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Un autunno ricco di mostre!


Questo autunno sarà davvero ricco di mostre, non solo in Italia, ma anche in Europa. Prima di tutto, non posso non partire dalla mostra evento dell’anno: “Dentro Caravaggio” a Palazzo Reale a Milano. È stata inaugurata il 29 settembre (non a caso nella data presunta e ormai accertata quasi da tutta la critica, della sua nascita). Sono in mostra venti capolavori del maestro lombardo, la maggior parte provenienti da Roma (la “Giuditta e Oloferne” di Palazzo Barberini, la “Fuga in Egitto” della Galleria Doria Pamphili, solo per citarne alcuni), ma si avrà anche modo di vedere quadri che arrivano dagli Stati Uniti, quindi inediti alla maggior parte degli spettatori (la “Marta e Maddalena” di Detroit e il “San Francesco in estasi” di Hartford). Importante è la nuova chiave di lettura che ne è stata data. Grazie infatti a recenti studi e indagini diagnostiche, si sono scoperti elementi importanti nella vita giovanile del Merisi. È stata fatta una rivisitazione della cronologia dei quadri grazie ad un documento inedito di Gaspare Celio, del 1614 che testimonia la ristrettezza economica in cui versava Caravaggio quando si trovava a Roma. Questo ha permesso anche di rivedere gli spostamenti fatti nel periodo che va dal 1595 e il 1597 e le relazioni con i primi committenti. Il catalogo, edito da Skira, sarà rivelatore di tutte queste novità e conterrà anche un ebook con tutte le approfondite indagini diagnostiche. La mostra sarà visibile fino al 28 gennaio 2018 e sembra che abbia fatto il tutto esaurito già prima di cominciare. Infatti le prenotazioni sono state altissime e si è deciso di inserire nuovi orari serali per permettere a più persone possibili di vederla.


Sempre in Italia, a Firenze, è stata inaugurata a Palazzo Strozzi la mostra “Il Cinquecento a Firenze. Tra Michelangelo, Pontormo e Giambologna”. Protagonista è tutta l’arte fiorentina della seconda metà del Cinquecento, quando stava prendendo piede il cosiddetto “manierismo”. Manifesto della mostra, è la bellissima pala del Pontormo, la “Deposizione” (che normalmente si trova ubicata nella chiesa di Santa Felicita, nella Cappella Capponi, sempre a Firenze) dove le regole fino a quel momento in vigore tra i pittori rinascimentali sembrano essere scomparse. La costruzione e la disposizione dei personaggi è quasi inesistente. Le figure sembrano fluttuare nell’aria, senza avere una base di appoggio. Questa pala, insieme ad altre selezionate (la “Deposizione” di Rosso Fiorentino, il “Compianto” del Bronzino…) sono da vedere come il preludio che aprirà un’epoca, che è stata studiata molto poco e per questo messa a nudo davanti al pubblico. Perché alla fine protagonisti di questa mostra non sono Pontormo o Bronzino, ma pittori poco conosciuti e importantissimi per la scena fiorentina di quella seconda metà del Cinquecento. Sto parlando di Alessandro Allori, Sandro di Tito e Girolamo Macchietti (solo alcuni nomi dei tanti). Vedremo se il pubblico sarà in grado di approcciarsi anche a mostre del genere, dove protagonisti non sono i soliti Botticelli, Leonardo o Raffaello.


Andiamo adesso fuori dall’Italia. Chi avrà modo di andare a Bruxelles, potrà visitare la mostra dedicata a Magritte, in occasione del cinquantenario dalla sua morte. Famoso per essere stato un membro del movimento surrealista, il pittore belga ci ha abituato a quadri dove eleganza e inconscio si fondono. Mai un suo dipinto, nonostante a volte chiari richiami ad elementi sulla sessualità freudiana, ha dato sfogo a volgarità o oscenità. Magritte ha messo alla prova la nostra credulità, la nostra logica. Il tema dell’identità e del doppio, riprese dalla psicanalisi, sono sempre presenti nelle sue opere. L’artista esorta a non fidarsi delle apparenze, troppo labili e insicure. Il suo è un mondo a metà tra realtà e riproduzione. Vuole farci capire come i cambiamenti, se non colti, possano manipolarci, senza che ce ne rendiamo conto.

A Basilea invece, dal 1° ottobre sarà possibile visitare la mostra dedicata a Paul Klee. Un pittore trasgressore, ma anche un sognatore che ha unito la pittura, alla filosofia e alla musica. Nelle sue opere non si può parlare solo di astrattismo. È diverso da Kandisky per esempio. In Klee sono presenti simboli antichi, mosaici, piramidi che diventano elementi importanti, quasi dei riecheggi del passato. Tutte le sue opere sono nate da lunghe e laboriose riflessioni e in ogni caso, anche se non comprendiamo subito il suo significato, ci fanno stare bene, creando un immediato piacere. Saranno esposti circa cento opere nella Fondation Beyeler, edificio progettato da Reno Piano a Riehen, a pochi chilometri da Basilea. Si prenderanno in esame dipinti a partire dal 1914, fino ad arrivare alla morte. In molti casi sono opere sconosciute perché provenienti da collezioni private.

Per finire, cito la mostra a Pistoia dedicata allo scultore Marino Marini e la mostra di Jasper Johns a Londra. Non c’è che dire… in questi mesi gli amanti dell’arte avranno molto da fare!



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