palafrenieri) e nello stesso momento si chiese la ricostruzione di altri sette. Grimaldi dice anche dove vennero posti questi altari; in questo modo si può stabilire come uno di quelli corrispondesse al luogo che, nella pianta della chiesa (realizzata del Grimaldi), è segnato come Altare di San Giovanni Crisostomo, nell’attuale cappella di Santa Petronilla, poi diventato di San Michele Arcangelo. Questo vuol dire che, prima di vedere abbattuto l’altare dentro San Pietro, i Palafrenieri avevano avuto proprio l’altare, che in un secondo tempo, venne dedicato a San Giovanni Crisostomo. Però, una volta perso questo altare, si trasferirono forse in quello che, sempre nella pianta del Grimaldi, è segnato come dedicato a Sant’Anna. Rimasero qui presumibilmente fino al 1618.


Nei mesi di ottobre e novembre del 1605, dopo aver risolto la questione dell’altare, la confraternita contattò il Caravaggio per la realizzazione della pala. Ad inizio dicembre risulta pagato il primo acconto al pittore, di 25 scudi. Dopo questo cenno, passerà più di anno prima che si riparli nuovamente della pala del pittore. Era il 30 gennaio 1606. Solo nel marzo dello stesso anno, contattano un falegname per la creazione delle cornici che dovevano abbellire il quadro. La cosa interessante è che l’opera era stata subito dopo trasportata da San Pietro nella chiesa della Confraternita (Sant’Anna dei Palafrenieri). Avvenne sicuramente qualcosa, altrimenti non si spiega questo repentino cambiamento. Perché spostare la pala? Tante ipotesi sono state fatte. C’è chi dice che la causa è stata l’alloggiamento dell’opera nell’altare della nuova cappella. Forse era troppo grande e non entrava, per questo la spostarono. C’è chi sostiene (ed è la versione più accreditata) che la figura di Maria, sporta in avanti per tenere il figlio e con il seno vistosamente in mostra dall’ampia scollatura, non sia stato accettato per il poco decoro. Altri ancora pensano che il rifiuto sia stato provocato dalla marginalità della figura di Anna. La nuova cappella affidata ai Palafrenieri, come abbiamo visto, era dedicata proprio a lei e il fatto che il suo personaggio fosse stato dipinto così in ombra, inerme e passivo (non fa nulla, a parte guardare Maria con Gesù), non avrà convinto per niente i confratelli. Se si confronta poi la pala del Merisi, con quella antica, si vede una netta differenza. In quest’ultima la principale protagonista è proprio la Sant’Anna. Ma non c’è da stupirsi, stiamo pur sempre parlando di Caravaggio che, in un modo o nell’altro, sconvolse il mondo artistico, dando luogo ad uno stile mai visto prima.


Risulta anche un documento dove si cita la vendita della pala al cardinale Borghese per cento scudi. Forse perché la confraternita ancora non sapeva se avrebbe riottenuto un nuovo altare a San Pietro. Anzi, a questo punto è da tenere in considerazione l’ipotesi che sia stata proprio la pala del Caravaggio a scatenare il trasferimento dell’altare.

Nonostante tutte queste congetture, a cui si spera, prima o poi, di dare delle risposte esaustive, non si può negare la bellezza della pala. Pathos ed eleganza regnano nello stesso dipinto. Non vi resta che fare una visita alla Galleria, dove potrete ammirare altri quadri del Caravaggio.



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