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Manet e la sua scandalosa modernità

Ricorre oggi la nascita del pittore Edouard Manet: era il 23 gennaio 1832. Maggiormente conosciuto per essere un esponente del movimento impressionista (anche se non partecipò mai alle esposizioni insieme agli altri impressionisti), è l’artista della crisi che vuole compiere un passo verso la modernità. Il suo carattere era abbastanza ribelle e lo si vede soprattutto nella sua giovinezza. Il padre era un giurista e avrebbe voluto per il figlio una carriera politica o uguale alla propria. Manet era però svogliato e poco incline allo studio. Il suo interesse era rivolto alla pittura, ma il padre era assolutamente contrario. Pensò così di farlo entrare all’Accademia navale, per arruolarsi in Marina, ma non passò l’esame di ammissione. Sarà così costretto a salpare con un mozzo su un mercantile, a soli sedici anni e viaggiare fino a Rio de Janeiro.

Una volta tornato, la passione per la pittura non si era affievolita e il padre accettò il desiderio del figlio. Imparò a dipingere nello studio del pittore ritrattista Couture e il suo carattere ribelle era ancora lì. Tra allievo e maestro era un continuo litigio sia per i soggetti scelti che per le divergenze artistiche.

Durante il suo apprendistato, viaggiò molto. Francia, Olanda, Austria, Germania e Italia furono le sue mete preferite, da cui imparò molto. Conobbe artisti come Tiziano, Giorgione, Velasquez e Goya. In particolare era appassionato di pittura veneta e Tiziano e Giorgione i suoi artisti preferiti.

Il momento più conosciuto della sua carriera e il più importante, è la presentazione del quadro “La colazione sull’erba” al Salon nel 1863. Manet già in precedenza aveva esposto quadri ai Salon, senza avere problemi con la giuria. Questa volta però la situazione era diversa. Il quadro era stato rifiutato insieme ad altri trecento di altri artisti. Che cosa c’era che non andava? Intanto bisogna far crollare il falso mito che il dipinto venne escluso per la presenza di una donna nuda su un prato insieme a due uomini vestiti. Non è assolutamente vero. Infatti Manet usò come modelli due quadri: il “Concerto campestre” di Tiziano e in senso lato anche la “Tempesta” di Giorgione. Nel primo, una donna nuda suona il flauto davanti a due uomini, forse due pastori. Nel secondo, vediamo una donna nuda allattare un bambino e poco distante un uomo poggiato a un bastone (e su questo quadro, definito “senza soggetto”, ancora tante sono le ipotesi e le interpretazioni suggerite). Come possiamo vedere quindi, soggetti del genere già erano presenti nella storia dell’arte. La cosa che fece scalpore è stata essenzialmente il modo di rendere l’incarnato della donna. Non era assolutamente accademico. E lo si vede subito dai colori, che Manet stendeva quasi puri, come fossero delle macchie, rifiutando una pittura accademica e tradizionale. Inoltre la donna sembra quasi sfidare chi guarda il quadro, come se la conversazione tra i due uomini non fosse minimamente interessante. Il quadro, fu quindi espulso e per lui e gli altri artisti rifiutati, venne aperto un “Salon de Refusés”, in cui esporre i loro dipinti. Per capire però la risonanza che il dipinto ebbe sulla critica (positiva e non) e sugli artisti a lui contemporanei, basti pensare che sia Monet che Cezanne realizzarono una loro versione della “Colazione sull’erba”. Il soggetto era quindi piaciuto e ognuno lo interpretò a suo modo. I due pittori inoltre ebbero con Manet un rapporto diverso. Monet era un grande amico, con Cezanne non ebbe mai buoni rapporti. Famosa è rimasta la frase che quest’ultimo disse a Manet quando lo salutò: “Non le stringo la mano, monsieur Manet, perché è una settimana che non la lavo”.

Subito dopo questo quadro, tanti furono i soggetti ripresi da artisti a lui cari, come l”Olympia”, basata su un quadro di Tiziano.

Nei confronti dell’impressionismo invece, Manet ne fu sempre un po’ distante (nonostante oggi si tenda a inserirlo in tutto e per tutto in questo movimento). Non espose mai quadri in una mostra di pittura impressionista, ma partecipava alle discussioni che si tenevano al Cafè Guerbois e poi al Cafè della Nouvelle Athènes. Questo non vuol dire comunque che non ci fu interesse verso lo stile impressionista. Nei suoi quadri è molto evidente sia nella scelta dei soggetti che nell’uso del colore.

Nel 1879 verrà colpito da una grave malattia (atassia locomotoria) che lo porterà all’amputazione del piede sinistro e poi alla morte, dopo lunga agonia, avvenuta il 30 aprile 1883.

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