Arriva Caravaggio alla Pinacoteca comunale di Brera
Sarà in mostra dal 30 settembre all'8 gennaio 2017 alla Pinacoteca comunale di Ancona il famoso dipinto “Ragazzo morso da un ramarro” della Collezione Longhi di Firenze, che venne acquistato appunto da Roberto Longhi nel 1928.
Di questo quadro ne esiste un'altra versione alla Nationale Gallery di Londra. Entrambe le opere vennero realizzate indicativamente verso il 1596-97, dopo la permanenza di Caravaggio presso il pittore Giuseppe Cesari, conosciuto con il nome di Cavalier d'Arpino. La frequentazione della sua bottega non fu delle più rosee, infatti il Cesari impiegava Caravaggio solo nella realizzazione di fiori e frutti, senza dare libero sfogo alla sua creatività che lo avrebbe portato alla rappresentazione della figura umana. Una categoria, quella delle nature morte, che a Caravaggio stava molto stretta e che lo portò di conseguenza ad abbondanare la bottega.
In questo frangente, avendo la necessità di guadagnare soldi per potersi mantenere, realizzò degli autoritratti e anche questo dipinto che Baglione (uno dei suoi più acerrimi nemici, che poi diventò però il suo biografo del tempo) così descrive:
Fece anche un fanciullo, che da una lucerta, la quale usciva da fiori, e da frutti, era morso; e parea quella testa veramente stridere, e il tutto con diligenza era lavorato
Lo stile ci permette di dire quali delle due versioni del quadro sia stata realizzata per prima. Lo stile grezzo e diretto del quadro della Fondazione Longhi dovrebbe essere stato dipinto per primo. La tela di Londra rivela invece grande precisione (come il panneggio della veste che mostra maggiore sicurezza) e un pizzico di maturità in più. Queste sono però delle ipotesi non condivise da tutti i critici: Spike e Papi ad esempio, ritengono la versione londinese la prima realizzata in ordine cronologico. Questo in ogni caso non cambia la straordinarietà del dipinto, che presenta un giovane ragazzo, da alcuni ritenuto una fanciulla per la presenza del fiore che orna i capelli, nel culmine di un grido di dolore. A mordere il suo dito è un ramarro o è invece una lucertola? Il Mancini ha parlato di ramarro, il Baglione ha usato invece il termine lucertola. I due rettili hanno delle differenze sostanziali che all'epoca erano già note. Il ramarro è di colore verde brillante e raggiunge una lunghezza che può arrivare ai quaranta centimetri, la lucertola invece non supera i venti. In questo caso Caravaggio avrebbe quindi dipinto una lucertola, visto che il piccolo animale che penzola dal suo dito non ha una lunghezza considerevole e non spicca per lucentezza di colore. Su questa argomentazione rimando però all'interessantissimo libro di Giacomo Berra Il ragazzo morso da un ramarro del Caravaggio, L'enigma di un morso improvviso (2016) che tratta in maniera molto dettagliata i temi del quadro spiegandoli egregiamente.
Nel quadro è ben visibile in primo piano un vaso di fiori e della natura morta su cui Caravaggio si era lungamente esercitato nella bottega del Cesari realizzando il famoso quadro “Ragazzo con canestra di frutta” oggi alla Galleria Borghese di Roma. Anche le caraffe di fiori saranno un elemento ricorrente nei primi quadri dell'artista e li vedremo in opere come “Suonatore di liuto” oggi a San Pietroburgo. Non è un caso che l'artista usasse inserire questi elementi; servivano infatti a far notare il suo potenziale al pubblico romano e a mostrare la sua bravura nella tecnica della pittura ad olio che permetteva di realizzare riflessi e rifrazioni della luce.
A questo punto per poter ammirare il quadro non dovete fare altro che recarvi alla Pinacoteca di Ancona o per chi è di Firenze attendere il suo rientro in collezione Longhi. Per chi ha invece la fortuna di trovarsi a Londra o di andarci in vacanza è d'obbligo la visita alla National Gallery di Londra dove è presente la seconda versione. Potete così cogliere le differenze dopo aver ammirato entrambe le versioni. Ma è inutile dirlo... la National Gallery di Londra non custodice solo questo capolavoro!
Federica Pagliarini