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''Caravage à Rome, amis & ennemis'': a Parigi si discute di doppi


Si è aperta oggi una mostra dedicata a Caravaggio e in particolar modo ai doppi, intitolata "Caravage à Rome, amis & ennemis" curata da Maria Cristina Terzagni e Francesca Cappelletti. Come capirete dal titolo ci troviamo in Francia, a Parigi, nel MUSÉE JACQUEMART-ANDRÉ. Chi avrà la fortuna di capitare nella capitale francese, potrà vedere la mostra fino al 28 gennaio 2019. Ma cosa vuole studiare e approfondire questa esposizione? Il problema dei doppi e delle copie presenti nel corpus di opere del Merisi nel suo periodo giovanile a Roma. Da sempre gli studiosi si scontrano su questo fatto. È giusto pensare che Caravaggio dipingesse delle copie? Gli esempi più famosi si concentrano proprio nel suo periodo romano. Abbiamo la "Buona Ventura" (versione dei Musei Capitolini e del Louvre) e il "Ragazzo morso da un ramarro" (versione di Londra e di Firenze) solo per fare degli esempi. Per la maggior parte degli studiosi non sembra sia così strano che Caravaggio realizzasse doppi, vista la sua indigenza economica appena arrivato a Roma. Doveva guadagnare qualcosa per vivere e realizzare delle copie poteva servire per vendere di più. C'è poi da sottolineare che ci sono delle differenze tra copie e copie. Per quanto riguarda la "Buona Ventura" abbiamo due versioni che presentano lo stesso soggetto ma con delle evidenti varianti. Per il "Ragazzo morso dal ramarro" invece il soggetto è identico e non ci sono varianti evidenti. Il fatto non si può spiegare in maniera assoluta, ma mette in chiaro che Caravaggio operava in questo modo durante la sua fase giovanile. Forse erano precise richieste della bottega del d'Arpino (per quanto riguarda il "Ragazzo morso dal ramarro" anche se non si ha la certezza che lo realizzò nella sua bottega, c'è chi dice mentre era da monsignor Pandolfo Pucci) e del cardinale Del Monte per quanto riguarda la "Buona Ventura". La cosa certa è che non fu un modo assiduo di operare e già dall'inizio del Seicento non sembrano esserci più tante copie accertate.


[Maddalena Klein]


Inedita è la presenza in mostra di due quadri raffiguranti la "Maddalena penitente". Il primo, la "Maddalena Klein", è quello più conosciuto perché già esposto varie volte, il secondo invece non è stato mai visto se non a Tokyo e ne è stata data la paternità caravaggesca da Mia Cinotti in un articolo su "Repubblica" quattro anni fa. Le opere sono davvero molto simili, se non uguali (differiscono per una diversa angolazione e intensità della luce) ed entrambe sembrano essere di Caravaggio. L'impresa sarà capire se davvero siano opere del Merisi o se, per una delle due, ci troviamo di fronte ad una copia fedelissima all'originale. Di entrambe le opere è stata accertata l'autenticità da due studiosi. Per la "Maddalena Klein" è stato Maurizio Marini e per la versione esposta a Tokyo Mia Cinotti, esperta caravaggista e autrice di numerosissimi saggi.

La datazione della "Maddalena penitente Klein" è stata da sempre fissata al 1606, subito dopo la fuga di Caravaggio da Roma. Forse è stata realizzata durante la sua permanenza nei feudi dei Colonna a Paliano. Analizzandola però accanto alla nuova versione di Tokyo sembrano sorgere dei dubbi. Lo stile sembra essere molto più vicino al "Martirio di Sant'Orsola", considerata la sua ultima opera (conservata a Palazzo Zevallos a Napoli), con uno stile molto cupo e potremmo dire "rarefatto", senza perdere però quel senso di pathos tipico del Merisi. Si potrebbe pensare che il pittore abbia realizzato due versioni in due periodi differenti? La prima dopo la sua fuga per l'accusa di omicidio e la seconda ormai alla fine della sua vita e che, tra l'altro, potrebbe essere la tela che Caravaggio portava con sé quando si trovava sulla feluca che lo doveva riportare a Roma. Sarà Deodato Gentile, nunzio apostolico a Napoli nel 1610 a citare, nella lettera al Papa, i beni che Caravaggio aveva con sé: due San Giovanni e appunto una Maddalena. L'unico prototipo rimasto della "Maddalena penitente" è la copia di Louis Finson e pare strano che, se Caravaggio avesse dipinto una versione precedente della "Maddalena", non esistano altri esempi prototipi a noi noti.


[Maddalena esposta a Tokyo e dichiarata di Caravaggio da Mia Cinotti]

 


 

Ma la questione dei doppi non sarà l'unica trattata. La prima sala della mostra sarà dedicata alle "teste mozzate", tematica molto usata da Caravaggio. Si potrà ammirare la bellissima "Giuditta che taglia la testa a Oloferne" (in prestito da Palazzo Barberini di Roma) messo a paragone con il "David e Golia" del Cavalier d'Arpino e la "Giuditta" di Orazio Gentileschi.

Sarà possibile acquistare anche il catalogo della mostra all'interno del quale troverete saggi e approfondimenti sulle questioni qui accennate.

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