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La "Cattura di Cristo" di Caravaggio

Oggi sono qui per parlare di uno dei quadri più belli che Caravaggio possa averci lasciato; sto parlando della Cattura di Cristo custodito alla “National Gallery” di Dublino. L'opera scomparve secoli fa, qualche tempo dopo che Caravaggio terminò di dipingirla per la famiglia Mattei.

Per secoli non si seppe nulla del quadro, fino a quando un restauratore italiano di nome Sergio Benedetti, nel 1990 non lo riconobbe in una residenza religiosa gesuita a Dublino.

Ma qual'è la genesi e la storia del quadro, uno dei più belli, a parer mio, che la storia dell'arte possa aver conservato su tale soggetto? Vediamo di scoprirla insieme.

Il dipinto venne iniziato più o meno nel 1602, periodo in cui Caravaggio si trovava presso la famiglia Mattei a Roma. Aveva accettato l'ospitalità di un uomo autorevole della curia romana: Girolano Mattei, dopo aver soggiornato per alcuni anni presso il cardinale Del Monte. La “Cattura di Cristo” non fu l'unico dipinto realizzato per la famiglia. Conosciamo, anche se solo da voci d'archivio, in quanto risulta disperso, il quadro del San Sebastiano dpinto per Asdrubale Mattei. Come non ricordare la Cena in Emmaus oggi alla National Gallery di Londra e il famoso San Giovannino oggi ai Musei Capitolini di Roma.

Torniamo però alla Cattura di Cristo e alla sua spettacolarità. Il quadro è un misto di emozioni e pathos, nonostante la scena sembra si sia fermata nel tempo. La storia rappresentata è quella del tradimento di Giuda, raccontata in tutti e quattro i vangeli. Caravaggio sembra aver seguito alcuni vangeli, altri li ha ignorati. Dal Vangelo di Matteo prese ad esempio il dettaglio dell'ambientazione notturna, mettendo in mano a Giuda e ai suoi uomini delle lanterne. Da Marco prese il bacio che Giuda da a Cristo.

Questa iconografia non è un “unicum” di Caravaggio, infatti venne rappresentata anche prima di lui. Nessuno però era riuscito a dare un'intensità così alta al soggetto, complice il fatto che le scene degli artisti precedenti, erano molto affollate. Caravaggio invece racchiude la sua tela nella scena principale: il bacio di Giuda.

E' impossibile non notare il volto di Cristo: un misto di rassegnazione e dolore. E' un volto che solo a guardarlo fa rabbrividire per il pathos che ne scaturisce. Le sue mani sono giunte, incrociate tra loro e mostrano i palmi verso il basso: un'iconografia molto antica, usata già nel Medioevo, che significa rassegnazione. La sua tecnica del chiaro-scuro, dell'uso delle luci e delle ombre, permette di puntare l'attenzione sulle figure centrali e fa sprofondare nell'oscurità tutto il resto. Peculiare il riflesso dell'armatura del soldato in primo piano. Si dice che Caravaggio abbia fatto uso di modelli, quindi avrebbe dipinto il soldato avendo davanti un uomo con indosso una pesante armatura su cui veniva puntata una luce, in modo da avere l'effetto del riflesso e poterlo così rappresentare dal vero. Sulla destra vediamo anche un autoritratto dell'artista. Caravaggio si ritrae quasi sempre nei suoi dipinti, un esempio lo è il Il Martirio di San Matteo nella Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi a Roma; il pittore è sullo sfondo mentre assiste alla scena.

La storia archivistica del quadro è invece abbastanza complessa. Sappiamo dall'Archivio Mattei che si trova a Recaneti che il due gennaio 1603 Ciriaco Mattei pagò a Caravaggio centoventicinque scudi per il quadro. Dopo qualche anno lo stesso Ciriaco aveva ceduto la Cena in Emmaus a Scipione Borghese e Giovanni Battista Mattei aveva lasciato il San Giovanni Battista al cardinale Del Monte e specificò che la Cattura di Cristo sarebbe dovuta andare al figlio di Asdrubale Mattei.

Sappiamo da un inventario del 1676 che, del quadro di Caravaggio, se ne fece una copia nel Seicento e dai libri contabili di Asdrubale Mattei si evince un pagamento di 12 scudi per il pittore Giovanni Attili, colui che avrebbe dipinto la copia. Asdrubale fece realizzare la copia perché l'originale di Caravaggio era stato lasciato in eredità al figlio e non a lui.

Probabilmente il quadro di Attili è quello che venne trovato nel 1956 a Odessa in Russia e che per anni venne considerato l'originale. Gravissimo errore, in quanto il dipinto è palesemente una copia e non richiama assolutamente lo stile di Caravaggio. Solo con la scoperta del vero nel 1990 si eliminò questa convinzione. (metterò le foto di entrambi i quadri e da soli potrete vedere le differenze)

Quello che ha tratto più in inganno durante la lettura e lo studio degli inventari è stato il cambio di nome del quadro. Il primo cambiamento lo abbiamo avuto nel 1753, quando venne registrato con delle misure più piccole rispetto a quelle registrate negli inventari precedenti. Probabilmente fu un errore di compilazione dato che il dipinto era stato già spostato due volte all'interno del palazzo. Nel 1753 viene citato un grande quadro intitolato il Tradimento di Giuda appeso in una stanza al piano superiore degli appartamenti privati di famiglia. Forse la copia di Giovanni Attili?

Successivamente nel 1793 gli inventari cominciarono a mutare. Tutti i quadri, tra cui anche la Cattura di Cristo, subirono dei cambiamenti nei titoli, nei nomi degli autori e nelle misure. Il quadro di Caravaggio venne registrato come opera di Gherardo delle Notti e aveva la forma quadrata e non più rettangolare. La famiglia Mattei era in declino e c'è la possibilità di pensare che anche l'addetto agli inventari fosse poco competente. O meglio ancora si può pensare che, data la rovinosa condizione economica della famiglia, si sia voluto volontariamente cambiare il nome ai dipinti per renderli più appetibili ai compratori. In quegli anni l'artista Gherardo delle Notti era tra i più famosi e Caravaggio era stato quasi dimenticato.

Il quadro di Caravaggio venne acquistato nel 1802 da un ricco uomo scozzese di nome William Hamilton Nisbet. L'uomo lo comprò pensando però si trattasse di un originale di Gherardo delle Notti. I Mattei riuscirono a vendere sei quadri della loro collezione e con i soldi accumulati pagarono i debiti.

Nel 1921 il quadro di Caravaggio era arrivato insieme ad altri ventotto dipinti alla National Gallery of Scotland, come dono fatto da Mary Georgina Costance Nisbet Hamilton Ogilvy, ultima erede diretta di William Hamilton Nisbet. La galleria scozzese però, non prese tutti i dipinti, tra cui la Cattura di Cristo. I motivi sono tutt'ora sconosciuti e il quadro, insieme ad altri, vennero messi all'asta da Dowell's a Edimburgo nel 1921.

Una delle domande che ci si fece su William Hamilton Nisbet, è stata quella di capire come fosse riuscito a portare i quadri in Scozia dalla collezione Mattei. In quel periodo serviva un permesso papale. Tra le ricerche effettuate venne trovato nell'Archivio di Roma un documento che parlava di un certo Patrick Moir che in data otto febbraio 1802, stilò un elenco di dipinti che voleva portare in Inghilterra. Il terzo quadro era descritto come “Gesù tradito da Giuda in stile fiammingo” e poteva corrispondere alla Cattura di Cristo di Caravaggio. Inoltre c'erano anche dipinti dal titolo “Cristo tra i dottori”, “Cristo con la samaritana” che corrispondevano ad alcuni quadri comprati da Nisbet. Probabilmente Patrick Moir era un agente che lavorava per Nisbet. Il prezzo di tutti e sei i quadri era di 525 scudi. Molto poco per i quadri che portava, ma li descrisse con le diciture di “scuola di”, “nello stile di” per farli figurare come copie. Naturalmente quadri di poco valore significavano poche spese da pagare per farli uscire dall'Italia. Per avere questo permesso a Moir era bastata una settimana da quando i quadri erano stati acquistati. Che avesse corrotto i funzionari dell'ufficio doganale?

Il quadro venne venduto all'asta Dowell's a Edimburgo nel 1921. Nel catalogo dell'asta c'era un elenco di quadri e dentro figurava la scritta “After Gerard Honthorst, The Betrayl of Christ” e sotto c'era un altro dipinto della collezione Mattei Cristo con la samaritana attribuito a Ludovico Carracci, quando in realtà era di Alessandro Turchi. Per nessuno dei dipinti era stato segnato chi l'aveva acquistato. Solo successivamente si trovò un catalogo della casa d'asta Dowell's, all'archivio della National Portrait Gallery, dove accanto al “Tradimento di Giuda” di Gherardo delle Notti c'era un pagamento di otto ghinee: una cifra molto bassa. Non sappiamo però se fu la cifra per cui venne venduto, oppure quella di partenza e il nome del'acquirente non era menzionato.

Il quadro, come abbimao detto all'inizio venne trovato dal restauratore italiano Sergio Benedetti nel 1990 in una residenza religiosa gesuita a Dublino. Si è poi saputo dai gesuiti che una donna di nome Marie Lea Wilson aveva donato il quadro a padre Finley come regalo per il grande aiuto che le aveva dato dopo la morte del marito. La donna era morta nel 1971 a 83 anni.

Federica Pagliarini

"Cattura di Cristo" di Dublino

"Cattura di Cristo" di Odessa


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