Giorgione (Giorgio da Castelfranco) è uno dei pittori veneti più enigmatici del Cinquecento. Tutti voi conoscerete “La Tempesta” (conservata alla Galleria dell’Accademia di Venezia) e le svariate interpretazioni che sono state date dai critici sul suo conto. Ancora oggi non ne conosciamo il significato e il quadro appare incomprensibile ma affascinante allo stesso tempo. In ugual modo possiamo parlare dei “Tre filosofi”, dove l’interpretazione è lungi dall’essere ancora scoperta. Insomma l’arte di Giorgione è un mistero e forse lo sarà per sempre. In ogni caso è una pietra miliare dell’arte veneta, a cui si ispirarono tanti pittori (Baglione ci dice che anche Caravaggio si ispirò a lui, dopo essere stato a Venezia e anche Federico Zuccari, vedendo le pale in san Luigi dei francesi, avrebbe paragonato lo stile di Caravaggio con quello di Giorgione).
Proprio a Castelfranco Veneto, città natale del nostro Giorgione, è in corso una mostra, intitolata “Le trame di Giorgione”. È iniziata il 27 ottobre 2017 e terminerà il 4 marzo 2018. Quindi abbiamo ancora due mesi abbondanti per visitarla. L’esposizione ruota tutta intorno ad una delle pale più importanti del maestro veneto, ossia la cosiddetta “Pala di Castelfranco”. Inoltre si potranno ammirare ritratti di artisti attivi a Venezia nel Cinquecento e sontuosi esemplari di antichi tessuti, molti dei quali si trovano dipinti nei quadri di Giorgione. Una mostra ricchissima che si svolge in un percorso studiato e dislocato in varie parti della città. Si parte nel Museo Casa di Giorgione per arrivare al Duomo, alla Torre Civica e in altri bellissime sedi museali e non della città. Una mostra che potremmo definire itinerante.
Ma soffermiamoci a parlare della “Pala di Castelfranco” (1503-04 circa), una tavola di pioppo dipinta a tempera. È stata commissionata dal condottiero della Repubblica Veneta Tuzio Costanzo con lo scopo di rassicurare Venezia sulla sua volontà di stabilirsi fissa a Castelfranco, rinunciando in questo modo alle richieste della Serenissima di tornare a Cipro. Sappiamo però che poco dopo, a causa della morte del figlio di Tuzio, Matteo, Giorgione apporterà delle modifiche. Sostituirà infatti il primo basamento con un sarcofago in porfido.
Cosa raffigura la pala? La Madonna con il Bambino sono seduti su un trono, posizionato sopra un basamento su cui poggia un sarcofago di porfido, dove è visibile lo stemma della famiglia Costanzo. Sembra così che sia stata rappresentata una piramide, dove la Madonna e il Bambino sono il fulcro più importante. Alla base di questa piramide vediamo due personaggi: san Francesco e Nicasio (lo si identifica dall’insegna dei Cavalieri di Malta). Sembra che san Nicasio fosse un santo venerato insieme a san Francesco a Messina, città natale di Tuzio. I due poggiano su un pavimento dipinto prospetticamente secondo un disegno a scacchiera. Un tendaggio rosso divide la scena a metà. Infatti alle sue spalle vediamo un bellissimo paesaggio di ascendenza veneta, dove sono riconoscibili i luoghi tra Castelfranco e Asolo. Qui Tuzio si è fatto una buona fama acquistando case e terreni e ha portato avanti relazioni interessanti che hanno permesso ai figli di legarsi in matrimonio con le migliori famiglie venete.
La pala è destinata alla devozione privata, dato che i personaggi non si trovano dislocati in uno spazio monumentale. Il tutto è però impreziosito dai regali tessuti che si trovano sul basamento dove poggia la Vergine e sul trono alle sue spalle. Richiamano la ricchezza e lo status sociale di Tuzio e sono molto simili a quelli esposti in mostra.
La pala era stata realizzata per essere posta, una volta terminata, nel Duomo di Castelfranco Veneto, dove tuttora è conservata. Il 10 dicembre 1972 venne purtroppo trafugata dal Duomo e fortunatamente ritrovata tre settimane dopo dentro un casolare.