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Tiziano: "Diana e Atteone"

Il quadro Diana e Atteone (1556-1559) fa parte di una serie di dipinti raffiguranti scene mitologiche realizzati da Tiziano per Filippo II di Spagna.

Il dipinto è stato nella collezione spagnola fino al 1704, per poi passare all'ambasciatore francese in dono da Filippo V. Sarà poi acquistato dai duchi di Orléans,che lo cederanno alla fine del Settecento ad un mercante di Bruxelles. Nel 1798 il dipinto venne comprato da lord Francis Egerton, terzo duca di Bridgewater, per passare in eredità ai duchi di Sutherland a cui rimase fino al 2009. Era stato però concesso in prestio alla National Gallery of Scotland a Edimburgo dal 1946. Nel 2009 il quadro è stato venduto alla National Gallery of Scotland e alla National Gallery di Londra dove è esposto alternativamente cinque anni ciascuno.

Diana e Atteone è un'opera realizzata come una sorta di “poesia” per Filippo II, che, insieme all'altro quadro Diana e Callisto, rappresentano la profanazione dell'ideale di castità di Diana.

Sono due quadri che sembrano stati pensati e dipinti contemporaneamente, basti vedere la continuità del corso d'acqua e del paesaggio sullo sfondo, il cane, l'arco e le frecce.

Si dice che la fonte da cui Tiziano attinse siano state le Metamorfosi di Ovidio, altri ritengono che invece la fonte sia stata le Dionisiache di Nonno di Panopoli. Ma vediamo con ordine in che modo le fonti raccontano la storia.

Ovidio sottolinea da subito, che Atteone è estraneo a tutto quello che succede; lui non ha colpa. Fino a poco prima era stato a caccia e stava cercando un punto per ristorarsi dopo la fatica. Nello stesso momento Diana si trova presso una fonte insieme alle sue ancelle e si sta rilassando anche lei dopo essersi dedicata alla caccia. A questo punto entra in scena Atteone che, si ritrova davanti la bella dea e le sue ancelle. Si susseguono attimi di panico, urla e grida si sovrappongono. Alcune ancelle si coprono, altre guardano in segno di sfida il malcapitato. Diana si sente offesa, lei, ninfa della castità, in quanto è stata vista nuda da un uomo. Non avendo a portata di mano arco e freccia, prende un po' d'acqua dalla fonte e la spruzza ad Atteone che istantaneamente si trasforma in cervo e sarà poi sbranato dai suoi stessi cani.

Secondo invece la storia di Nonno di Panopoli, Atteone si trovava nascosto dietro degli alberi insieme ai suoi cani da caccia e stava spiando la ninfa che tranquillamente si stava facendo il bagno con le sue ancelle. Sarà Diana ad accorgersi dell'uomo e a mettere in allerta le altre. Qui non si parla di uno spruzzo d'acqua. Basta un cenno della dea per trasformare Atteone in cervo e un altro cenno ai suoi cani per farlo sbranare. In questa versione Nonno parla dell'incontro del fantasma di Atteone con il padre a cui racconta la storia. Dice di essersi innamorato della dea e voleva diventasse sua sposa. Ora però, malediceva i suoi pensieri e quello che aveva fatto. Darà al padre le indicazione per trovare i resti del suo corpo sbranato dai suoi stessi cani e gli chiederà di costruire una tomba in suo onore che avesse il proprio volto e il corpo da cervo.

Cosa succede di tutto questo nel dipinto di Tiziano? Vediamo Atteone uscire allo scoperto, dopo aver alzato una tenda rossa e sopreso guardare Diana e le ninfe. Alcune di coprono, altre lo guardano. Diana, grazie all'aiuto di un'ancella nera, si sta coprendo e guarda con aria minacciosa Atteone, che non doveva trovarsi lì in quel momento. Sullo sfondo si scorge la figurina di Atteone-cervo che viene inseguito dai cani.

Come si può capire da una prima analisi, sembra che Tiziano abbia preso come spunto entrambe le fonti, in quanto non c'è una preponderanza di una sull'altra. Atteone sembra essere sorpreso alla vista della ninfa, riferimento quindi a Ovidio, Diana non spruzza acqua, ma lancia uno sguardo fulminante ad Atteone, riferimento a Nonno di Panopoli. Ma tante scene delle due fonti non sono state inserite da Tiziano, come la ninfa che si ristora nelle acque della fonte e la metamorfosi istantanea di Atteone, che invece si vede come piccola figurina sullo sfondo. Sembra esserci anche il riferimento alla tomba dell'uomo: la scultura, quasi una cariatide, che ha la testa di cervo. Certo, non avrebbe niente a che vedere con la scultura tombale che voleva Atteone e che aveva chiesto al padre, dato che desiderava una tomba che raffigurasse il suo volto e il corpo di cervo, ma Tiziano probabilmente ha interpretato a suo modo questo dettaglio e decise di rappresentarla in questo modo.

Probabilmente il pittore ha fuso abilmente le due storie e ha creato delle scene che sono un miscuglio delle due fonti. In tutti i casi, non potremmo mai saperlo con certezza, anche perché probabilmente ci sono state delle richieste dirette da parte di Filippo II di Spagna che era il committente.

Dal punto di vista iconografico, è interessante notare Diana accompagnata dall'ancella nera. Sono state viste come figure complementari. Diana viene identificata con la luna e spesse volte è rappresentata con l'emblema della luna crescente tra i capelli. Ma la luna, come si sa, ha un parte luminosa e una scura. L'ancella nera potrebbe rappresentare il suo opposto e corrispondere alla notte. Quindi Diana-bianca e Diana nera. Questa teoria è suggerita ancora di più dalla radiografia effettuata al dipinto, dove si è visto che, sotto l'ancella nera, si celava una ninfa candida. Perché quindi questo cambiamento? La modifica doveva avere una ragione specifica e questa appena data è l'ipotesi più accreditata. La dea inoltre tiene la veste come a formare un arco che potrebbe indicare proprio l'arco lunare.

Significativo anche il tema della fortuna, enfatizzato dalla fontana scolpita al centro della scena. La fontana da la sensazione di squilibrio e instabilità, che è una delle caratteristiche principali della fortuna.

Alcuni critici ritengono che la fonte ovidiana sia stata presa per mettere in evidenza la coscienza negativa che si rispecchia nella crisi dell'umanesimo, fino a diventare simbolo. Tiziano spiega così che la negatività della fortuna è inevitabile quando l'esperienza umana si concentra sula vita attiva allegorizzata della caccia. Anche Diana ha cacciato, ma poi decide di riposarsi e purificarsi alla fonte. Atteone ha scelto invece il lato negativo della caccia, quello sottoposto alla fortuna.

Prossimamente dedicherò un articolo anche all'altro quadro di Tiziano di questa serie ossia Diana e Callisto.

Federica Pagliarini


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